Corriere della Sera 26 novembre 2006

L'intervento dell'ex leader Cgil su "Europa". Una legge per la rappresentanza sindacale

COFFERATI: E' TEMPO DI ACCORDI EUROPEI SUL LAVORO

Il modello di rappresentanza sindacale è in crisi. Va ripensato. Al pari delle modalità di contrattazione degli accordi di lavoro. Quasi una critica. Di sicuro delle proposte su cui riflettere. E a lanciarle non è un imprenditore con il pugno di ferro. Nemmeno un economista abituato a vedere il mondo dall'alto. Bensi colui che per dodici anni ha governato il timone del maggiore sindacato italiano, la Cgil: quel Sergio Cofferati, oggi sindaco di Bologna, che nel '93 è stato tra gli artefici dello storico accordo sulla politica dei redditi e che poi nel marzo 2002 organizzò a Roma il grande raduno al Circo Massimo. Dalle colonne di Europa, a confronto con il sociologo Aldo Bonomi, ieri Cofferati ha rivelato le sue nuove idee su un argomento che di certo conosce meglio di tanti altri. Ed entra a piedi uniti sulla questione dei contratti in decisa contrapposizione rispetto alla linea finora seguita dalla Cgil:

"Oggi il contratto di lavoro deve progressivamente evolvere verso una nuova dimensione sovranazionale. Penso che arriveremo presto a contratti europei, che sostituiranno quelli nazionali, come avviene nei settori normativo e legislativo".

Quanto alla rappresentanza, l'ex leader sindacale sostiene poi, riferendosi all'accordo del '93, che "l'aver svolto una funzione decisiva nell'emergenza, che ha consentito il risanamento finanziario del Paese e l'ingresso in Europa, ha esaurito la parte più nobile di quella esperienza. E ha aperto un'altra fase di riorganizzazione dello stesso sistema economico: è iniziata una storia nuova". Adesso, sostiene Cofferati, serve una legge sulla rappresentanza, in grado di fotografare la reale rappresentatività delle Organizzazioni. "Non basta una storia straordinaria per rivendicare il diritto ad affrontare questioni di carattere nazionale". Un'operazione per mascherare il declino della rappresentanza? "Nessuna scorciatoia. Fissare il proprio peso per legge, delimita lo spazio in cui sono chiamati ad agire i rappresentanti sindacali".

Gabriele Dossena