Non sottovaluterei, fossi in Veltroni e nei dirigenti Ds, questa presa di posizione.
Le primarie per Prodi sono state una cosa diversa, allora non si trattava di scegliere il leader del Centrosinistra, ma tra quelli proposti, il miglior candidato possibile da opporre a Berlusconi nella competizione elettorale. Chi in quelle primarie, come chi scrive, ha votato per Prodi, non l’ha fatto perché si identificava nelle sue posizioni politiche, ma perché, rispetto ai vari Bertinotti, Di Pietro, Scalfarotto, ecc., lo riteneva il più adatto a vincere.
Per il leader del Partito Democratico è diverso, perché qui scatta una scelta identitaria.
Enrico Letta, ad esempio, si caratterizza come una figura “moderna”, “liberal” che pone le questioni della meritocrazia, dell’efficienza, ecc.
Rosy Bindi, ha un’immagine di donna anti-apparati, sincera, battagliera, determinata, attenta al sociale, ecc. e, appunto è una donna, un valore aggiunto da apprezzare…
E Walter Veltroni? Per ora ha ragione De Gregori “Buttare tutto sui sentimenti, cancellare le differenze, non significa dare risposte operative alle questioni di oggi»”. O queste risposte inizia a darle, sul tema della laicità dello stato, dei diritti civili, della scuola pubblica, dello sviluppo economico, ecc., ad esempio, o altrimenti rischia un “buonismo generico”, una melassa politica.
Veltroni vincerà la competizione, certo, ma non confidi troppo nello “spirito di partito” o di “appartenenza” dei Ds, le elezioni primarie ad alta partecipazione, possono, alle volte, far nascere delle sorprese….Zubbani docet.