DA IL CORRIERE DELLA SERA 26 SETTEMBRE 2006

LA DENUNCIA FORTE DI UNO STUDENTE UNIVERSITARIO

E LA RISPOSTA DI UN SOLO RETTORE. E GLI ALTRI DUE??

 

 

 

 

 

 

Quegli esami all'Università con lo squillo dei telefonini

Cara Maria Latella,

Ho visto fare gli esami all'Università con interruzioni dovute al telefonino dell'esaminatore, e non dico quale Università perchè senza una reazione corale degli studenti la mia segnalazione serve a poco.
Ho visto fare lezione con interruzioni dovute a conversazioni telefoniche del docente. 
Come vede c'è di peggio e l'episodio raccontato dallo studente de "La Sapienza" non è neanche il più "antipatico".
E' vero, saranno altri casi isolati, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, ma si tratta di casi plateali che non potrebbero verificarsi se non esistesse, a monte, una tolleranza della gerarchia universitaria. Cosa denota, a mio avviso, questo?
1) Che esiste una parte di docenti che ricopre contemporanenamente incarichi professionali fuori dall'Università per cui a volte si presenta a lezione con uno o due telefonini e non può spegnerli perchè ha doveri contemporanei verso altri ambienti di lavoro;
2) Che c'è una frattura netta intergenerazionale tra un corpo sociale di potere basato sulla gerontocrazia e le nuove leve universitarie.
Esse sono sempre più disorientate davanti alle manifestazioni di arroganza e scarso rispetto di alcuni professori che concepiscono la cattedra come posizione baronale.
La soluzione sta certamente prima di tutto all'interno del corpo docente stesso. Ci vorrebbe una robusta una reazione etica dei tanti professori corretti e coerenti. 
Lettera Firmata
RISPOSTA DI MARIA LATELLA
Prima la lettera dello studente che raccontava di un episodio di ordinaria maleducazione: il docente che verbalizza un esame in due nanosecondi, senza neanche impegnarsi in una decente conversazione con l'allievo desideroso di capire le motivazioni del voto e come fare a migliorare ( poi parlano di tutor). A seguito della lettera dello studente, l'accorata replica di un docente che giustamente difende i molti insegnanti che, a La Sapienza e altrove, danno almeno quanto ricevono. Oggi un'ulteriore lettera di precisazione. Mi aspetterei, a questo punto, l'opinione del rettore de La Sapienza, gli interventi di docenti, oltre che degli studenti.
All'università italiana si guarda con molta speranza, ma la riprovazione di atteggiamenti arroganti, superficiali, maleducati deve venire in primis da chi ha l'autorità per censurarli. O no?
mlatella@rcs.it
Corriere della sera 27 settembre 2006

LA RISPOSTA DELL'UFFICIO STAMPA DI RENATO GUARINI, RETTORE DELL'UNIVERSITA' LA SAPIENZA

Gentile Maria Latella,

vogliamo rassicurare i lettori: non ci è sfuggita la lettera dello studente che sul corriere di sabato scorso segnalava il comportamento scorretto di un docente. L'episodio, così come gli altri riportati sulla rubrica, è naturalmente molto grave. Le regole fondamentali del rispetto reciproco sono tanto più necessarie all'interno di un'istituzione con finalità formative come l'università. Vorremmo quindi informare che il rettore, Renato Guarini, ha esplicitamente invitato i Presidi a farsi promotori dell norme della buona convivenza, in particolare per quanto riguarda l'uso dei telefonini. precisiamo peraltro che il Rettore non aveva ritenuto di replicare con una lettera destinata alla pubblicazione perchè la protesta dello studente aveva trovato adeguata risposta il giorno successivo da parte di un docente di altro ateneo. Il prof. Guarini ha invece espresso il desiderio di essere messo in contatto con lo studente per incontrarlo di persona e già lunedì abbiamo inviato un messaggio in tal senso all'indirizzo della sua rubrica, evidentemente giunto in redazione troppo tardi rispetto ai tempi di chiusura. Alessandra Barberis  Capo Ufficio stampa e comunicazione Università La Sapienza

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Credo che questa lettera vada presa alla lettera e, perdonate lo sciocco gioco di parole. Mi auguro che così venga accolta dai docenti, gran parte dei quali sono certa da sempre condivide e applica i principi confermati dal Rettore Guarini: cui, è quasi superfluo aggiungerlo, va il mio ringraziamento. Non per me, si capisce; ho frequentato giurisprudenza a La Sapienza a fine anni 70 quando non c'erano telefonini, il prof. Lipari ci faceva tremare all'esame di diritto privato e il prof. Pugliese ci insegnava l'eleganza del rispetto reciproco. Non per me, ma per quei tanti studenti che da questa lettera si saranno sentiti difesi. Dovevano imparare, non solo a sostenere degli esami ma a vivere rispettando ed essendo rispettati, la replica del Rettore è una risposta, un'indicazione, un punto fermo. A vent'anni e dintorni servono eccome.       

                 Maria Latella  (mlatella@rcs.it)