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Asili nido che
chiudono per mancanza di personale. Bimbi costretti a rimanere a casa
perché le insegnanti sono malate e mancano le supplenti. Genitori
costretti a lasciare il posto di lavoro due, tre ore prima della chiusura
ufficiale per «impossibilità da parte del personale di continuare
l’attività educativa».
Da alcuni mesi gli asili nido della Capitale vivono una situazione di
“servizio a intermittenza”: con giorni in cui per mancanza di personale,
gli educatori accolgono solo alcuni bimbi. E chi rimane fuori, è costretto
a tornare a casa.
L’ultimo episodio è avvenuto solo ieri, a Morena, nel nido Acquarello. Più
di dieci genitori sono stati costretti a far intervenire i vigili urbani
del X gruppo e i carabinieri di Ciampino per far entrare i propri figli al
nido. «Cinque educatori erano malati - spiegano dall’asilo - e non c’erano
sostituti a sufficienza per mantenere il rapporto educatori-bambini, che
per legge dovrebbe essere di uno a sei. C'erano sette bambini in esubero:
37 con 5 insegnanti. Non avevamo la possibilità di farli entrare tutti
quanti». Solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine infatti le
educatrici presenti si sono assunte la responsabilità di far entrare i
bimbi nell'asilo. «Volevamo aspettare le supplenti che doveva mandarci il
municipio. Quando abbiamo fatto richiesta di personale, infatti, ci hanno
detto che avrebbero provveduto, ma non è arrivato nessuno». Le due
supplenti sono arrivate solo in tarda mattinata. «Un ritardo che il
municipio stesso avrebbe giustificato - affermano i genitori - con la
mancanza di personale supplente».
Ieri mattina è stata una giornata nera anche per i genitori dell’asilo
“l’Isola di Peter Pan”, alla Garbatella, dove 17 genitori hanno aspettato
due ore prima di poter lasciare i propri bimbi al nido, sempre per
mancanza di personale. Per questo, appoggiati dalle rappresentanze
sindacali di base, i genitori del Peter Pan, hanno deciso di avviare il 27
febbraio «una forte iniziativa di protesta davanti all'asilo, manifestando
contro la deriva degli nidi e delle scuole dell'infanzia comunali».
All’iniziativa hanno aderito anche i genitori degli altri due nidi
comunali del Municipio XI.
Situazione di crisi anche per le famiglie del “Chicco di Grano”, nido
dell’XI Municipio, «dove da gennaio quasi ogni giorno - racconta Paola
Voca, presidente del comitato di gestione - non c’è il numero sufficiente
delle educatrici. Con la conseguenza che o i bambini non entrano, o i
genitori vengono chiamati a lavoro molte ore prima dell’orario di chiusura
per andare a riprendere i figli».
Nei nidi di Roma insomma è scoppiato il caos: tanto che ieri con un
provvedimento d'urgenza, il Comune ha sbloccato la situazione di stallo
delle graduatorie per le supplenze brevi. «Da lunedì, - dichiarano gli
assessori alle Politiche educative e scolastiche e alle Politiche delle
risorse umane, Maria Coscia e Lucio D'Ubaldo - i municipi potranno
affidare supplenze giornaliere nei casi di estrema urgenza e di rischio
d'interruzione del servizio. Il provvedimento ha carattere temporaneo ed
emergenziale, e si rende necessario per far fronte alle molteplici assenze
per malattia di educatrici ed insegnanti verificatesi in questi ultimi
giorni». I municipi disporranno quindi di più personale per le brevi
assenze, potendo chiamare coloro che sono già stati ritenuti idonei a
rientrare nelle graduatorie ancora in via di compilazione, di un bando
pubblico già avviato.
Nonostante la risposta del comune, però la protesta non sembra voler
diminuire. Proprio oggi, infatti, alle 9, davanti al dipartimento
politiche del personale del comune, l'unione Sindacale Italiana Enti
Locali, a cui aderiscono educatrici, ausiliari di asili nido, insegnanti e
operatrici delle cooperative addette all'assistenza di alunni portatori di
handicap, sciopereranno per protestare contro l'accordo sindacale siglato
il 7 novembre 2006. «Un accordo che - come ha dichiarato il sindacato Usi
Ait - apre la strada definitivamente ai processi di gestione esterna a
Multiservizi e a Cooperative, di diversi servizi fondamentali, dalla
refezione scolastica alle attività ausiliarie, dall'assistenza ai disabili
fino alla gestione dei servizi educativi, che dovrebbero rimanere invece a
totale gestione pubblica diretta». «Con quest’accordo inoltre - ha
aggiunto - si prevede la diminuzione degli organici negli asili nido,
l'eliminazione della figura dell'insegnante di sostegno e del servizio
pubblico ai diversamente abili nelle scuole, con un aumento notevole dei
carichi di lavoro».
Ve.Cur. |