(ECCO COSA SCRIVEVA L'ESPRESSO IL 10 MAGGIO 2007)

Ospedali killer

di Daniela Minerva

Castellaneta. Vibo Valentia. Careggi. Si allunga l'elenco dei morti nelle strutture pubbliche. Il ministro Livia Turco corre ai ripari. Via i baroni e chi sbaglia. Colloquio con Livia Turco

 

La sanità va bonificata dalla devastazione in cui l'hanno gettata anni di abbandono e di razzia: Livia Turco ha passato un anno a dichiarare, dichiarare, dichiarare; incalzata dalle mille vicende tragiche e criminali che hanno costellato le cronache sanitarie. E oggi, all'indomani dell'ennesima tragedia senza senso - i morti di Castellaneta - sa che non può più dire "vigileremo", che non può più limitarsi a mandare i Nas. O rispondere, a chi le chiede conto della débâcle, che la gestione degli ospedali è di competenza delle regioni: sarà anche così, ma l'opinione pubblica non ne può più di un sistema sanitario in cui non si capisce mai di chi siano le colpe.

"Ogni mattina mi chiedo quale emergenza mi aspetti. E ogni giorno misuro gli effetti dell'abbandono, di una politica vergognosa che si è occupata della sanità solo per le sue cordate e le attribuzioni di potere". Castellaneta è la nuova punta dell'iceberg, e il ministro è pronta a far saltare il banco. Perché se c'è stata Castellaneta, e prima ancora Vibo Valentia, Careggi, di disastro in disastro, è perché il sistema è allo sbando. E va cambiato, subito.

Lei è un animale politico e usa la parola "ammodernare"; precisa che non si tratta di una riforma, che la legge Bindi, quella in vigore, va benissimo... Ma in quelle 50 paginette che tiene in mano, e che il 18 maggio presenterà al presidente Romano Prodi e agli attori in scena, c'è una rivoluzione copernicana, che 'L'espresso' è in grado di anticipare: strumenti per prevenire gli errori basati sulla trasparenza, fuori la politica dalla gestione degli ospedali, concorsi a prova di inciucio per i primari, valutazione dei medici e degli amministratori, medici di medicina generale in servizio 24 ore su 24 sette giorni la settimana. "Questa è la nostra carne viva", dice un po' imbarazzata mostrando la bozza del disegno di legge: "C'è bisogno di un governo forte del sistema, e di un nuovo progetto. E abbiamo bisogno di offrirlo ai medici, agli amministratori, a tutte le parti migliori del sistema che devono potersi sentire parte di una squadra. È di questo ministero il compito di trovare questo orizzonte, di dare una nuova dignità forte a tutti gli operatori del Ssn. Mi sono stufata di essere soltanto un erogatore di fondi. E mi sono stufata del fatto che al centro della politica sanitaria ci sia il pareggio di bilancio. Deve esserci la qualità".

Parlare di qualità all'indomani di Castellaneta suona politichese. Niente di più concreto?
"Non è tollerabile che dove il cittadino va per guarire, egli di fatto possa essere vittima di incidenti. Venerdì 11 presenterò al consiglio dei ministri un disegno di legge che dota tutte le Asl di una struttura dedicata alla prevenzione del rischio clinico con poteri di intervento per individuare gli errori, capire quali sono le cause, prevedere iniziative e bonifica degli ambienti. Questo deve essere fatto e in molte parti del Paese è fatto. Serve la massima trasparenza per prevenirne il ripetersi degli incidenti. E dovrà essere possibile prendere subito delle misure contro i colpevoli. Ma bisogna anche creare un rapporto di fiducia tra i medici che non devono sentirsi sempre sul banco degli imputati e i cittadini che devono sentirsi delegati. Per comporre i conflitti le regioni devono istituire delle Camere di conciliazione, imparziali. Qui i cittadini che si ritengono danneggiati dal Ssn troveranno assistenza gratuita di esperti che faranno gli accertamenti necessari caso per caso e proporranno delle composizioni dei dissidi".

Un patteggiamento?
"Non si deve finire sempre in tribunale. Perché l'iter giudiziario, non solo snerva i cittadini, ma allarma i medici e rende così più difficile la trasparenza del percorso che ha portato all'errore e, quindi, la possibilità di evitare che esso si ripeta".

Lei dice che a governare il Ssn nazionale è stata solo la logica dei bilanci. Dobbiamo pensare che il ripetersi, ormai giornaliero, dei casi di malasanità sia da attribuire alla gestione economicistica delle aziende sanitarie?

(10 maggio 2007)