Corriere
della sera del 21 ottobre 2006
TELEFONI SUPERMERCATI AUTOBUS, LA NOSTRA
PRIVACY VIOLATA OVUNQUE
Cara Maria Latella,
A seguito di accurata indagine sulle modalità di raccolta
dei dati provenienti dai titoli di viaggio elettronici sui mezzi di trasporto
romani, il Garante per la Protezione dei dati personali, in data 6 settembre
2006, ha prescritto all'azienda Atac spa di "trattare le informazioni relative
ai dati di convalida per l'analisi statistica dei flussi di traffico
ricorrendo a tecniche di anonimizzazione dei dati personali raccolti, in modo
che risulti preclusa la possibilità di risalire a tempi e luoghi di convalida
effettuati da singoli utenti, identificati o identificabili". Inoltre ha
disposto per quanto attiene ai dati sino ad oggi registrati, "il blocco
temporaneo e parziale del relativo trattamento per il tempo necessario per
attuare, entro il termine previsto, la prescrizione volta ad anonimizzare i
dati".
Dopo lo scandalo delle intercettazioni attraverso il quale
scopriamo di non poter conversare al telefono senza il rischio di essere
spiati, veniamo a sapere che le aziende di trasporto conservano i dati dei
nostri spostamenti con i mezzi pubblici degli ultimi 5 anni. Intanto nei
grandi supermercati si sono inventati particolari microchip elettronici, ben
nascosti nei prodotti in vendita, permessi solo nell'ambiente interno per la
catalogazione dei prodotti.
Ma chi ci protegge dall'uso improprio di questi microchip
che possono anche uscire abusivamente al di fuori del supermercato e
consentire agli "spioni" invasive indagini di mercato (?) nella privacy delle
famiglie italiane?
Domenico Ciardulli
RISPONDE MARIA LATELLA
Caro Ciardulli, tra le molte cose singolari che capitano a
noi umani, c'è ormai anche quella di essere schedati. Temo però che richiedere
a gran voce che l'Atac o i supermercati non conservino i nostri dati
produrrebbe lo stesso effetto delle famose grida manzoniane. Le banche sanno
se abbiamo comprato un nuovo cellulare attraverso le ricariche che facciamo,
le carte di credito segnalano le nostre preferenze di consumatori. Insomma
credo che converrà convogliare le nostre forze a difesa della privacy in una
sola direzione, cercando, almeno sul quel fronte, di vincere la battaglia.
Difendiamo la libertà delle nostre conversazioni telefoniche. E per il resto
siamo consapevoli di essere quotidianamente monitorati dal Grande Fratello dei
consumi. Monitorati ma non manipolati, se ci impegniamo, almeno, a vendere
cara la pelle.