Domenica 11 giugno 2006

SUL CORRIERE DELLA SERA CRONACA DI ROMA 

COMUNE DI ROMA E ASSUNZIONI: "DO UT DES" TRA POLITICA E SINDACATI: TUTTO VERO?

 
Cara Maria Latella,

ho letto un interessante articolo di Lisa Bartoli sui lavoratori sottoinquadrati rispetto al titolo di studio. Vorrei fare alcune considerazioni in base alla mia esperienza. Faccio parte anch’io di quei 3 milioni e 700mila italiani: pur avendo 2 titoli di laurea e un master spendibili nel sociale corrispondenti al 7° livello, svolgo a Roma in una cooperativa sociale il ruolo di assistente (4° livello). Oggettiva difficoltà dell’azienda? No, perchè la cooperativa ha acquisito molti servizi dal V° Dipartimento del Comune ed ha assunto nuovo personale di varie qualifiche superiori. Credo invece si tratti di una forma moderna di «closed shop», pratica usata ai tempi di Taylor (1856-1915): assunzioni e promozioni (e «sbarramenti») condizionate dall'ufficio appaltante e dal «sindacato governativo locale». Non si spiegherebbero altrimenti le relazioni di parentela o le conoscenze «strette» tra persone assunte nella cooperativa e funzionari del V° Dipartimento. Così come altre provengono da attività nel «sindacato governativo». Sia chiaro: tutti hanno il diritto costituzionale alla migliore occupazione senza distinzione di sesso, età o altro. Ma per me si tratta di un’organizzazione scientifica del lavoro basata sull'uso strumentale del danaro pubblico finalizzato ad un «do ut des»: più servizi in appalto in cambio di ubbidienza, sistemazione e promozione di parenti e amici, utili poi nelle elezioni e nel tesseramento sindacale. Data tale situazione non sorprende che i Nas, intervenuti in una struttura comunale per anziani, abbiano trovato falle enormi nell’igiene e sicurezza, dovute per me a tale felice connubio tra ente appaltante, coop appaltatrici e «sindacato governativo».  Domenico Ciardulli
 

Denuncia cose gravi, signor Ciardulli e mi auguro possa documentarle, quando e se qualcuno volesse saperne di più. Perchè delle due l’una: o lei attribuisce un potere che in realtà i soggetti da lei indicati (il sindacato filogovernativo?) non hanno. O le cose stanno come dice lei e il familismo «amorale» di recente evocato per Moggi e compagnia, riguarda in realtà tutte le Italie che incrociamo. C’è una terza ipotesi, ovvio, e cioè che nessuno chieda conto di quel che lei ha scritto. Sarebbe scoraggiante. mlatella@rcs.it

SEGUITO

 

P.S: SABATO 10 GIUGNO 2006 E' STATO CHIESTO AL SINDACO VELTRONI, VIA FAX AL N° 066784239,  UN INCONTRO PER ILLUSTRARGLI NEI PARTICOLARI LA SITUAZIONE, PER PARLARE DI ETICA DEGLI APPALTI NEI SERVIZI DEL V° DIPARTIMENTO E PER FAR CESSARE I LICENZIAMENTI NELLE COOPERATIVE SOCIALI.