"Liberazione" 8 settembre 2007 prima pagina
Presidente Napolitano, intervenga troppi politici incitano al razzismo
Piero Sansonetti
Signor Presidente della Repubblica,
stanno succedendo delle cose gravissime nel nostro paese. Credo che ci sia
bisogno del suo intervento. Ieri su "Liberazione" abbiamo pubblicato il
reportage di Laura Eduati, che è stata a Pieve Porto Morone, in provincia di
Pavia, dove in un centro di accoglienza cattolico sono ospitati, in condizioni
terribili, 48 persone, rom, tra i quali molti bambini. Mi permetto di suggerirle
di leggere quell'articolo - bellissimo e agghiacciante - che ci fa fare una
corsa indietro di molti decenni, ci fa tornare, col pensiero, agli anni truci
dell'America razzista - in Alabama o in Mississippi - o addirittura a quelli
funesti del fascismo e del nazismo. Una folla linciante ha circondato la cascina
nella quale queste povere 48 persone sono rifugiate, ha ricoperto di insulti
irripetibili i nostri amici rom, ha invocato per loro i forni- i forni,
presidente: i forni crematori - cioè ha inneggiato a Hitler, ad Eichman.
Gridavano: «Vi bruceremo tutti, zingari, vi bruceremo» e tiravano i sassi contro
le finestre, le porte. I nostri 48 amici rom erano terrorizzati, i bambini
piangevano.
Presidente, questo piccolo esercito di linciatori pavesi non era lì per caso.
Alcune organizzazioni politiche li avevano incitati, aiutati, e quasi nessuno,
invece, li aveva scoraggiati. Sindaci, amministratori, politici, partiti, si
sono affrettati a dire sui giornali che quello dei rom è un gran problema, che i
rom sono fastidiosi, rubano. Nessuno ha voluto dire che il gran problema,
invece, è l'orrore di alcune centinaia di cittadini che si riuniscono per
chiedere il linciaggio dei rappresentanti di un popolo che già fu in gran parte
sterminato dai nazisti. Possibile che la memoria sia svanita in tutti noi?
Possibile che la luce della civiltà -
cristiana, o illuminista, o liberale - si sia spenta? Non le fa orrore questo,
presidente? Credo di sì, perché la conosco bene, conosco la sua storia, la sua
cultura forte, la sua sensibilità. So che più di mezzo secolo fa ha iniziato a
fare politica - e ha scelto questo mestiere invece di un altro mestiere più
facile - perché non sopportava l'orrore del fascismo, della dittatura, del
razzismo. Ed è sempre stato coerente con questo suo impegno, con questi
principi, dagli anni della militanza clandestina fino all'incarico al Quirinale.
Per questo mi rivolgo a lei, perché spero davvero che riesca a fare qualcosa. Io
credo che noi non possiamo pensare di fermare queste pulsioni naziste
ignorandole, sottovalutandole, o peggio ancora accarezzandole. Non crede? Io
sento tanta gente che in modo autorevole e paternalistico ci spiega che questi
orrori sono solo sentimenti popolari, e sono diffusi, e non possono essere
stroncati, ci dice che vanno capiti, che pongono problemi reali e noi dobbiamo
affrontarli - questi problemi - con serietà e senza buonismi. Io non c'ero
all'epoca delle leggi razziali; lei, credo, le ricorda: non vi dicevano così?
«Gli ebrei sono una mala pianta, accaparrano ricchezze, complottano, è bene
isolarli, levarli dalle nostre scuole, portarli lontani dalle nostre città,
dalle famiglie, dai matrimoni misti...». E dov'è la differenza? Adesso ci dicono
che gli zingari e i lavavetri rubano, che portano via i bambini, che bisogna
tenerli fuori dal raccordo anulare, lontani dai centri abitati, che bisogna
sbatterli in galera se chiedono le elemosina o disturbano al semaforo. Cosa ci
dicevano i fascisti, allora? «C'è l'emergenza ebraica». Erano in malafede,
preparavano l'assassinio di massa. E cosa ci dicono, oggi, tanti nostri sindaci?
«C'è l'emergenza lavavetri, c'è l'emergenza rom». Presidente, lei lo sa
benissimo: anche loro sono in malafede, in realtà l'unica emergenza che vedono è
di tipo elettorale, e in nome di qualche pezzetto di consenso non hanno nessun
problema a gettare nella disperazione tanta povera gente, a violare i principi
più forti della democrazia, a ignorare la propria stessa storia e le proprie
tradizioni, e finiscono per assomigliare tanto alla destra xenofoba, razzista,
di molti paesi europei, che però in quei paesi è considerata "impresentabile"
anche dai partiti e dagli uomini della destra.
Caro Presidente Napolitano,
lei lo sa benissimo che l'orgia forcaiola, legalista e xenofoba sostenuta da
molti esponenti politici è pericolosissima. Che produce fatti abominevoli come
l'assalto ai rom di Pieve Porto Morone. Non crede che sia giusto fare qualcosa
per fermarla questa ondata reazionaria, che rischia di intaccare davvero le basi
della nostra civiltà e l'immagine dell'Italia? Io penso che una sua parola, un
suo impegno, potrebbe valere molto e davvero confido in una sua iniziativa.
08/09/2007