IL GRIDO D'ALLARME DI UN RAGAZZO SFORTUNATO

Sono la mamma del diciassettenne Andrea Guardabascio, affetto dalla nascita dalla tetraparesi spastica, che gli impedisce di camminare, correre, o svolgere qualsiasi altra attività motoria. Molti hanno aiutato Andrea, e la sua storia è rimasta nel cuore di molta gente. Dopo aver effettuato un intervento delicato negli  USA, nel 1997 ha avuto ed ha ancora, una grande solidarietà. Mi chiedo però quale sarà il futuro di mio figlio quando non ci sarò più io. Il mio sogno è che possa essere chiamato ad uno dei Centri diurni di cui è in lista dal 2008: Don Orione, Centro Vojta, Centro COES. Possibile che quando chiamo, questi Centri non possano farmi sapere la sua graduatoria di inserimento? Sono la mamma, non un'estranea. Un altro problema è la mensa scolastica: prima Andrea era completamente esente, ora dal 2011 deve pagare 80 euro al mese, nonostante frequenti solo tre volte a settimana la scuola. Assurdo dire che per tre disabili a scuola ci sia un'assistente, che deve svolgere alcune attività non solo fisiche, ma anche didattiche. Andrea poi ha solo tre volte a settimana l'assistenza domiciliare di 9 ore perchè nel mio municipio, il XV, non possono offrirgli più ore. Pare anzi che l'assistenza si blocchi, perchè mio ha riferito uno degli assistenti domiciliari che nel mese di febbraio "forse" non avranno lo stipendio. E i Servizi Sociali mi hanno riferito che Andrea è fortunato perchè le ore di assistenza domiciliare sarebbero state solo 6. Sono due anni che non fa fisioterapia domiciliare perchè non si trova un fisioterapista in zona. Frequenta solo una volta a settimana il nuoto. Andrea percepisce una quota di accompagno che è di euro 417, due mesi fa era di 480 euro: l'Inps mi ha scritto che gli aveva tolto dei soldi che risultavano in più. Non posso curarlo solo con questa cifra. Tra l'altro devo pagare un neuropsichiatra 120 euro al mese, perchè le strutture pubbliche come il Gemelli, dopo una visita nel 2010, mi hanno riferito che non poteva essere curato da loro non avendo un professore che possa prendersi la responsabilità di curare mio figlio che è affetto da una psicosi. Sembra assurdo, una struttura così grande non ha personale all'altezza di curare un ragazzo con questa diagnosi?  Non solo, ma dovrei portarlo due volte a settimana presso l'Università di Chieti, " G. D'Annunzio", pagando circa 3mila euro escluso il viaggio, per effettuare fisiocinesiterapia. E in più dovrebbe essere sottoposto ad un altro intervento chirurgico, di allungamento ai tendini, ma la lista di attesa è molto lunga per le strutture pubbliche. Non posso curarlo, non perchè non voglio, Andrea è la mia vita, la mia gioia, ma (non mi vergogno di dirlo),  non ho molti soldi, il mio stipendio non me lo permette, sono solo un'impiegata. E' mai possibile che una mamma sola come me debba chiedere aiuto ai giornali, alle televisioni, alla radio, alle persone dalle più semplici alle più importanti, perchè la sanità funziona poco?

Oriana Di Cesare 

(Lettera pubblicata sul Corriere della Sera Roma del 27 febbraio 2011)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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