I PANINI SONO TANTI, MILIONI DI MILIONI...

DISERTIAMO LE ELEZIONI!

"Panini alla Milioni", "Repubblica vendesi, rivolgersi a Napolitano" "vinceremo noi"  ... "ammucchiata strampalata".... "Trani's intercettations..."

Oggi 14 marzo, nel suo editoriale domenicale,  Eugenio Scalfari scrive un appello, accorato e alquanto curioso, rivolto agli elettori di centrosinistra e di centrodestra: Esorta i primi ad andare a votare e i secondi a non andare a votare.

Scalfari, dopo aver criticato le posizioni centriste moderate, sembra rintuzzare l'editoriale di Sergio Romano sul corriere della sera del giorno precedente (dal titolo: "Piazze piene, idee vuote") quando esalta la bontà e la passione dell'ultima manifestazione a piazza del popolo. Con una sorta di ricetta messianica, Scalfari propone ai lettori un valore civico insolitamente doubleface: è doveroso andare a votare per il centrosinistra mentre è altrettanto doverosa l'astensione dal voto degli elettori di centrodestra.

Per avvalorare la sua tesi sulla necessità di far fuori il premier, tra le tante argomentazioni, il guru de "La Repubblica" rivela alcune segrete confidenze sui comportamenti arroganti di Berlusconi che gli avrebbe fatto il senatore Carlo Azeglio Ciampi quando era presidente della Repubblica.

E' la solita vecchia teoria sul bene e il male, su Satana e Gesù. Ma di quale mondo fa parte il direttore de La Repubblica? Come potrà mai dimostrare che la politica così com'è oggi rappresentata dagli attuali partiti non sia "ogni giorno di più un cinepanettone, con un format sempre uguale, con gli stessi attori e le stesse battute"? (le citazioni in corsivo sono di Carlo Calenda e Andrea Romano).

Chi potrebbe mai smentire che la grande autostrada delle privatizzazioni di sanità, scuola, servizi, della precarizzazione del lavoro, della cementificazione del verde ecc ecc.. sia un'autostrada inaugurata da governi e amministrazioni di centrosinistra (poi percorsa anche da quelle di destra) ? Chi potrebbe mai dire che il "sacco di Roma", con le sue devastazioni di aree ad interesse archeologico, paesaggistico e idrogeologico, sia un processo generato da giunte di un ben preciso colore politico? E chi potrebbe dire, ad esempio, che le nomine fatte dal centrosinistra per l'ente Roma Natura, per le Asl, per gli ospedali abbiano seguito un criterio oggettivo di merito teso al benessere della comunità e non dei padrini di partito? Quale giunta regionale di centrosinistra o di centrodestra ha mai dato seguito effettivamente alla Convenzione di Aarhus e al suo collegato legislativo del 2001 per far partecipare pienamente i cittadini alle trasformazioni urbanistiche? (A Roma, ad esempio, Veltroni ha varato un regolamento sulla partecipazione rimasto lettera morta e la Regione Lazio di Marrazzo e Montino non ha mai imposto una propria normativa). Chi potrebbe mai dire che la corruzione e le collusioni con le associazioni di stampo mafioso e camorristico abbiano un solo colore politico? Un esempio di smentita viene in questi giorni dall'onorevole Angela Napoli, membro della commissione antimafia, che avrebbe lanciato online la preoccupazione per la qualità discutibile delle candidature regionali calabresi orientando così l'opinione pubblica verso la scelta astensionistica.

Per non parlare della  lottizzazione della Rai e delle sue conseguenti degenerazioni che hanno attraversato mezzo secolo fatto di monocolore democristiano, pentapartito, compromesso storico...

In questi giorni mi ha telefonato un militante di sinistra, che è anche segretario di un circolo di partito della periferia nord di Roma, e mi ha chiesto quale sarà la mia posizione alle prossime elezioni regionali. Di fronte alla mia risposta neutrale e distaccata, il simpatico militante mi ha detto che occorre assumersi le responsabilità politiche delle proprie scelte quando poi si andrà a chiedere qualcosa alla Regione.... ecc ecc. E' limpido il significato di questa telefonata, testimonia l'arretratezza culturale di questi peones di partito sul rapporto tra cittadini e istituzioni. Secondo questa arcaica visione, gli eletti devono rispondere direttamente, più che alla collettività e all'interesse generale dei cittadini, ai loro elettori che l'hanno esplicitamente votati assecondando richieste di lavoro, opere pubbliche mirate, appalti e progetti. Probabilmente l'interlocutore telefonico avrebbe voluto propormi il sostegno ad un "cavallo" amico nella corsa elettorale per la Regione Lazio.. ma è rimasto deluso.

Dopo lo scandalo Marrazzo, i partiti hanno pensato di ricorrere alle candidature in "salsa rosa" sperando così di porre rimedio alla sfiducia e alla disillusione degli elettori. No. Polverini e Bonino non è detto che rappresentino una garanzia d'innovazione per il solo fatto di essere donne. Non è detto che, senza una modifica etica del sistema, possano individualmente invertire questa macellazione di diritti e di istanze sociali. In un caso e nell'altro, sono circondate da sepolcri imbiancati che, in cambio del loro supporto alla vittoria, intendono dettare la lista di persone, di priorità e i programmi. In ballo ci sono milioni di euro di fondi, europei, del piano nazionale sociale e sanitario, del lavoro e della formazione, ecc ecc. Tanti soldi e tanto potere che fanno gola ai grandi pescecani nella prospettiva strumentale di un ribaltamento politico o di un consolidamento del governo del paese. E come hanno scritto Calenda e Romano "allora viene da pensare che se vi fosse una crescita dell’astensione e se aumentasse il numero degli italiani decisi ad esercitare il diritto individuale al non voto, ciò potrebbe rappresentare un impulso utile ad un auspicabile rinnovamento del copione. In questo caso sarebbe difficile biasimare gli astenuti, nei quali si potrebbe persino riconoscere, vista la qualità della crisi che abbiamo davanti, un sovrappiù di dignità civile. Perché in fondo siamo noi che, pagando puntualmente il biglietto, consentiamo a questo brutto spettacolo di andare ancora una volta in scena".
 

Domenico Ciardulli