CAPODARCO, UNA GARA D'APPALTO DA 53 MILIONI DI EURO TRA EMOZIONE E LEGALITA'
questo articolo è stato pubblicato su: (Osservatorio) (Aprileonline) (RettificadiCapodarco)
Il Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo,
supportato dalla delibera del Consiglio di Amministrazione dell'ente
organizzatore LAit SpA, ha recentemente revocato la gara per l'affidamento del
Servizio di prenotazione delle prestazioni sanitarie (ReCup).
Una gara da 53 milioni di euro. Intanto il servizio è stato prorogato di sei
mesi alla cooperativa Capodarco che già lo gestisce sin dal 1999.
Prima di tale decisione c'erano state le polemiche suscitate dalla trasmissione
Report sulla situazione della Sanità nel Lazio. Successivamente, è stato
sollevato il problema che la cooperativa Capodarco, aggiudicataria del servizio
ReCup, fosse l'unica concorrente a partecipare alla gara.
Da destra e da sinistra si è invocata una procedura di maggiore trasparenza
anche per i requisiti richiesti dal bando che sembrano ristretti e fatti su
misura per scoraggiare un'ampia partecipazione. Esiste una direttiva europea
sulla libertà di concorrenza che non può essere ignorata.
Esistono procedure da osservare ed è sulla legittimità dell'iter seguito dalla
LAit SpA nell'organizzazione della gara che sta indagando la Procura.
Si è anche parlato sui giornali del fatto che l'Assessore alla Sanità, Augusto
Battaglia, sia tra i fondatori di Capodarco, con voci di possibili dimissioni,
anche se sono poi scaturiti dei distinguo tra Comunità Capodarco ente morale e
Capodarco cooperativa sociale Integrata di tipo B.
La situazione è oggi diventata più delicata di fronte al meccanismo mediatico
entrato in gioco in questi giorni: giornali, radio, Tv, hanno dato ampio risalto
alle strutture di Capodarco, con un bel ritorno di immagine, ma hanno
trasformato il problema della chiarezza e trasparenza delle procedure di gara in
un grido di allarme per la possibile perdita del posto di lavoro delle centinaia
di persone disabili impiegati in questo servizio.
Alcune associazioni hanno attivato un moto di solidarietà e raccolta firme per
la continuità occupazionale.
A mio parere, così facendo, si rischia di produrre confusione nell'opinione
pubblica che ascolta con emozione questi appelli dei lavoratori disabili.
La confusione, cioè, tra il diritto alla continuità occupazionale di chi già
lavora nel ReCup e il presunto diritto di Capodarco cooperativa sociale di
essere scelta comunque dalla Regione Lazio come ente affidatario tra altri
possibili partecipanti, nazionali ed extranazionali.
Pochi forse sanno che esistono clausole contrattuali che tutelano comunque i
lavoratori in un eventuale cambio di gestione e di queste garanzie bisogna
informare i cittadini ed occorre farle conoscere ai lavoratori stessi.
Senza questo passaggio fondamentale nella corretta informazione data dai media,
sarebbe legittimo pensare che si sta facendo leva strumentale sul disagio e
sulle ansie dei lavoratori per acquisire maggiore forza "politica" nella gara
d'appalto dove la mancata partecipazione di altre società inficia i principi
stessi della libera concorrenza e le direttive della Unione europea.
Domenico Ciardulli