Il CAPE.c.18, Comitato per l’Abilitazione Professionale degli
Educatori della classe 18, intende comunicare all’opinione
pubblica le ragioni della sua costituzione, avvenuta il giorno 27/11/2008, le
sue linee programmatiche e i fini che intende perseguire, all’ottenimento dei
quali si scioglierà spontaneamente. Con il Decreto 3 novembre 1999, n. 509 (
Regolamento recante norme concernenti l’autonomia didattica degli Atenei)
vengono istituiti i corsi di laurea triennali che, come si può leggere
all’articolo 3, comma 4, hanno “l’obiettivo di assicurare allo studente
un’adeguata padronanza di metodi e contenuti scientifici generali, nonché
l’acquisizione di specifiche conoscenze professionali”.
Nel 2000 quindi in vari Atenei Italiani vengono attivati, tra
gli altri, alcuni corsi universitari che, seppur variamente denominati,
appartengono tutti alla classe di laurea n.18 (classe delle lauree in Scienze
dell’Educazione e della Formazione ), nei cui obiettivi
qualificanti si può leggere: “ I laureati nella classe svolgeranno attività
di educatore professionale…”.Tuttavia il profilo professionale
dell’educatore professionale era già stato disciplinato dal Decreto 8 ottobre
1998, n.520 il quale, all’articolo 3 prevede che “…Le università provvedono
alla formazione attraverso la Facoltà di medicina e chirurgia, in
collegamento con le Facoltà di Psicologia, Sociologia e Scienze
dell’Educazione”. Tale circostanza fa sì che, come chiarisce lo stesso
Rettore dell’Università Degli Studi Di Bari, nel Decreto n.9743 del 14/07/2008
il titolo di studio, conseguito al termine dei corsi universitari,
appartenenti alla classe di laurea n.18, “ non dà accesso all’esame di
Stato per
l’abilitazione alla professione di Educatore professionale ”.
La conclusione di tutto ciò è che la laurea, conseguita
attraverso tali corsi universitari, non da accesso ad alcuno
sbocco professionale!
Poiché la situazione che si è venuta a determinare contrasta
con quanto
previsto dal succitato articolo della legge che istituisce i corsi triennali,
il CAPE.c.18 chiede:
1) Al Ministro Della Ricerca e Dell’Università, M.Gelmini, in
linea con le disposizioni in materia di risparmio fiscale, adottate nei
confronti degli Atenei Italiani, di chiudere i corsi triennali riformati dalla
legge n.270 che non forniscano le garanzie, previste per legge, di una sicura
professionalizzazione dei loro iscritti, destinando i fondi così risparmiati
per permettere ai laureati nei corsi
universitari appartenenti alla classe di laurea n.18, che nessuna
responsabilità hanno nella determinazione della problematica sopraesposta, di
conseguire, a titolo completamente gratuito, presso le Facoltà di
Medicina e Chirurgia, i crediti formativi necessari all’accesso all’esame di
Stato per l’abilitazione alla professione di Educatore professionale.
2) Al Governatore della Regione Puglia, N. Vendola, e a tutti
i Governatori di quelle regioni che, come la nostra, si sono
dotate di leggi istitutive della figura professionale dell’Educatore
Professionale, di ammettere la loro incompetenza legale in tale materia
affidata allo Stato, come chiarito dalla legge 8 novembre 2000, n. 328, art.
9, comma d), in ossequio all’art. 117, comma terzo, della Costituzione
Italiana (come confermato dalla sentenza 153/2006 ); quindi di farsi
portatori, al Tavolo di Concertazione Stato – Regioni, di un progetto di legge
nazionale di costituzione dell’Ordine Professionale degli Educatori
Professionali e si
dotino, al più presto di leggi regionali di riforma del sistema integrato dei
servizi socio – sanitari che vincoli i finanziamenti erogati alla
certificazione della qualità dei servizi realmente forniti.
A questo scopo il CAPE.c.18 propone di adottare il sistema
dell’accreditamento delle strutture socio – educative, tramite una
certificazione di qualità, valutata da apposite commissioni esterne sulla base
di criteri che tengano conto delle figure professionali che in essa realmente
lavorano, e della tipologia di contratto di assunzione adottato,
privilegiando, nell’erogazione dei finanziamenti, quelle che tendano a
stabilizzare i loro dipendenti con contratti a tempo indeterminato.
3) Al Sindaco della Città di Bari, Dott. M. Emiliano, di farsi
avanguardia di questa riforma del sistema socio – sanitario
applicando i suddetti criteri di qualità alle convenzioni stipulate, dal
Comune di Bari e dai Servizi Sociali delle circoscrizioni in esso ricomprese,
con le strutture operanti nel settore.
4) Al Rettore dell’Università degli Studi di Bari, dott. C.
Petrocelli, e a tutti i Rettori di quelle Università Italiane
che, come quella di Bari, abbiano istituito corsi di laurea, quale che sia la
loro nomenclatura, per Educatori Professionali, appartenenti alla classe n.
18, di prevedere un percorso formativo postlaurea, lo ripeto, del tutto
gratuito, che permetta, ai laureati in detti corsi di conseguir i crediti
formativi necessari all’accesso all’esame di Stato per l’abilitazione alla
professione di Educatore professionale.
Il CAPE.c.18 inoltre chiede che vengano riesaminate tutte le
convenzioni stipulate dalle Università volte allo svolgimento dei tirocini
formativi, al fine di verificare il rispetto dei parametri legali in esse
contenuti, in particolare il vincolo che impone di avere cinque assunti a
tempo indeterminato per ogni tirocinante richiesto.
Il CAPE.c.18, ritenendo che tali richieste, volte alla piena
occupazione dei laureati nei corsi universitari istituiti per
la formazione degli Educatori Professionali ed al conseguente miglioramento
dei servizi socio – sanitari, siano in linea sia con la crescente domanda
educativa proveniente dai contesti sociali contemporanei, sia con le esigenze
della razionalizzazione delle spese richieste dal difficile momento economico
che sta attraversando il nostro paese, nonché ispirate a criteri di buon
senso, intende presentarle direttamente ai soggetti succitati. Quindi esprime
pubblicamente l’intenzione di
chiedere, al più presto possibile, una serie di incontri tra una sua
delegazione e i suddetti soggetti e non mancherà di comunicarne l’esito
all’opinione pubblica
Il CAPE.c.18 inoltre intende ricordare che chiunque, in tutta
Italia, condivida le nostre idee e voglia supportare la
nostra causa iscrivendosi al Comitato, può farlo esprimendo la sua volontà e
inviando i suoi dati all’indirizzo di posta elettronica : cape.c18@libero.it