Sono una cinquantina le persone che in queste ore si sono assiepate con materassi, sedie e, in qualche caso, poltrone all'esterno del residence Roma, sgomberato questa mattina per iniziativa del Campidoglio. Si tratta perlopiu' di nomadi di origine rumena, ma non mancano gli italiani. Tra loro tanti bambini. I marciapiedi di via di Bravetta, dove sorge il residence, sono pieni di effetti personali - cartoni con vestiti, pentole e mobili - che i rom non sanno dove mettere: hanno infatti rifiutato la sistemazione provvisoria in centri di accoglienza offerta dal comune di Roma, alla quale sono ricorsi gli altri ospiti del residence. Ci hanno lasciato soli, in mezzo alla strada, con i nostri bambini". A parlare e' Lucia Sardara, una ragazza di 17 anni che si e' incaricata di parlare con la stampa per conto delle sette famiglie italiane in attesa di essere sistemate. "Siamo sette famiglie con 12 minori. La mia vicina di casa - spiega ancora Lucia - e' sola con 6 bambini. Non sa dove farli mangiare ne' dove farli dormire". I giacigli per questa notte sono dei materassi allineati sotto i balconi di un altro stabile di via Bravetta. Tra di loro anche degli invalidi: "Giovanni e' invalido al 100% - spiega ancora Lucia, parlando, questa volta, a nome di un ex inquilino del residence quasi completamente sordo. - Ma di casi come il suo ce ne sono tanti". Lucia indica un gruppo di immigrati rumeni assiepato piu' avanti, diviso dagli italiani. Anche li' materassi a terra e uomini e donne che dormono dove possono: sui muretti, sul marciapiede, sulle tavole dei mobili. "Quando ci hanno avvertito dello sgombero ci avevano detto che per noi erano pronte, almeno per questa notte, delle camere d'albergo. Invece ci hanno portato fuori con l'inganno e abbandonato".
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fonte: www.asgmedia.it 24/08/2007 - 17.00