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Criminalità, Amato promette tolleranza zero
Guerra ai lavavetri, ancora polemica. Blitz a Roma
 

Lavavetri a Roma (foto Pier Paolo Cito - Ap)

ROMA (30 agosto) - Non si placano le polemiche sulla guerra ai lavavetri scatenata dal comune di Firenze. Mentre il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, annuncia "tolleranza zero" contro la microcriminalità e alcune amministrazioni, come Trieste, imitano il sindaco diessino della città toscana, Leonardo Domenici, a Roma stamani sono stati denunciati una quarantina di stranieri, quasi tutti nomadi, e sei genitori rom per aver sfruttato, mandandoli a lavare i vetri delle machine agli incroci, bambini tra i 10 e i 12 anni (ma anche bimbi più piccoli portati in braccio). E' questo il bilancio del primo blitz nella capitale del nuovo nucleo di vigili urbani anti-degrado e anti-abusivismo
istituito mercoledì dal sindaco Walter Veltroni.

Il pugno duro di Amato. In una lettera pubblicata sul Corriere della Sera di oggi il ministro dell'Interno ribadisce quanto annunciato il giorno di ferragosto. «Serve una lotta all'illegalità a 360 gradi, così come fece Rudolph Giuliani da sindaco di New York. Combattere la piccola illegalità è propedeutico e a volte strumentale a combattere la grande». Il contrasto dell'«illegalità diffusa», che crea una «percezione di insicurezza», ha spiegato Amato, «ovviamente non sostituisce la lotta alla grande criminalità, ma la deve affiancare e deve creare nelle nostre città un senso di ordine che e fatto di regole alle quali tutti chi atteniamo e che facciamo rispettare».

Il responsabile del Viminale annuncia dunque «interventi nazionali» contro l'illegalità diffusa perché - scrive - è su questo terreno che la collaborazione del ministero dell'Interno con gli enti locali e con le polizie municipali «dovrà dare i suoi frutti, giacchè il tema, dopo il passaggio ai comuni di tanti poteri amministrativi in precedenza spettanti alla pubblica sicurezza, investe in primo luogo le loro responsabilità. Ma noi - aggiunge Amato con un implicito riferimento alla questione dei lavavetri - saremo al loro fianco. Perché interventi nazionali (che, sia chiaro, non dovranno paralizzare le iniziative locali) eviteranno il rimbalzo dall'una all'altra città di attività trattate da ciascuno con regole diverse. E perché la legalità non può valere a singhiozzo».

Il blitz a Roma. L'operazione condotta con 80 vigili e 30 autoradio, si è concentrata finora soprattutto in centro, in via dei Fori Imperiali, via Cavour, lungotevere. Sui quaranta stranieri una decina erano parcheggiatori abusivi, il resto lavavetri. Nel blitz, fa sapere il comando della polizia municipale, sono stati identificati, otto minori, nove parcheggiatori, 15 lavavetri e sei venditori ambulanti. A fare il bilancio - l'operazione comunque proseguirà nel corso della giornata e poi almeno fino a dicembre - è stato il comandante dell'VIII gruppo dei vigili urbani, Antonio Di Maggio, responsabile della nuova struttura che può contare su 50-80 vigili, presi a turno dai vari gruppi.

«È partita la struttura con i vigili urbani senza necessità da parte nostra di altri strumenti normativi. Abbiamo deciso, in attuazione delle regole esistenti, di fare un lavoro a salvaguardia della legalità e di garanzia del decoro della città che ovviamente va fatto. Ci costerà un po' di soldi perché sono progetti ulteriori, lo facciamo perché ci sembra giusto», ha detto il sindaco Walter Veltroni annunciando l'avvio dell'attività del gruppo di vigili urbani dedicato al contrasto del degrado e dell'abusivismo istituito mercoledì dal Campidoglio. La struttura si occuperà anche di commercio

Trieste. Anche il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, intanto ha firmato un'ordinanza del comune per la lotta ai lavavetri, all'accattonaggio e ai venditori abusivi.

A Firenze invece, dopo l'ordinanza del sindaco e dell'assessore Graziano Cioni, i lavavetri non si sono persi d'animo e hanno trovato un modo ingegnoso e legale di aggirare la norma: spostarsi sui viali e agli incroci appena fuori i confini del capoluogo toscano, continuando a lavorare indisturbati. Da un punto di vista meramente formale, infatti, l'ordinanza di Palazzo Vecchio si ferma al cartello che delimita il territorio comunale, per cui i semafori situati sulle strade dell'hinterland sono zona franca.

 

I Verdi Cento e Mariani al semaforo di San Giovanni (foto Toiati)

Il "lavavetri" Cento: no al modello Giuliani
 

ROMA (30 agosto) - Si è armato di secchio e spazzola e si è improvvisato lavavetri a Roma per protestare contro l'ordinanza del comune di Firenze. E soprattutto contro l'ondata di approvazione che il provvedimento delll'amministrazione diessina della città toscana sta riscuotendo fra la gente e anche fra i politici di centrosinistra.

«Alcuni automobilisti si sono mostrati contenti della nostra iniziativa, altri erano diffidenti e mostravano paura. È stato sbattuto il mostro dei lavavetri in prima pagina», ha detto il sottosegretario all' Economia, Paolo Cento, dopo aver lavato i vetri a diversi automobilisti a Porta San Giovanni. «L' iniziativa è durata circa mezz'ora - ha confermato il presidente della commissione regionale Lavoro, Peppe Marini - abbiamo pulito una decina di vetri di auto, ma abbiamo ricevuto molti più rifiuti. Quello di lavavetri è un mestiere ingrato, faticosissimo, per il quale ci vuole molta destrezza».

Cento e Mariani hanno distribuito agli automobilisti anche alcune piantine di fiori. «È stato un modo per rompere questo muro di paura che si è creato - ha detto Cento - nel rispetto dei cittadini e di chi viene nel nostro Paese e magari non ha niente di meglio da fare che stare dieci ore sotto il sole per pulire i vetri».

«No, non ci devi dare i soldi... Questo è un gesto simbolico per abbattere il muro della paura», diceva Cento rivolgendosi ai perplessi automobilisti. «Con questo gesto abbiamo voluto rompere il muro della paura - ha detto Cento - la sicurezza dei cittadini è un bene prioritario, non bisogna prenderli in giro dicendo che l'emergenza sono i lavavetri».

«Il centrosinistra non può avere come punto di riferimento e di approdo Rudolph Giuliani», ha continuato l'esponente dei Verdi. «Viene proposto a Firenze un modello di sicurezza basato sulla discriminazione nei confronti degli ultimi - ha osservato Cento - un modello che negli Stati Uniti è stato rappresentato dall'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani».

 

 

 

 

 

 

 

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