OSTIA: IMMIGRATO PESTATO A SANGUE PERCHE' VENDEVA BIBITE SULLA SPIAGGIA
Forse era un immigrato clandestino e non presenterà mai nessuna denuncia. Si era dotato di un frigo portatile e l'aveva riempito di bibite fresche girando per la spiaggia di Ostia. Era questo il modo che aveva scelto per sbarcare il lunario e guadagnarsi da vivere.
La sua colpa è di essere passato vicino ad un chiosco bar di una spiaggia libera e contro di lui è scattata una barbara aggressione. Colpito contemporaneamente da più persone, parenti del titolare del chiosco, pestato a sangue, senza che i tanti bagnanti alzassero un dito per difenderlo. Si è lasciato picchiare selvaggiamente senza tentare di difendersi, ha poi mollato il suo frigo ed è riuscito a sfuggire ai suoi massacratori.
Dopo questo atto violento inqualificabile, alcuni testimoni, presi dai rimorsi di coscienza per non essere intervenuti, hanno deciso di parlare con un cronista, hanno esternato il loro dispiacere, confermando questo episodio orripilante che scuote le fondamenta della nostra città quale prestigiosa culla del diritto romano (L'episodio è stato reso noto da Il Messaggero di oggi 22 agosto 2008).
ECCO L'ARTICOLO DE "IL MESSAGGERO" DEL 22 AGOSTO 2008
«Hanno picchiato a sangue un ambulante straniero»
di Mara Azzarelli
Roma (22 agosto) - Un ambulante straniero massacrato di botte perché vendeva le
bibite su un'affollata spiaggia di Ostia. Decine i testimoni ma nessuno
interviene per aiutarlo.
«Lo hanno picchiato. Prima era uno, poi se ne è aggiunto un altro. Mi vergogno
ma io come tutte le persone presenti non siamo state capaci di reagire e
aiutarlo. Avevamo paura».
Parla con la voce che gli si spezza in gola uno dei testimoni del pestaggio
avvenuto ieri intorno a mezzogiorno sul litorale. Tutto sarebbe successo in
pochi minuti all'interno di una spiaggia libera del lungomare affidata in
gestione stagionalmente dal Comune di Roma. Secondo il racconto dei testimoni
sarebbe stato proprio un parente di uno dei gestori del chiosco, aiutato da un
dipendente, a fermare lo straniero che camminava sulla spiaggia con un frigobar
portatile.
«Se la sono presa con lui - racconta il testimone - perché gli faceva
concorrenza vendendo le bibite vicino al chiosco». L'uomo interrompe il
racconto: quella scena che continua a passargli davanti agli occhi e il senso di
colpa gli tolgono la voce. «Non si è difeso - riprende - Sulla spiaggia ci sarà
stato un centinaio di persone. Nessuno, compreso io, ha mosso un dito anche
semplicemente per chiamare le forze dell'ordine. Giusto un ragazzo, quando
quelli si sono allontanati, lo ha aiutato a uscire dalla struttura
consigliandogli di starne alla larga per evitare guai».
La fuga, insomma, sarebbe stata l’unica via di uscita per non subire conseguenze
peggiori.
Dell'episodio non ci sarebbero tracce né presso il commissariato né ai
carabinieri, tanto meno al pronto soccorso. Il venditore abusivo era
probabilmente un clandestino, e per questo difficilmente avrebbe potuto
denunciare quello che gli era successo. Eppure quelle botte date con tanto
accanimento a quel poveretto, un nordafricano a quanto pare, giurano di averle
viste in tanti. Il pestaggio viene negato dal gestore del chiosco che però parla
di una discussione con un venditore abusivo.
«Io non c'ero - mette in chiaro - so che qualcuno dei miei ha litigato con uno
straniero che vendeva bibite, ma qui nessuno ha alzato un dito». Poi indica un
parente e uno dei bagnini: sarebbero loro i responsabili del pestaggio secondo
il racconto dei bagnanti.
«Ma quali botte - risponde uno di loro - venissero qui a dirlo». ««Quelli -
riprende l'uomo riferendosi agli abusivi - sono un problema: le forze
dell'ordine vengono e li portano via quasi tutti i giorni. E' successo pure
ieri». «Non si parli però di intolleranza - tronca la discussione il gestore del
chiosco - perché qui mica siamo razzisti».
Negli ultimi tempi l'amministrazione che per anni hanno chiuso un occhio
rispetto alla presenza dei vu cumprà sulla spiaggia ha in effetti iniziato ad
effettuare controlli rigidi anche grazie ai maggiori poteri concessi
dall'ordinanza antiborsone voluta dal sindaco Gianni Alemanno. La "tolleranza
zero" non ha arginato per ora il fenomeno della vendita abusiva sulla spiaggia
di Ostia. E alcuni episodi di violenza continuano ad accadere sotto gli occhi
dei bagnanti.