LAZIO: CHE FINE FARANNO I 10 MILIONI DI EURO DESTINATI AI PRECARI DELLA SCUOLA?

C'è un capitolo del decreto salvaprecari della scuola che, a mio avviso dovrebbe essere ben chiarito. Si tratta del ruolo della Regione Lazio la quale dovrebbe attuare, con fondi già disponibili, progetti finalizzati alla riammissione nel circuito scolastico di coloro che dal 1 settembre sono rimasti senza lavoro.

Della necessità di qualificare il personale scolastico rimasto senza occupazione ne ha parlato anche il Presidente della Repubblica qualche giorno fa. Ma se qualcuno va a chiedere informazione all'Ufficio Scolastico Provinciale di Roma le impiegate del IV piano, addette al personale Ata, cascano dalle nuvole e rispondono di non sapere nulla dei progetti della Regione Lazio. Eppure sui moduli di domanda per l'ammissione alle graduatorie di priorità si chiede la disponibilità a partecipare a progetti regionali che il decreto salvaprecari assimila nella maturazione del punteggio al servizio effettuato presso le scuole. Inoltre l'eventuale rinuncia a partecipare a tali progetti comporta la perdita dell'indennità di disoccupazione.

Il consigliere regionale Enzo Di Stefano della Lista Polverini ha recentemente indirizzato una lettera pubblica alla Presidente della Regione Lazio per sollecitare le opportune decisioni sull'argomento scrivendo che "I tagli operati nell’ambito del comparto del personale ATA mettono a rischio la stessa organizzazione operativa delle scuole, oltre a creare preoccupanti vuoti occupazionali che si ripercuotono sul reddito delle famiglie degli innumerevoli lavoratori interessati".

Bene! allora non sarebbe ragionevole che la Presidente Polverini, i Direttori e Dirigenti dell'Ufficio Scolastico Regionale si parlassero tra loro e decidessero con trasparenza le modalità di impiego dei circa 10 milioni di euro e le modalità di reclutamento dei precari della scuola inseriti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento?

Domenico Ciardulli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hit Counter