LA VIOLENZA SUI TURISTI OLANDESI, SEGNO DI UN FALLIMENTO BIPARTISAN

Nell'ultima campagna elettorale il centrodestra fece leva, strumentalmente, su due episodi di violenza accaduti a Roma in zona  "La Storta" e "Tor di Quinto" per mettere in difficoltà l'avversario Veltroni. Oggi il PD di Veltroni utilizza, strumentalmente, l'episodio di violenza accaduto a Ponte Galeria per mettere in difficoltà l'avversario Alemanno.

Prima di ogni ragionamento, tutti dovrebbero stringersi in maniera solidale ai due coniugi olandesi colpiti da tanta violenza. La loro esperienza di viaggio attraverso l'Europa, su una bicicletta, porta implicitamente un messaggio di pace transnazionale, di fiducia nelle persone e nelle relazioni, di speranza per una comunità più accogliente e solidale.

I due turisti vengono da un paese diverso dal nostro dove, probabilmente, una violenza del genere su persone inermi in un contesto simile non è nemmeno concepita e pensata, dove forse esiste un diverso sistema comunitario che garantisce maggiore serenità e maggiore qualità nei rapporti tra le persone.

Non credo che la maggiore sicurezza, raggiunta in altri paesi europei, sia garantita dalla presenza dell'esercito e da un ingente spiegamento di forze dell'ordine nelle strade e nei quartieri. Può darsi che esistano anche altri elementi nel sistema organizzativo, di amministrazione della cosa pubblica, dell'Istruzione, della Giustizia,  del Lavoro e del Welfare in grado di creare un forte tessuto sociale, regolato e solidale, che abbia il sopravvento rispetto ad ogni sacca o potenziale germe di violenza e di degrado urbano.

Mettiamola così: potrebbero sbagliare entrambi, sia l'ultimo Veltroni e il suo PD che hanno tentato in campagna elettorale di inseguire i loro avversari sul terreno della militarizzazione dei territori, anche attraverso l'uso di agenti di polizia straniera, che hanno cercato sempre di nascondere sotto il tappeto "cinematografico" i problemi delle periferie e del loro degrado sociale. Ma sbaglia anche il "primo Alemanno" sindaco e il suo compagno di partito e ministro, i quali pensano di risolvere il problema della violenza metropolitana, non studiando il fenomeno alla radice nella sua propria chiave complessa, ma moltiplicando divieti e divise, rapportandosi con il problema sul solo dato immediato e superficiale: l'incremento illusorio della percezione di sicurezza da parte del proprio elettorato.

I due schieramenti politici che utilizzano la violenza subita dalla coppia olandese, per polemizzare e spararsi bordate in chiave di consenso elettorale, a mio avviso,  non stanno dando al nostro paese e all'Europa, che ci sta osservando, un'immagine edificante della politica nostrana.

Trasuda violenza in molte nicchie delle grandi metropoli e questa violenza non può essere,a mio avviso, nè inquadrata in un contesto interetnico nè risolta soltanto con la forza o erigendo nuovi penitenziari. C'è di tutto: dal cocainomane o alcolista al volante che fa stragi sulle strade, ai due giovani nostrani che picchiano e rapinano una prostituta o accoltellano un coetaneo identificato come avversario politico, agli adolescenti romani che distruggono gli edifici pubblici o ad alcuni fanatici genovesi che picchiano selvaggiamente uno studente africano o a quel branco di Verona che ha massacrato e ucciso un coetaneo per futili motivi.

Spaziando per il globo, potremmo trovare quella stessa violenza centuplicata nel recente massacro di 50 bambini afghani, come effetto "collaterale" delle strane modalità di controllo militare di un territorio presidiato.

E con questa "bestia", annidata e spesso sopita e dormiente nei meandri e nelle intercapedini della comunità e, a volte, nelle pieghe delle istituzioni, che bisogna fare i conti. Pensare di reprimerla solo attraverso la forza e il livello militare senza porsi il problema di come depotenziarla in maniera permanente, renderla asfittica attraverso una nuova mentalità di governo dei processi, attraverso politiche  coordinate alla radice in ogni settore che riguardi la qualità della vita dei cittadini, di quelli più piccoli e dei più anziani, di quelli più fortunati e di quelli meno fortunati. Le politiche di Welfare, così come quelle dell'istruzione e della comunicazione, sono una chiave importante che non va trascurata. Esse possono contribuire, con l'impegno di tutte le forze civiche sane della società,  a raggiungere un minimo equilibrio di pacifica e civile convivenza.

Forse sarebbe meglio se i partiti, sia quelli vecchi che quelli nuovi riciclati, di entrambi gli schieramenti parlamentari, facessero un passo indietro e si mettessero di più al servizio del paese e a garanzia dei beni comuni, e di meno al servizio fazioso di una "squadra" il cui fine prioritario e prevalente è la conquista del potere e l'annichilimento della "squadra" avversaria, anche quando ci si trova tutti quanti sull'orlo di un precipizio.

Domenico Ciardulli

ARTICOLO PUBBLICATO SU: ►www.vejo.it     www.aprileonline.info   www.roma.repubblica.it  www.osservatoriosullalegalita.org

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hit Counter