Da Liberazione dell’1/03/2007, pag. 4

Treviso Ronde padane sotto inchiesta. L’accusa di una donna rom "arrestata": «Sono stati razzisti»

Sotto inchiesta le ronde padane inventate da Borghezio. Il procuratore capo di Treviso, Antonio Fojadelli, ha aperto un fascicolo relativo ad un episodio con protagonista "Veneto Sicuro", l’associazone alla quale fa capo il gruppo che, una settimana fa, aveva fermato una donna rom al mercato di Treviso che, a sua volta, ha denunciato la ronda, capitanata dal leghista Enrico Chinellato, per violenza privata. I rondisti, infatti, non si sarebbero limitati ad avvisare i vigilantes o la polizia della presenza di una persona che avrebbe commesso un reato (prelevando una coperta da una bancarella) ma avrebbero provato a identificare da soli la donna "appiccicandole" l’epiteto di ladra. I privati cittadini non hanno il diritto di chiedere informazioni di carattere privato ad altre persone. La donna ha provato a difendersi dando del razzista a Chinellato e i suoi. Per il capo leghista sarebbe solo uno «scambio verbale acceso ma il procuratore, scettico fin dal principio sulle finalità delle ronde, ha deciso di verificare ci sono state violazioni della legge. «Indubbio - per il senatore Pdci, Galante, il dato politico che emerge da questa vicenda: le ronde padane compiono un’indebita appropriazione di prerogative e competenze esclusive delle forze legittimamente preposte al controllo del territorio. Intanto, sull’altro versante dell’Appennino, in Lunigiana, altre ronde di cittadini "esasperati dai furti" hanno preso ad aggirarsi con i fucili da caccia. Perfino un consigliere forzista di un comune della zona preoccupato dall’escalation armata e chiede se non sia il caso di istituire un Commissariato di Pubblica Sicurezza nella Lunigiana Centrale.