"IO,
FIGLIA DI UNA 89ENNE MALATA, STO USCENDO FUORI DI TESTA"
Riportiamo di seguito una testimonianza pubblicata sul Corriere della Sera di oggi. Chiunque voglia rispondere all’autrice della lettera può scrivere a cronacarm@rcs.it oppure può commentare qui: comiromanord@yahoo.it e faremo noi da tramite.
Mia madre, 89enne, è affetta da quasi 5 anni da "demenza senile". Per chi non conosce questa malattia possiamo dire che all'apparenza la persona sembra normale, sana e ricettiva, ma la sua testa è "altrove". Provo una grande pena e rabbia per questa madre "demente". Pena perchè mi rendo perfettamente conto, da figlia, del suo stato attuale; rabbia perchè non riesco ad accettare la sua infermità. Non mi rassegno all'idea di vedere il suo cervello logorarsi così repentinamente. E la rabbia è rivolta anche ai ricercatori che non sono riusciti a trovare qualcosa che arresti o rallenti questa malattia, che migliori lo stile di vita di queste persone. Forse sarà un atteggiamento egoistico il mio, forse avrò paura anch'io della mia vecchiaia, ma non la riconosco mia madre e la "contrasto". Non rido affatto quando mia madre dice sciocchezze, la riprendo quando mi dice la stessa cosa per decine e decine di volte, quando mi sgrida alzandomi contro il bastone, quando mi chiede di restituirle la pensione che le ho rubato, quando racconta storie inventate, quando non si affida e non si fida di me e degli altri figli. E a proposito di loro, siamo in 5, ma non tutti ce la facciamo agestirla: i miei fratelli, per esempio, preferiscono "fuggire" lasciando alle sorelle le incombenze del quotidiano. Ma anche le sorelle hanno i loro problemi di vita e di salute, di tempo e non tutte sono disponibili a seguire la madre quasi novantenne. Gli anziani malati devono poter trascorrere il poco tempo che rimane loro nella maniera migliore possibile, hanno tutto il diritto di essere distratti, di avere qualcuno che non li lasci mai soli: potrebbero lasciare aperto il gas, prendere una medicina al posto di un'altra, fare incontri pericolosi, aprire la porta a sconosciuti, non trovare la strada di casa tanto agilmente. E se da una parte non ci sono le strutture sufficienti a garantire al meglio gli ultimi anni della loro vita, dall'altro ci sono figli sempre più soli a gestire queste necessità. Una madre anziana con simili problemi ha bisogno di tantissime cure e attenzioni, come un bambino. Come lui ha bisogno di essere lavato, vestito, portato a spasso, portato dal parrucchiere, dai medici. Nella migliore delle ipotesi ha bisogno di essere portato qualche volta anche a distrarsi, in vacanza, a comprarsi qualcosa di nuovo perchè nel frattempo ha perso peso. Gestire tutto questo allora diventa veramente pesante. E non è sempre per ingratitudine che figli non riescono a farlo con i propri cari. E' la vita che ci ha cambiato e in peggio. Nè mi conforta sapere che ci sono tantissimi figli che hanno i loro genitori con lo stesso problema o addirittura peggiore del mio. Vorrei solo sapere come fare a non "uscire fuori di testa" come i nostri cari. Sarò grata a chi volesse dare una testimonianza, un consiglio, un aiuto, Ma credo di conoscere già le risposte.
Lettera firmata
PRIMI COMMENTI
FABIO SU RESET: La situazione degli anziani disabili è molto problematica anche nel mio Veneto, che non è una regione povera. Ma drammatica è la situazione di tutti i disabili, e in particolar modo di quelli mentali. Il peso ricade soprattutto sulle famiglie, e vi sarà un aggravamento nei prossimi anni, con le risorse del welfare in calo. Io sono un sessantenne padre di un autistico grave di 13 anni, e nel futuro vedo nero.
GUSTAVO SU RESET ITALIA: Mi tocca molto questa lettera perché, come molti italiani d'altronde, mi trovo quotidianamente a confrontarmi col progressivo degrado di tutte quelle funzioni e prerogative che fanno di un uomo, una persona. Non essendoci mai passato, non riesco a farmi una ragione dell' "istupidimento" di questi due individui che mi hanno messo al mondo e fatto crescere; vederli così abbandonati e impotenti verso l'ineluttabile fine, mi crea una rabbia irrazionale. Rabbia che, a volte, sfogo con loro un po' troppo duramente: ma tant'è. Non c'è nessuno a consigliare me, e i miei quattro fratelli, sul modo migliore per porsi nei confronti di due genitori di 88 e 85 anni, e noi facciamo quel che possiamo.
CS SU RESET ITALIA:
Gentile signora, mia nonna si trova nella stessa situazione. Da quando ha
compiuto 90 anni ha iniziato un lento declino. Prima la paura a stare in casa da
sola, poi si è rotta un femore. Fortunatamente vive nell'appartamento sotto
quello dei miei genitori, che sono appena andati in pensione. Dopo il femore si
sono fatti in quattro per renderla di nuovo "indipendente" (nei limiti, si
tratta quanto meno di alzarsi dal letto e andare in bagno da sola).
Purtroppo l'anno scorso, a 96 anni, si è rotta l'altro femore.
La questione è stata molto piu lunga. L'età è diversa, e dopo l'operazione
l'ospedale ha detto che questa volta non aveva diritto alla riabilitazione (1
mese) presso una clinica specializzata, perchè non c'era posto e quella poca
disponibilità è utilizzata per chi ha più probabilità di riprendersi. In altre
parole, sei troppo vecchia, inutile curarti.
Non ne voglio al personale degli ospedali, che si fanno spesso in quattro, ma mi
chiedo come questo governo possa parlare di "diritto alla vita" mentre non
garantisce nemmeno un minimo di "dignità della vita".
Mia nonna era casalinga, e con la pensione di reversibilità prende 500 euro al
mese. Vivendo coi miei risparmia sulla casa, e ha affittato il suo appartamento,
percependo altre 300 euro al mese (anche se una parte se ne va per le spese etc).
Con molti salti mortali e tonnellate di carta, mia madre è riuscita ad ottenere
400 euro al mese di accompagnamento. Insomma, mettendo tutto insieme, si riesce
a pagare - in parte - una badante che assiste la nonna (in regola).
E' l'unica cosa che permette ai miei genitori di non impazzire. E anche così non
è facile. Vero che ogni tanto riescono a uscire un paio d'ore, ma non possono
comunque allontanarsi troppo, la badante ha turni di riposo, la nonna alle volte
fa i capricci, non si fida, non vuole mangiare, dice che la badante ruba,
insomma, bisogna sempre esserci, sempre presenti.
A me spiace, perchè è vero che sono in pensione, ma entrambi i miei genitori
hanno lavorato per 40 anni, allevato e fatto studiare due figli, fatto sacrifici
per noi, per costruire qualcosa. Adesso che tutto sommato potrebbero stare un
po' tranquilli, godersi la loro casa, fare qualche viaggetto, sono invece
bloccati.
La cosa triste è che ora sono ancora relativamente giovani, e pensano che
trascorsi questi 5-6 anni sarà piu difficile anche per loro muoversi facilmente.
Non so quale possa essere la soluzione. Forse una casa di cura. Ma sicuramente
ne morirebbe. E così si rimane incastrati tra l'amore e il senso di colpa.
GABRY SU RESET ITALIA:
Non voglio portare e riportare sempre tutto ai danni di questi ultimi Governi,ma
capite da voi che spesso,spessissimo, chi si trova nelle condizioni descritte
dalla figlia della signora malata ,sono ANCHE frutto delle politiche e del
welfare or NOT welfare ,in aiuto a chi ha bisogno di supporto -
Governo vergognoso tanto quanto è vergognoso che abbiano praticamente dimezzato
se non eliminato gli aiuti alle famiglie dei disabili-Al contrario i $soldi per
i loro divertimenti e mantenimenti e benefizi vari li trovano sempre!!
ANNA ALCINI SU FB: Concordo sulle carenze da parte dello stato. È chiaro che una sola persona non può farsi carico di Tutto ciò. Se lo fa va incontro a seri problemi psicologici. Esiste una legge 104. Una pensione di invalidità.strutture di lunga degenza. Se la signora sk deve ammalare. . . È legittimo ricorrere a badanti o case di riposo. Mia madre sta con una badante e con me è dura la mia forza viene dalla sfida che ogni giorno vivo affinché lei sia al meglio e dall'amore incondizionato per lei. :-)
GIULIO CARA SU RESET ITALIA
leggere
fa male. Conosco casi simili in due nazioni diverse....vivendo da tempo in
Germania, dove la situazione e' diversa nel
" Welfare". La radice di questi malesseri e' sempre la stessa.....dei governanti
incapaci di occuparsi del bene comune.....Ma se il popolo tace o, si interessa
d'altro che non , dei Diritti di tutti....la signora dovrä "Arrangiarsi".
Sperando nella umana solidarietä dei suoi amici e conoscenti....E, visto che "Lo
Stato" siamo noi....abbiamo sbagliato. Mi dispiace, so cosa significa restar
soli coi propri problemi. Restano, forse, le associazioni di volontari che potrebbero
alleggerire il peso di questa sofferenza.....G. emigrante
DORIANA PUGLISI SU RESET:
Be', cara signora, per prima cosa mi spiace per la sua mamma, per lei, per chi
deve gestire situazioni del genere. Non so se lei l'ha già fatto, ma potrebbe
interpellare un'assistente sociale per rendersi conto se fosse il caso per
un'assistenza domiciliare, se non altro per alleggerire un po' lei, che credo,
essendo capillare, sia presente anche nel territorio in cui vivete...