PROVE DI PARTECIPAZIONE AL PIANO SOCIALE DI ROMA

Forum tematico sugli anziani ieri a via Assisi 41. Quasi duecento persone presenti al primo dei 3 appuntamenti programmati sul calendario dal Comune di Roma. La sala scelta non era propriamente idonea al numero dei partecipanti.

La platea ha discusso le modalità organizzative degli incontri e alla fine si è deciso di dividere il forum in due gruppi, uno sugli anziani autosufficienti e uno sugli anziani non autosufficienti.

Il dirigente dell'Area Case di Riposo del comune di Roma, dr. Michele Guarino,  ha rappresentato la situazione di grave perdita economica relativa alle case di riposo comunali che "ospitano circa 270 anziani". Lo stesso ha invitato la platea a riflettere su nuove modalità di erogazione dei servizi. Sul merito esposto dal dr. Guarino, un partecipante al forum ha obiettato che le case di riposo hanno gravi perdite probabilmente per le modalità di gestione poco razionali. Ad esempio, per oltre venti anni il Comune di Roma, invece di acquistare l'immobile di via Casal Boccone 112  dove c'è la casa di riposo Roma 2, o invece di acquistare altra struttura, ha pagato un esorbitante canone di affitto all'Enpals (circa 2 miliardi e mezzo delle vecchie lire). Ciò ha contribuito non poco a bilanci disastrosi. Così come hanno contribuito alla gestione rovinosa gli appalti dati in tutti questi anni alle ditte di vigilanza oppure esternalizzazione parcellizzata dei servizi (lavanderia, pulizie, manutenzione ascensori, manutenzione giardini, manutenzione tecnica, cucina, portineria, assistenza alla persona, parrucchiera, barberia ecc ecc). I cosiddetti appalti spezzatino.

La rappresentante dello SPI CGIL, sig.ra Croci ha invitato gli organizzatori e i partecipanti a tenere conto delle politiche di governo e del libro bianco di Sacconi il quale introdurrebbe un'idea del welfare basata sui tagli e sul fai da te delle famiglie in tema di assistenza alle persone non autosufficienti. Una politica che è stata sposata dal Campidoglio due anni fa con l'approvazione del Dpef.

Altre idee uscite durante questa prima sessione a carattere plenario sono state le necessità di focalizzare domande e offerte secondo un approccio di rete e di integrazione socio sanitaria che faticano a decollare. Non esiste attualmente un efficace collegamento tra enti locali (Regione, Provincia, Comune) sui temi della formazione e riqualificazione degli adest in Oss. Non esiste una procedura standard e parificata sui vari distretti sanitari e municipi che fornisca servizi domiciliari multidisciplinari basati sul piano di assistenza individuale e su tutti gli atti conseguenti che dovrebbero vedere coinvolti i medici curanti, gli assistenti sociali delle Asl e del comune, il Cad e le cooperative accreditate ecc. ecc.. La presidente dell'Ordine degli assistenti sociali del Lazio ha ribadito nel suo intervento che l'efficacia dell'assistenza domiciliare non può prescindere dalla mobilitazione di tutte le energie civiche disponibili e c'è bisogno di qualcuno che attivi il coordinamento tra le tante risorse del territorio. Solo in questo modo si possono dare risposte ragionate e concrete alla domanda di tutela da parte dei cittadini in situazione di difficoltà.

Un esponente del privato sociale ha difeso i servizi comunali di residenzialità che comunque hanno una loro funzione e utilità e che andrebbero rafforzati all'insegna della qualità e dell'efficienza assieme a tutti gli altri servizi di tipo domiciliare e semiresidenziale.

Il prossimo incontro vedrà il lavoro di due sottogruppi, ad ognuno dei quali si sono iscritti circa 60 persone. Il lavoro dovrà culminare con una quarta e poi una quinta iniziativa a febbraio come momento di restituzione corale di quello che si è fatto.

Peccati veniali di questa iniziativa sono senza dubbio la scelta della sede inadeguata rispetto al numero di iscritti. Poi è apparsa una certa titubanza ad aprire alla partecipazione piena a 360 gradi, non c'è stato molto incoraggiamento alla diffusione capillare del forum anzi sembra quasi si sia scoraggiata la partecipazione di coloro che volevano assistere a più di un forum, pur da osservatori. Inoltre molti assistenti sociali e dirigenti di cooperative sociali mentre sembrava scarsa la presenza degli operatori di base ed educatori. E tutte queste manchevolezze sembrano deviare un pò dalla filosofia e dall'ottica della legge 328.

Per il resto niente male questa prima assemblea. Ma se ciò che emergerà potrà essere effettivamente raccolto e tradotto in politiche sociali e conseguenti politiche economiche allora non sarà stato un lavoro inutile e ingannevole e potremo dire che la 328 ha prodotto qualche parzialissimo frutto anche se a distanza di 10 anni.

Roma 12 novembre 2010

Domenico Ciardulli

Il dramma_della_demenza_senile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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