La lettera di de
Magistris, Alfano e Cavalli
sulla questione
morale nell'Idv
Luigi de
Magistris, Sonia Alfano e Giulio Cavalli hanno scritto una lettera
al leader dell'Idv , Antonio Di Pietro, per invitarlo ad
affrontare la questione morale esplosa dopo che Scilipoti e Razzi
hanno votato la fiducia al governo Berlusconi il 14 dicembre alla
Camera, uscendo dal partito dipietrista. Ecco il testo della lettera
firmata dai tre esponenti dell'Italia dei Valori.
In molti, da più
parti, ci chiedono di prendere posizione, di esprimerci su quanto accaduto negli
ultimi mesi all'interno dell'Italia dei Valori. Ce lo chiede la base di questo
partito, straordinariamente attiva e senza timori reverenziali. Ce lo chiedono i
nostri elettori, anche quelli che di questo partito non sono. E ce lo chiede,
prima di tutto, la nostra coscienza. E' a loro e ad essa che oggi parliamo.
Non abbiamo voluto
sfruttare l'onda delle ultime polemiche per dire la nostra, per non offrire il
fianco a strumentalizzazioni che avrebbero danneggiato l'Italia dei Valori.
Abbiamo fatto passare la piena facendo quadrato attorno all'Idv. Ora però alcune
considerazioni per noi sono d'obbligo. E si rende necessario partire da una
premessa: nell'Idv oggi c'è una spinosa e scottante "questione morale", che va
affrontata con urgenza, prima che la stessa travolga questo partito e tutti i
suoi rappresentanti e rappresentati. Senza rese dei conti e senza pubbliche
faide, crediamo che mai come adesso il presidente Antonio Di Pietro debba
reagire duramente e con fermezza alla deriva verso cui questo partito sta
andando per colpa di alcuni.
Le ultime vergogne, come
altrimenti chiamare il caso Razzi/Scilipoti, due individui che si sono venduti,
quantomeno moralmente, in virtù di altri interessi rispetto alla politica e al
bene pubblico, sono solo la punta di un iceberg che pian piano emerge nella
realtà di questo partito. Come dimenticare lo scandaloso caso Porfidia,
inquisito per fatti di camorra e ancora difeso da qualche deputato dell'Idv che
parla di sacrificio a causa di "fatti privati". E poi il fumoso Pino Arlacchi,
che dopo essere stato eletto con l'Idv e solo grazie all'Idv, ha salutato tutti
con un misero pretesto ed è tornato con le orecchie basse al Pd. Ma chi ha
portato questi personaggi in questo partito?
Per questo oggi, con
questo documento condiviso, rilanciamo la necessità di una brusca virata, e
chiediamo al presidente Di Pietro di rimanere indifferente al mal di mare che
questa provocherà in chi, un cambiamento, non lo vuole. In chi spera che l'Idv
torni un partito del 4% per poterlo amministrare come meglio crede. Seggi
garantiti, candidature al sicuro, contestazioni zero. Gente, questa, che non ha
più alcun contatto con la base e rimane chiusa nelle stanze del potere,
cosciente che senza questa legge elettorale mai sarebbe arrivata in Parlamento e
che se questa cambiasse mai più ci tornerebbe.
Abbiamo un patrimonio
da cui ripartire, ed è quella "base" pensante e operativa, che non ha timore di
difendere a spada tratta il suo leader Di Pietro ma nemmeno di rivolgersi
direttamente a lui per chiedere giustizia e legalità all'interno del partito
"locale". Chiedono un deciso "no" alla deriva dei signori delle tessere, ai
transfughi, agli impresentabili che oggi si fregiano di appartenere a questo
partito e si rifanno, con precisione chirurgica, una verginità politica. Dopo i
congressi regionali moltissime realtà si sono addirittura rivolte alle Procure
per avere giustizia, presentando video e documentazione che proverebbero
macroscopiche irregolarità nelle consultazioni tra gli iscritti.
Oggi una questione
morale c'è ed è inutile e dannoso negarlo. Noi non possiamo tacere. La maggior
parte della "dirigenza" dirà che con queste nostre parole danneggiamo il
partito, altri che danneggiamo il presidente Di Pietro, altri ancora che siamo
parte di un progetto eversivo che vuole appropriarsi dell'Idv. Noi crediamo che
questo invece sia un estremo atto di amore per tutti gli iscritti, i militanti e
i simpatizzanti dell'Italia dei Valori. Al presidente chiediamo solo una cosa:
si faccia aiutare a fare pulizia. Ci lasci lavorare per rendere questo partito
quello che lui ha pensato e realizzato e che ora qualcuno gli vuole togliere
dalle mani.
Terminiamo questo
documento con le parole di un grande politico italiano, che oggi purtroppo non è
più con noi. Enrico Berlinguer.
La questione morale
non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei
concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna
scovarli, bisogna denunciarli e bisogna metterli in galera. La questione morale,
nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello Stato da parte dei
partiti governativi e delle loro correnti, fa tutt'uno con la guerra per bande,
fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di
costoro, che vanno semplicemente abbandonati e superati".
Luigi de Magistris, Sonia Alfano, Giulio Cavalli