foto 13 aprile 2007

relativa allo sciopero di Genova

 

 

 

 

 

 

 

 

 

da IL VELINO

Morti bianche: appello di Napolitano, scontro Damiano-Sacconi

Roma, 14 apr (Velino) - Non c’è più tempo da perdere, si passi subito dalle parole ai fatti. È un appello accorato quello che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rivolto ai parlamentari durante un’intervista telefonica rilasciata al direttore del Tg3. Nelle ultime 24 ore sono stati sei i morti per incidenti sul lavoro, gli ultimi due stamattina, rispettivamente a Messina e in provincia di Cagliari. “Non ci sono più parole per esprimere commozione e sdegno dinanzi a questo tragico susseguirsi quasi quotidiano di incidenti mortali sul lavoro - ha detto con fermezza Napolitano -. È ora di decidere e di agire. E quindi hanno ragione coloro che temono che, dopo quello che accade, ogni volta si chiuda la parentesi. Non deve essere così. Non può essere così”. Dunque l’esortazione “a maggioranza e opposizione, perché si discuta liberamente ma rapidamente il disegno di legge del governo sulla sicurezza del lavoro, anche tenendo conto del fatto che dopo l’approvazione della legge bisognerà mettersi subito al lavoro per varare i decreti attuativi”. Il ddl è in realtà solo alle prime battute del suo iter e non è ancora arrivato davanti alle Camere, ma già qualcosa si può fare secondo la prima carica dello Stato: “È necessario che il governo destini senza indugio i mezzi necessari al rafforzamento delle ispezioni e dei controlli”. Ma Napolitano chiama in causa anche il mondo imprenditoriale: “L’ho detto fin dalle prime settimane del mio mandato, sono del tutto d’accordo con il presidente Marini, è un problema di cultura, di atteggiamento che coinvolge in senso generale l’opinione pubblica ma in modo particolare il sistema delle imprese, che chiama alla vigilanza anche i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”. Dal Quirinale, infine, la decisione di dedicare al tema della sicurezza sul lavoro la prossima festa del Primo Maggio.


Oggi però è stato l’intero mondo politico a far sentire la sua voce sulla questione delle morti bianche. Per evitare questo “bollettino di guerra” ha detto il presidente del Senato, Franco Marini, “dobbiamo rendere più efficienti le leggi che ci sono e coordinarle”. Ma è pure “necessario dare mezzi maggiori alle strutture di controllo che devono essere ancora più efficienti”. Sulla stessa lunghezza d’onda Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore nazionale di Forza Italia: “L’aumento delle morti bianche è un segnale drammatico che colpisce la coscienza di ognuno di noi. Alla luce di quello che sta avvenendo è indispensabile una legislazione più incisiva per la sicurezza sul lavoro. Come Forza Italia - ha concluso l’azzurro - ci ripromettiamo di presentare precise proposte anche sul terreno normativo”. “Se necessario si faccia subito un decreto legge” ha aggiunto il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha sottolineato come “anche grazie alla forte azione del presidente della Repubblica si sta rompendo il silenzio su un dramma che si ripete e sul quale, evidentemente, c’è stato un abbassamento dell’attenzione”. Loda invece il richiamo di Napolitano a un’azione bipartisan il senatore della Margherita Tiziano Treu che ha pure ribadito “l’impegno della Commissione ad approvare nei tempi più rapidi possibili una normativa divenuta essenziale”. E se il leader dei Ds Piero Fassino richiama l’attenzione su “quanto sia svilito il lavoro, divenuto via via precario, insicuro, sottopagato”, aggiungendo che “una società che non rispetta chi lavora e il frutto della fatica e dell’ingegno umano è più ingiusta, più arida, più crudele”, il leghista Roberto Calderoli plaude a Napolitano ma non rinuncia a una riflessione in più. “Bravo Napolitano, chi muore sul lavoro muore due volte e questo lo si deve a chi è stato il promotore di una dissennata politica di immigrazione che fa sì che il lavoratore non possa più richiedere a sua tutela l’applicazione dello statuto dei lavoratori o delle leggi vigenti in materia di lavoro, ma debba difendere il suo lavoro con le unghie dal lavoro nero conseguenza dei mercanti di schiavi. E chi utilizza gli schiavi - ha sottolineato l’esponente del Carroccio - non può che farsi beffa di qualunque norma di prevenzione degli infortuni o dei rischi sul lavoro”.

Sul tema delle morti bianche si deve registrare anche uno scambio di battute al calor bianco tra Cesare Damiano e Maurizio Sacconi. Dopo aver ricordato il lavoro che il Parlamento sta svolgendo in materia e dopo averne auspicato l’approvazione in tempi rapidi, stamattina il ministro del Lavoro, ha detto di aver “ereditato una situazione drammatica nella quale non c’era neppure la benzina per consentire agli ispettori di andare a fare i controlli. Io ho sbloccato questa situazione - ha proseguito il responsabile del dicastero di via Flavia -, ma chiederò al governo che sblocchi le risorse già stanziate dalla legge finanziaria a favore degli ispettori del Lavoro affinché intensifichino i controlli e la prevenzione”. Pronta la replica del sottosegretario del Lavoro durante l’ultimo governo Berlusconi: “Spiace che il ministro del Lavoro trovi il modo di polemizzare sull’eredità ricevuta dimenticando la legge Biagi che ha esteso le tutele a tutti i lavori e la recente riforma che ha integrato i servizi ispettivi di Inps, Inail e ministero aggiungendo a essi altri novecento ispettori - ha detto Sacconi -. Tocca peraltro al Servizio Sanitario e quindi alle Asl realizzare gran parte dell’attività ispettiva”. Il senatore azzurro ha poi ricordato che l’esecutivo di cui ha fatto parte “aveva già predisposto il nuovo testo unico in materia di salute e sicurezza bloccato dalle Regioni di sinistra sulla base di una rigida lettura della competenza regionale in materia. Vedo che oggi le stesse Regioni concedono al governo Prodi il nulla osta a un testo molto simile” ha fatto notare Sacconi, secondo cui “un tema così fondamentale dovrà essere in realtà oggetto di un confronto senza pregiudizi e rivolto a esaltare l’approccio sostanziale per obiettivi di maggiore sicurezza rispetto a quello formalistico per adempimenti. Forza Italia riproporrà quindi il testo unico che il gruppo di lavoro ministeriale da me presieduto aveva già elaborato e portato avanti, fermato solo dal conflitto istituzionale delle Regioni”.
(Manola Piras) 14 apr 17:51

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