DAL CORRIERE DELLA SERA DEL 16 DICEMBRE 2007
contro il bullismo e la violenza giovanile serve la fermezza dell'intelligenza
Cara Maria Latella,
colpisce la notizia del pestaggio subito sul bus 780 da una signora di mezza età
da parte di 4 ragazze di età compresa tra i 14 e i 16 anni.
Contestualmente è stata pubblicata la notizia che quantifica i danni di natura
vandalica prodotti dagli adolescenti negli istituti scolastici. Da molte parti
si levano valutazioni e giudizi, spesso sommari, contro i giovani o contro i genitori che non sanno dialogare (Ferraris), o contro gli
insegnanti che non sanno insegnare.
Ho avuto la preziosa opportunità di lavorare come
educatore professionale con un progetto annuale in una scuola superiore ed ho
potuto conoscere ragazze di 15 e 16 anni che avevano l'etichetta (data dai
docenti) di bulle, con note sul registro, sanzioni disciplinari e qualche
bocciatura. Ho constatato, dal mio punto di vista, che il più delle volte queste
ragazze avevano fame di essere ascoltate e rispettate e sapevano ricambiare il
rispetto.
Purtroppo, forse per spirito di corpo, la scuola trascurava il fatto che quando
al disagio adolescenziale si somma quello di insegnanti stressati e/o in cura
con psicofarmaci, è difficile produrre qualcosa di buono dal punto di vista
dell'educazione e delle relazioni. So che il problema è, ovviamente, più
complesso e articolato e spero che qualcuno, presto, cominci ad affrontarlo
senza schemi semplicistici e precostituiti.
Domenico Ciardulli
IL COMMENTO DELLA GIORNALISTA MARIA LATELLA
Per citare il sociologo Giuseppe De Rita certi problemi apparentemente insolubili non si affrontano con la forza, ma con la fermezza dell'intelligenza. Le due cose possono procedere insieme. E a proposito di intelligenza, vorrei citare l'esempio del liceo romano Socrate in cui quest'anno gli studenti produrranno un documentario su se stessi, di fatto un intelligente risposta al reality. Di questo esperimento torneremo a occuparci quanto prima. mlatella@rcs.it