PENSIONI E TFR: IL FESTIVAL DELLA BUGIA LEGGI     ISTRUZIONI CONTRO LO SCIPPO DEL TFRLEGGI

da "Il sole24ore" del 29 marzo 2007

Il RISCHIO NUOVE TASSE SUI FONDI PENSIONE

di Marco liera


Troppo bello per essere vero.
O meglio, troppo favorevole per poter durare.
Con Italico realismo, i relatori che hanno animato la conferenza di apertura di Tutto risparmìo 2007, hanno manifestato seri dubbi sul fatto che l'attuale trattamento fiscale sui fondi pensione possa essere mantenuto.
Ad accendere la miccia è stato Roberto Manzato, direttore Vita dell'Amai seguito dal presidente dell’Assogestioni Marcelle Messori, dal consigliere del ministro del Lavoro Giovanni Poliastrini e dal presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello.
In effetti, il trattamento dei fondi pensione, disegnato dal precedente Governo di Centrodestra, è tutt'altro che fiscalmente neutro.
Oltre alla deducibilità dei contributi (fino a 5.146 euro l'anno) e all'aliquota del'11% sui rendimenti (al posto del 12,50% che grava attualmente sui redditi finanziari), è la tassazione sulle prestazioni a rappresentare una rilevante asimmetria.
Al momento dell'erogazione del capitale o della prestazione in rendita è prevista una tassazione con aliquota del 15%, ulteriormente ridotta per ogni anno oltre il quindicesimo di contribuzione, di una percentuale di 0,3 punti fino a un minimo del 9%, che verrebbe quindi raggiunto con 35 anni di contribuzione.
Come hanno scritto Silvia Giannini e Maria Cecilia Guerra in «La previdenza complementare in Italia» («II Mulino»), in questo modo si è scelto di incentivare fiscalmente il dirottamento del Tfr, introducendo per la previdenza complementare «un trattamento molto più vantaggioso del Tfr stesso».
In effetti, la detassazione delle prestazioni, piuttosto che dell'accumulazione, ha permesso di ridurre l’impatto di breve periodo sul bilancio dello Stato (il nuovo regime riguarda infatti soltanto i nuovi accantonamentì e le relative prestazìo).
«A mantenére le promesse dovranno pensare i governi futuri», concludono Guerra e Giannini.
Quello attuale al momento si è astenuto dall'intervenire.
Forse perché, ammesso e non concesso che i fondi pensione siano "troppo" agevolati, ha prevalso la convinzione che prima o durante il semestre del silenzio-assenso sul Tfr siano del tutto inopportuni provvedimenti di inasprimento del trattamento fiscale sulla previdenza integrativa.
Ma ai lavoratori chiamati a prendere una decisione chiave in condizioni già di grande incertezza e inconsapevolezza, qualcuno dovrebbe dire le cose come stanno.
E possibilmente evitare di cambiare le regole subito dopo il 30 giugno.