Domanda (proibita) alla Sinistra: perché restiamo in questo governo?
Piero Sansonetti
Ieri mattina abbiamo avuto una discussione accesa in riunione
di redazione. Ciascuno di noi ha espresso forti dubbi sul rapporto tra sinistra
e governo. Questo articolo che adesso scrivo, e che riassume la discussione, è
del tutto - come si diceva una volta - "fuori linea". Contiene una domanda
"proibita" che noi rivolgiamo a tutta la Sinistra. La domanda la pongo alla fine
dell'articolo. Parto da due notizie. Due notizie di ieri sera. Prima: Lamberto
Dini avverte Prodi che non voterà quegli articoli della Finanziaria che
prevedono la sanatoria dei precari nella pubblica amministrazione. Cioè voterà
contro un provvedimento ottenuto dai senatori del Prc e della sinistra. Seconda
notizia: Walter Veltroni convoca una conferenza stampa per dire che le misure
repressive decise dal governo martedì sera (con la dissociazione dei ministri di
sinistra) non gli sembrano abbastanza severe, anche perché sono disegni di legge
e non decreti urgenti, e dunque non tengono conto dell'emergenza criminalità.
Veltroni chiede che il governo si
riunisca, cambi i disegni di legge, decida il diritto dei prefetti a espellere
dall'Italia i cittadini rumeni (indicati come responsabili dei peggiori delitti;
e questa dichiarazione, oggettivamente razzista, viola la legge Mancino che
proibisce il razzismo). Il governo prende atto delle indicazioni di
Veltroni (che evidentemente è diventato un premier aggiunto, col potere di
convocare il consiglio dei ministri) si riunisce d'urgenza per decidere come
attuare nuove misure repressive, che aggirino le leggi europee e che sospendano
lo stato di diritto almeno in alcune sue parti. Chissà come mai il governo non
ha trovato invece che fosse un'emergenza, e richiedesse una riunione urgente, il
fatto che in Calabria un bambino di 12 anni è morto, e poteva essere salvato,
perché non è arrivata l'ambulanza? Non sarebbe stato opportuno un decreto per
aumentare le ambulanze, o per migliorare la situazione della sanità pubblica in
Calabria?
* * *
Una notizia dell'altro ieri: in Parlamento settori della maggioranza si uniscono
al centrodestra per cancellare un pezzo, significativo, del programma
dell'Unione, e cioè quello che prevedeva una commissione parlamentare che
indagasse su Genova 2001, cioè sulla mattanza di polizia e carabinieri contro il
popolo no-global che fu definita dall'attuale ministro degli Esteri, D'Alema,
"notte cilena" (nel senso di pinochettista, fascista). Si sa bene che la
sinistra teneva moltissimo a quella commissione, perché vuole la verità su
Genova, perché Genova ancora brucia la sua carne, perché è morto Carlo Giuliani,
perché centinaia di ragazzi furono torturati. E per di più oggi rischiano
assurde condanne penali.
* * *
Poi ci sono tante altre notizie dei giorni e dei mesi scorsi. Per esempio che
nel programma di governo erano previsti i Pacs, e la possibilità di unione
civile per gli omosessuali, e che oggi quella prospettiva è cancellata. Oppure
che nel programma di governo c'era scritto che sarebbe stata superata la legge
30, quella che stabilizza la precarietà, e invece quella legge è stata
sostanzialmente irrobustita. O la notizia che non è stata cancellata - come
promesso, sempre nel programma - la riforma delle pensioni prevista dalla legge
Maroni, e che l'età pensionabile è stata innalzata. Oppure la notizia che i
soldi del tesoretto sono stati distribuiti soprattutto per aiutare gli
industriali. O che non ci si decide a tassare le rendite. O che la legge
Fini-Giovanardi che perseguita i ragazzi che fumano canne e spinelli, è ancora
lì. Oppure la notizia - che però non riguarda direttamente il governo - che
nelle città amministrate dal centrosinistra si abbattono le baracche dei senza
casa, si deportano i rom, si dà la caccia ai lavavetri eccetera.
* * *
La domanda che adesso faccio, e che avete letto nel titolo, è semplicissima ma
non è affatto facile trovare una risposta: vale la pena di restare in questo
governo? O più precisamente: cosa è che obbliga la sinistra a restare dentro una
alleanza che in nessun modo la rispetta, che cammina su una linea completamente
diversa da quella tracciata nel programma di governo del 2006, che subisce i
ricatti e i diktat delle sue componenti moderate - spesso più d'accordo con la
Casa delle Libertà che con gli alleati di governo - che la considera pura
riserva di voti, ne offende spesso i principi fondamentali, ritiene di poterla
tenere prigioniera sulla base di una equazione che viene ripetuta
all'ossessione: se si scioglie questa maggioranza torna Berlusconi?
Io capisco perfettamente il senso di quella equazione, e non ne disprezzo la
forza, la concretezza. E' del tutto evidente che stiamo vivendo in un momento
storico nel quale le classi dirigenti e gran parte del senso comune,
dell'opinione pubblica, sono spostati - in ogni campo - su posizioni molto molto
conservatrici, anzi, reazionarie. Come non avveniva da decenni, direi dagli anni
'50. Molti principi della civiltà, punti fermi, che in passato sembravano
granitici, sono stati spazzati via, cancellati. Ed è chiaro che in questo clima,
in questa china, il ritorno al governo di una destra forte e rivitalizzata dalla
sconfitta del centrosinistra, potrebbe essere devastante.
Comincio a dubitare però che sull'altare di questa cruda e crudelissima verità
si possa sacrificare la stessa nostra esistenza, la ragion d'essere, la volontà
di non essere cancellati - per esempio - del popolo, anzi dei popoli che sono
scesi in piazza il 20 ottobre.
* * *
Oltretutto assistiamo a una scena politica singolare. Da un lato i centristi
dell'Unione ci intimano disciplina e lealtà all'alleanza. Dall'altro i loro
leader (vale Veltroni per tutti) avverte che alle prossime elezioni intende
rompere questa alleanza. Questo non è un elemento nuovo, che deve modificare le
nostre valutazioni degli ultimi mesi? E non è un elemento nuovo anche il fatto
che lo scioglimento dei Ds, e quindi la scomparsa di una forza politica robusta
e riformista, ha determinato un drammatico spostamento a destra del quadro
dell'Unione, cioè ha modificato il Dna dell'alleanza che avevamo sottoscritto
prima delle elezioni del 2006?
liberazione 1 novembre 2007