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OTTAVIA, IL MISTERO DELLE SCUOLE MATERNE

Nel quartiere di Ottavia succedono cose che non sono facilmente comprensibili alla mente umana e chissā se sia questo il motivo per cui nessuno approfondisce preferendo voltare lo sguardo in altra direzione. Uno dei tanti enigmi che affronteremo in questa "puntata" č il rapporto tra il Comune di Roma e la ASL RME riguardo l'agibilitā delle scuole materne comunali attualmente funzionanti. A quanto ci risulta, la scuola materna "Besso" che si trova su via Casal del Marmo 118 non avrebbe mai ottenuto il necessario certificato di agibilitā e idoneitā della Azienda Sanitaria Locale RME. Un requisito che per una scuola dell'infanzia dovrebbe essere indispensabile per poter funzionare come servizio pubblico.

La conseguenza ovvia di questa sorprendente anomalia č che il servizio svolto dalle maestre che vi lavorano, chi da circa 20 anni chi da meno, non č riconosciuto dallo Stato ai fini di punteggi e graduatorie concorsuali. Questa situazione, a dir poco allucinante, ci conduce su ragionamenti ancora pių intricati e ad una domanda preoccupante: quale requisito strutturale manca a quell'edificio scolastico per essere privo dell'autorizzazione al funzionamento da parte della ASL ?

Sforzandosi di andare con la memoria indietro nel tempo, verso la fine degli anni 90 un problema importante della scuola era la presenza di un vecchio prefabbricato-laboratorio costruito con l'amianto. Esso si trovava dove adesso c'č l'area giochi esterna. Quella "casupola" fu abbattuta. Ma rimaneva il problema di un analogo prefabbricato posto dietro la scuola e adibito da parecchio tempo a Centro Anziani. Le lesioni sulle pareti esterne del Centro anziani, riscontrate allora dagli ispettori della ASL RME, non furono risolte con l'abbattimento e lo smaltimento dell'amianto dell'edificio. Furono svolte, probabilmente, solo operazioni di incapsulamento. Ovviamente non possiamo essere certi di quali siano i motivi dell'autorizzazione sanitaria mancante perchč la questione risulta sconosciuta ai genitori che tutte le mattine accompagnano in quella scuola i loro bambini.

Un'altra grande anomalia della scuola materna, o meglio anomalia dei precedenti amministratori del Campidoglio e del municipio XIX č stata l'apertura deliberata del piano soprastante la scuola.

Con tale deliberazione il problema, misteriosamente, si raddoppiava: si apriva, cioč, un altro piano alle attivitā con i bambini senza avere un certificato di agibilitā dell'Autoritā sanitaria e senza avere il requisito delle scale antincendio prescritto dalle leggi sulla sicurezza. Probabilmente, per questi motivi il progetto di ristrutturazione del piano superiore ha previsto l'installazione delle scale e dell'ascensore. E, alla fine, chiunque osservasse la struttura sul lato posteriore poteva dire: "vedi, adesso la scuola č a posto!". Invece no, a distanza di anni e anni dall'installazione delle scale esterne, si viene a sapere che quelle uscite di sicurezza poste sul retro non sono state mai regolarmente attivate. Chissā? Forse non hanno mai superato il collaudo?

In tutti questi discorsi occorre tenere conto che stiamo trattando della Salute e Sicurezza di qualche centinaio di bambini dai 3 ai 5 anni. Stiamo anche trattando della salute e sicurezza di decine di lavoratrici e lavoratori che una legge dello Stato come la 81/08 (Testo unico della Sicurezza), tutelerebbe efficacemente con sanzioni rilevanti a carico dei datori di lavoro. E la ASL RME non potrebbe adottare criteri ispettivi differenti in base alla natura pubblica o privata della struttura ispezionata.

Sempre in tema infanzia, rimane l'interrogativo sulla nuova scuola materna di Ottavia, quella di via Vivi Gioi, realizzata da un costruttore nell'ambito dei cosiddetti artt. 11 del programma di recupero urbano denominato "Selva Candida Palmarola". Sarebbe giusto e ovvio che i cittadini sapessero se questo nuovo edificio, prima di aprire le porte ai piccoli utenti e alle loro famiglie sia stato dotato delle prescritte autorizzazioni sanitarie della competente ASL. A quanto ci risulta, una recente ispezione avrebbe riscontrato anomalie ambientali. Pertanto, il problema del riconoscimento del servizio delle maestre, come servizio statale, sarebbe analogo a quello di via Casal del marmo.

Quindi concludiamo con un invito alla riflessione rivolto all'opinione pubblica e al Campidoglio, un invito intriso di sincere speranze: Su tale patrimonio pubblico come si ha intenzione di intervenire? Come mai gli attuali amministratori, di diversa estrazione politica rispetto a quelli precedenti, sembrano impantanati sugli stessi identici errori del passato?

Domenico Ciardulli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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