LA DICHIARAZIONE DI FABRIZIO BURATTINI E IL COMUNICATO STAMPA DELLA CUB
Peggiorato lo scalone Maroni dall'accordo di questa notte,
con l'aggravante dell'acquiescenza sindacale e della sinistra di governo
Care/i compagne/i,
purtroppo quello che si temeva e che in cuor nostro cercavamo di esorcizzare si
è realizzato.
Con l'accordo di questa notte lo scalone Maroni è stato sostituito dagli scalini
Prodi-Damiano che ne addolciscono la pendenza, ma aggravandone al contempo le
conseguenze strutturali sul lungo periodo.
Stando ad una prima lettura del testo dell'accordo, se con la riforma Maroni
dal 1° gennaio 2008 si sarenbbe andati in pensione con 60 anni e 35 di
contributi
con la riforma siglata stanotte
dal 1° gennaio 2008 si potrà andare in pensione con 58 anni e 35 di
contributi
ma dal 1° luglio 2009 si potrà andare in pensione con 59 anni e 36 di
contributi
oppure (scalone Maroni spostato di 18 mesi) con 60 anni e 35 di
contributi
e dal 1° gennaio 2011 (scalone peggiorato) con 60 anni e 36 di
contributi
forse dal 1° gennaio 2013, se i conti non torneranno
(e possiamo star certi che non torneranno, visti i contabili) con 61 anni
e 36 di contributi
oppure (scalone peggioratissimo) con 62 anni e 35 di contributi
Viene mantenuta la migliore soglia di età anagrafica per le donne, ma, nei fatti
si cancella la posibilità per esse di andare in pensione di anzianità.
Quanto agli esentati per lavori usuranti, se saranno veramente esentati, visto
che, secondo l'accordo del 1995, dovevano già essere esentati dalla riforma Dini
e non lo sono mai stati, si tratterà (dati del governo) di meno del 10% dei
lavoratori dipendenti. Inoltre la estensione della loro esenzione è subordinata
ai risparmi effettuati-, con il ché il Padoa Schioppa o Almunia di turno
potranno sempre esigere una diminuzione delle esenzioni.
Dal 2010 verranno ridotti del 6-8% i coefficienti di trasformazione e, quindi,
con buona pace dei "nostri figli" mai così tanto strumentalizzati, neanche al
momento dell'abortita controriforma Berlusconi del 1994, verranno ridotte
ulteriormente le pensioni contributive future. La riduzione dei coefficienti
(prevista dalla Dini ogni 10 anni) viene accelerata ogni 3 anni. Si vuole
tendere ad azzerare le aspettative dei giovani verso la pensione pubblica,
affiché essi dicano basta ai contributi previdenziali per destinarli alle
assicurazioni private.
A proposito dei contributi, viene già preventivato un ulteriore loro aumento
0,09% (una ulteriore tassa di una ventina di euro medi).
Infine, una perla è l'impegno governativo per il prossimo anno a avviare la
detassazione dei premi di risultato conteplati nella contrattazione aziendale,
come da tempo rivendicato dalla Confindustria, accettato in particolare dalla
CISL e sempre rifiutato, finora, dalla CGIL. Tutto ciò a beneficio del
progressivo spostamento di risorse dai contratti nazionali a quelli aziendali.
Durante queste settimane, i contenuti del tavolo sindacale sono stati
marginalizzati, se non oscurati dallo scontro tra i ministri e, soprattutto,
dall'azione dei cosiddetti "riformisti" che si presentavano ipocritamente e
strumentalmente come i difensori dei giovani contro il corporativismo delle
vecchie generazioni. Nulla è stato fatto per far pesare con la mobilitazione di
massa le vere ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori (e dei giovani) che
sono convergenti. Nessun soggetto politico, né sindacale (perlomeno tra quelli
con un accredito istituzionale) si è fatto carico di raccogliere la
disponibilità alla lotta manifestata con molti scioperi spontanei prodottisi
nelle fabbriche nelle settimane e nei mesi scorsi. Si tratterebbe ora di mettere
in atto momenti di mobilitazione e di contestazione dell'accordo nei posti di
lavoro, in attesa di un suo rifiuto di massa a settembre.
Altre considerazioni nei prossimi giorni.
Cari saluti.
Fabrizio Burattini Segretario CGIL Roma Sud via del Velodromo, 80 -
00179 Roma
tel. +39.06.787810 fax +39.06.7886623 cell. +39.348.8101712 email
burattini@lazio.cgil.it
IL COMUNICATO STAMPA DELLA CUB
PENSIONI: CUB, HA VINTO LA LINEA DI BANCHIERI, CONFINDUSTRIA E GOVERNO
HANNO PERSO LAVORATORI E PENSIONATI
L’IPOTESI DI ACCORDO AUMENTA L’ETÀ PENSIONABILE CON LO STESSO RISULTATO PREVISTO DALLA LEGGE MARONI
Questa notte si è consumata l’ennesima beffa a danno di lavoratori e pensionati, con un accordo a costo zero rispetto alla legge Maroni, che produce l’ aumento dell’età pensionabile ed una presa in giro nei confronti dei lavoratori che svolgono lavori usuranti.
L’introduzione di 2 sole finestre per accedere alla pensione aumenta l’età effettiva di uscita dal lavoro per le pensioni di vecchiaia (65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne) con una contribuzione inferiore a 40 anni.
La prevista revisione automatica ogni 3 anni dei coefficienti in relazione all’aspettativa di vita porterà un continuo peggioramento dei trattamenti previdenziali attesi.
D’altro canto le pensioni in essere continueranno a perdere potere di acquisto, in quanto non vengono rivalutate automaticamente in relazione all’aumento dei prezzi e alla dinamica delle retribuzioni. La situazione delle pensioni in essere è ulteriormente aggravata dall’accordo del 10 luglio che prevede una vera e propria elemosina sulle pensioni minime (al 15% degli attuali pensionati) e che sarà rimangiata in breve tempo dall’aumento dei prezzi.
La CUB è intenzionata a continuare nella lotta contro l’aumento dell’età pensionabile, per il rilancio della previdenza pubblica a partire dal calcolo per i giovani della pensione al 2% annuo sulle ultime retribuzioni, come avviene già oggi per tutti gli altri lavoratori, e per l’aggancio automatico delle pensioni alla dinamica dei prezzi e delle retribuzioni.
Milano 20 luglio 07
Ufficio Stampa Rossella Lamina Tel. 067628277 - Fax 0676282228 Cell. 3474212769 e-mail: ufficiostampa@rdbcub.it