PUBBLICATA SUL QUOTIDIANO "LIBERAZIONE" DEL 14 SETTEMBRE 2006

Pensioni
Quando il lavoro  usura davvero

Caro Sansonetti,

andare in pensione a 58 anni, con qualche penalizzazione minima, sembra un annuncio clamoroso ma in realtà l’oggetto del contendere è la sistemazione post-lavorativa dei ceti medi. Non sembra invece emergere il problema dei lavori usuranti che, oltre una certa età, rappresentano un rischio reale e incombente di patologie croniche serie. Per questi lavoratori il momento della pensione diventa momento di ricovero in ospedale. Non sembra stia a cuore neanche la situazione dei tantissimi lavoratori del terziario e, in particolare, del terzo settore. Grazie ad un decreto degli anni 80, le cooperative sociali hanno potuto optare per un regime contributivo ridotto a danno dei propri soci-lavoratori. Questo ha comportato versamenti all’Inps tali da compromettere gravemente il futuro pensionistico di tantissimi lavoratori dei servizi socio-educativi ed assistenziali del privato sociale. Allo stesso modo per tutti i vecchi co. co. co. e per nuovi contrattisti a progetto il raggiungimento dell'età pensionabile e di una pensione dignitosa è pura fantascienza. La forbice tra pensioni d’oro e pensioni minime o sociali è oramai così abissale da far pensare a regimi monarchici del terzo mondo. Del problema delle future pensioni da fame e del difficile raggiungimento del parametro degli anni di contribuzione, forse, non c’è ancora piena consapevolezza. A ciò si aggiunge il fattore dell’usura psicofisica per chi lavora nella sanità, nel sociale, nella siderurgia, nell’edilizia eccetera. Una vecchia proposta di legge per aggiornare l’elenco dei lavori usuranti è rimasta lettera morta in un cassetto del Parlamento. Chissà se il Presidente della Camera, tanto sensibile a questi temi, si accorgerà delle emergenze vere da introdurre nella riforma delle pensioni.

Domenico Ciardulli

PRESIDENTE BERTINOTTI SEI IN ASCOLTO?