QUANDO LA CGIL LICENZIA

« Ho fatto il mio lavoro di denuncia e la Cgil mi ha licenziato Adesso chi mi paga l’affitto ? »

Andrea Milluzzi - Quotidiano "Liberazione" 10 Maggio 2008

Prima quelle denunce che hanno fatto nascere due inchieste della Magistratura, poi quella partecipazione a due libri, "Il lavoro uccide" e "Cgil, 100 anni al lavoro", poi ancora quell’intervista a Liberazione . Troppo, decisamente troppo, per pensare di poter continuare a fare quello che stava facendo da 25 anni : il sindacalista. È un mix di contraddizioni, di non-detti e pure di solidarietà incrociate, da Dario Fo ai compagni della Fillea, la storia di Ciro Crescentini. Licenziato dalla Cgil per aver fatto il proprio lavoro. Licenziato a 47 anni con una figlia di 14 anni a carico e un affitto da pagare. Licenziato per aver fatto il proprio lavoro con passione.

Ciro, la tua storia va avanti da due anni e oggi (ieri, ndr) ti è arrivata la lettera di espulsione definitiva dalla Fillea Cgil. È finita ? No, non è finita perché io ho impugnato il licenziamento e il 19 di questo mese ho l’udienza. Detto questo, io però devo lavorare. Sono sette mesi che sono senza occupazione, sono separato, ho una figlia e un affitto da pagare. Come faccio ? Io metto a disposizione la mia esperienza, le mie competenze e sono pure disposto a cambiare città. So che i miei 25 anni da sindacalista, da sindacalista attivo, possono essere un impedimento per trovare un altro lavoro. Ma io voglio fare il sindacalista. Ho sempre fatto questo e l’ho fatto con passione.

La stessa passione che ti ha portato a denunciare irregolarità negli appalti e negli ispettorati del lavoro. Ma è finita male.. Sì, io ho denunciato una questione morale in Campania. Ho detto che alti dirigenti sistemavano i loro figli nei posti di lavoro, ho detto che gli ispettori facevano il doppio lavoro, nei cantieri e come consulenti di azienda, e su entrambe le denunce c’è un’inchiesta aperta della magistratura. Ho partecipato alla stesura di due libri, uno per il centenario della Cgil, uno sui morti sul lavoro che altro non hanno fatto che dare lustro al sindacato. Risultato ? Sono stato prima sospeso, poi riammesso, poi definitivamente espulso dalla Cgil. Io che mi sono attivato contro il mobbing, che ho pure creato uno sportello apposito per i liberi professionisti, adesso lo provo sulla mia pelle. Per me è come vivere in un incubo.

Qual è la motivazione ufficiale del tuo licenziamento ? Nella lettera che mi è arrivata oggi (ieri, Ndr) hanno scritto per le mie interviste alla stampa, e credo proprio si riferiscano all’intervista che ho rilasciato a voi, dopo il primo licenziamento del settembre scorso. Ma è assurdo. È come se un lavoratore della Fiat in sciopero rilasciasse delle dichiarazioni sul motivo per cui sciopera e la Fiat lo licenziasse per questo. Allora tutti quelli che hanno qualcosa da ridire dovrebbero essere licenziati. Era una sentenza già scritta...

Cioè ? Cioè, mi hanno fatto un "processo" con una commissione composta solo da esponenti della Cgil del Sud con un delegato regionale che si è presentato con un registratore a prendere la mia deposizione e poi se ne è andato senza scrivere il verbale. È del tutto inusuale. Quando ho fatto l’esposto all’ispettorato sulle irregolarità nei cantieri l’ho ritrovato sul tavolo del segretario generale della Fillea di Napoli allegato a una protesta dello stesso ispettorato per l’alto numero delle mie denunce. Insomma... Io sono stato un socialista, poi vicino a Rifondazione comunista, ma ho sempre mantenuto la mia libertà e la mia indipendenza in ogni lavoro che ho seguito e in ogni vertenza che ho condotto. Credo proprio che alla fine io abbia pagato il prezzo di non essere mai stato un bassoliniano...

La Cgil aveva anche cercato di darti un altro lavoro, alla Cassa Edile, ma tu hai rifiutato. Perché ? Perché la Cassa Edile è un organismo terzo, pagato con i soldi dei lavoratori edili e dove, per statuto, se ci sono assunzioni in prima fila ci sono le vedove e i figli dei morti sul lavoro. Perché avrei dovuto prenderlo io ? Potevano offrirmi un altro incarico, anche in un’altra categoria. Mica sarei stato il primo a cambiare... In realtà io ho questo grande spirito di appartenenza al sindacato, la Cgil era la mia vita. Adesso mi hanno ucciso la passione e ci vorrà una passione ancora più forte per dimenticarmi tutta questa brutta storia.

10/05/2008

 

 

 

 

 

 

 

 

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