DAL BLOG DI GRILLO
AVOCAZIONE DELL'INCHIESTA DI DE MAGISTRIS
IL COMMENTO DI SALVATORE BORSELLINO
De Magistris ha messo d'accordo centro destra e centro
sinistra, con l'eccezione di Di Pietro. Tutti insieme appassionatamente per
salvarsi il c..o. Il centro destra ritrova in Mastella il suo Dna.
Cicchitto e Casini lo adorano. E' la futura
Brambilla del Sud di Berlusconi. Il centro sinistra invece tace.
Prodi e Veltroni fanno il gioco del silenzio.
La vecchia tattica democristiana del tirare a campare per non
tirare le cuoia. Il ministro della Giustizia indagato, il ministro degli Esteri
indagato, il Presidente del Consiglio indagato. Al prossimo Consiglio dei
Ministri faranno una retata.
Il fratello di Borsellino mi ha scritto una lettera da far
gelare il sangue.
"La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta
Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia
senza fiato.
Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.
Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia
dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice
che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che
corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strrada.
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo
Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto
seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui
questo scellerato patto ha portato.
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli,
combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di
combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto
essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce
del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici
coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche'
tutto continui a procedere come stabilito.
Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente
onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio
che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa
continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri
esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva
proprietą.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella
ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi
traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe
politica faccia quadrato intorno al suo degno rappresentante e si
esercitino in conseguenza chissa' quale tipo di pressioni sui vertici
molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e
quindi l'inoffensivita' di un giudice senza neanche bisogno del tritolo come era
stato necessario per Paolo Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.
In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il
trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il
suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.
Se la decisione del Procuratore Generale non verrą immediatamente
annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza
della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.
Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato pił
volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la
retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione
Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote
parole.
Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di
vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del
vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo
nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese
dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato."
Salvatore Borsellino