14 giugno 2009

Le nuove brigate rosse e il corniciaio di Casal Bruciato

Nella tradizione anglosassone, l’habeas corpus prevede il divieto di ogni detenzione arbitraria, il diritto dell'imputato (o di un suo rappresentante) a richiedere al giudice un regolare processo entro 20 giorni dall'arresto e l'applicazione di gravi sanzioni in caso di violazione di questo diritto da parte delle autorità. Per estensione, l'espressione habeus corpus indica nei sistemi democratici l'insieme delle garanzie previste dalla Costituzione a difesa della libertà del cittadino. Il nostro paese è stato la culla del diritto romano che ha influenzato tutti i sistemi giudiziari europei. Il nostro paese è un paese garantista. Infatti nel nostro Parlamento siedono persone condannate e/o inquisite per reati abbastanza gravi. Il nostro paese ha magistrati coraggiosi. Infatti ha visto morire grandi "eroi" come Falcone, Borsellino e tanti altri, dove non sempre è stato chiaro, purtroppo, il confine delle responsabilità tra i loro carnefici diretti e i piccoli diverticoli dell'apparato dello Stato. Il nostro paese garantisce la libertà costituzionale di opinione e di espressione. Sulla base di tali diritti e libertà fondamentali sopra elencate, mi piacerebbe che i media andassero più a fondo e dessero più notizie sull'arresto di Luigi Fallico, il corniciaio di Casal Bruciato, e degli altri componenti il presunto gruppo eversivo romano delle nuove Br, accusate di preparare un attentato contro il vertice del G8.

I particolari di cronaca hanno descritto l'ipotesi investigativa di un attentato attraverso modellini natanti radiocomandati via mare che avrebbero dovuto colpire il vertice del G8 previsto inizialmente presso l'isola della Maddalena in Sardegna. La cronaca ha anche parlato di una successiva revisione in corso del presunto progetto terroristico dopo la decisione di spostare il G8 a L'Aquila.

Nell'inchiesta mi sembra di capire che vi siano state intercettazioni telefoniche del tipo: "passo a prendere la cornice di cm 8 x 30" che secondo gli investigatori avrebbe dovuto significare: "ci vediamo alle 8,30". Gli incontri di riserva venivano chiamati "recuperi" e via dicendo.

Alcuni particolari, ovviamente, saltano agli occhi su tutti i quotidiani e agenzie. Non si trovano facilmente dichiarazioni della difesa tranne una, notata sul corriere della sera di sabato 13 giugno: secondo il difensore di Luigi Fallico "l'inchiesta è un gigante dai piedi di argilla che poggia su intercettazioni di conversazioni telefoniche e ambientali dal tono ameno se non folkloristico". Salta anche agli occhi che l'unica arma rinvenuta sarebbe una pistola non denunciata, trovata in casa di un settantenne che ora si trova agli arresti domiciliari . Inoltre non sembrano risultare collegamenti logistici tra i 14 brigatisti condannati ieri a Milano e questa presunta "cellula" romana. Ma, a mio avviso, la cosa più delicata è l'appello sui giornali con il quale gli investigatori chiedono collaborazione per trovare un magazzino, un garage o un box dove, secondo le deduzioni investigative, Luigi Fallico custodirebbe  "armi, esplosivo o materiale collegato all'attività del gruppo eversivo".  Presumo che tale eventuale ritrovamento avvalorerebbe i fondamenti dell'inchiesta e degli arresti effettuati.

Ci auguriamo che gli investigatori trovino presto questo box, con o senza l'aiuto dei cittadini. Se questo avvenisse sarebbe doveroso per tutti unirsi ai ringraziamenti e alle congratulazioni espresse dal sindaco Alemanno, e dai Presidenti Marrazzo e Zingaretti per la preziosa opera di prevenzione di un atto terroristico contro il vertice del G8.

Ugualmente, però, saremmo grati alla Magistratura e al corpo investigativo se dovessero, invece, con la stessa sollecitudine, decidere di fare un passo indietro e ridimensionare il castello accusatorio mosso contro gli arrestati, a causa di eventuali nuovi elementi a loro favore.

E' importante tutelare la sicurezza della nazione contro potenziali riaccensioni di focolai terroristici ma è altrettanto importante tutelare i diritti fondamentali delle persone contro ogni detenzione e restrizione della libertà che si riveli eccessiva o ingiusta.

Ps: A mio avviso, sarebbe anche una cosa costruttiva se le elìtes intellettuali e i grandi editorialisti del nostro paese esprimessero la loro opinione sulla proposta, reiterata più volte in questi anni dal Presidente Cossiga, di un'amnistia e di un indulto, capaci, secondo il senatore a vita, di superare "politicamente" "la vendetta" e "la paura" nei confronti del terrorismo degli anni 70, e di aprire un "serio dibattito che preluda alla chiusura degli strascichi di una stagione che il carcere non storicizza".

Domenico Ciardulli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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