DIRITTI DEL LAVORO: LE TEORIE STRAMPALATE DI GALLI DELLA LOGGIA

Nel suo articolo di prima pagina di lunedì 17 gennaio scorso il prof. Ernesto Galli della Loggia scrive che mentre i diritti politici, per essere riconosciuti ed esercitati, non necessitano di alcun contesto esterno particolarmente favorevole,viceversa il godimento dei diritti cosiddetti sociali e del lavoro è perlopiù possibile solo se vi è un contesto economico esterno favorevole. Da qui discenderebbe, secondo Ernesto Galli Della Loggia, la comprimibilità di tali supposti diritti a causa di un mercato planetario globale. Il professore aggiunge: " dire condizioni sociali dei cittadini è cosa diversa dal dire diritti del lavoro. Invece, secondo l'opinionista, facendo del "lavoro" addirittura il fondamento dello Stato democratico, la Carta costituzionale avrebbe certamente favorito questa confusione. Il ragionamento dell'emerito cattedratico punta ad una conclusione che, a mio avviso, lascia di stucco: "un patto di cittadinanza democratica che metta al centro la condizione sociale dei cittadini e non i diritti del lavoro". Perchè "..la figura centrale della democrazia non sono i lavoratori ma è l'uomo della strada...".

Non è la prima volta che il Corriere della Sera ospita teorie alquanto "originali". Ricordo l'elogio del nucleare da parte dell'oncologo Veronesi, ricordo l'estremismo di Vittorio Messori che si è scagliato contro i cittadini di Roma nord colpiti dall'elettrosmog di Radio Vaticana. Ricordo l'affondo contro il mondo islamico da parte di Oriana Fallaci in un momento di guerra devastante per il medio oriente. Oggi c'è il professore ad insegnarci che il "Si" al referendum di Mirafiori "mette radicalmente in discussione l'intera vulgata ideologica costruita in tutti questi decenni intorno alla Costituzione".

Probabilmente noi umili lettori, non illuminati come il buon Galli della Loggia, ci facciamo troppo impressionare dagli effetti della Cassa integrazione e dai licenziamenti che in un mondo globalizzato sono (?) perfettamente normali e fisiologici. Lo stesso governo italiano,  allineandosi con l'Unione Europea, ha forse perso tempo istituendo una commissione consultiva per la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato inserito nel testo Unico sulla sicurezza n.81/2008. Così come il ministro Tremonti avrà perso la sintonia con la globalizzazione se dalla Finanziaria è nata anche la legge 183/2010 che disciplina l'impugnazione per i licenziamenti illegittimi.

Probabilmente saranno "vulgata" antiquata anche quei lavoratori che sono stati licenziati e si sono tolti la vita come il 27enne di Cagliari alla vigilia di Natale, o il giovane che si è impiccato a Ragusa due giorni fa, o il quarantenne che si è impiccato ieri a Vazzola. Può darsi che Galli Della Loggia abbia ragione e che siamo tutti visionari e utopisti nell'interpretazione autentica del primo articolo della Costituzione. Ma può anche darsi che se il professore si calasse nei panni di un operaio si accorgerebbe che la sua teoria, non solo è strampalata, ma si colloca in maniera spregiudicata e irresponsabile fuori dalla "Storia" e dalla "Memoria" del nostro paese.

Domenico Ciardulli                                                       18 gennaio 2011

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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