Roma capitale d'Italia Ma per l'insicurezza stradale,

il più alto numero di morti e feriti sulle strade

 Le cause: poca manutenzione e scarso utilizzo dei mezzi pubblici

Cinzia Gubbini

Roma

 

Leggenda metropolitana vuole che una nota casa di produzione motociclistica giapponese prediliga Roma per i suoi test drive. Semplice la motivazione: le strade sono talmente malmesse che se uno scooter esce senza ammaccature da un tour nella capitale è pronto a tutto. L'aneddoto fa capire quanto i romani siano consapevoli di vivere in una città pericolosissima, per chi guida e soprattutto per chi va a piedi. Preoccupazione confermata dai dati, nonostante dell'emergenza sicurezza stradale a Roma non si parli praticamente mai, a meno che non accadano episodi eclatanti come quello delle due ragazze irlandesi falciate da un coetaneo con il gusto per la guida acrobatica. Eppure Roma è capitale anche dei morti e dei feriti su strada: secondo i dati dell'Istat del 2006 i morti in città per incidenti stradali sono stati 231, segue Milano ma a distanza, con 100 vittime. E si tratta solo di una conferma. Già l'Eurostat nel 2004 aveva regalato la palma di capitale più insicura su quattordici monitorate. Anche qui i numeri parlano da soli. Se a Roma si contavano 8,37 morti ogni mille abitanti a Copenaghen, seconda in classifica, se ne registravano 1,47. Un altro mondo. Eppure si continua a soprassedere, come se gli incidenti fossero cose che capitano e non è che la politica e l'amministrazione possano farci molto. Invece, possono fare moltissimo. Ne sono convinti gli operatori come la polizia municipale, ma anche le associazioni dei pedoni. «Le cose da fare per evitare di vedere scene tristemente note come quelle di ieri sono tante, e lo abbiamo già detto chiaramente presentando un apposito piano», dice Stefano Giannini segretario aggiunto del sindacato unitario di polizia municipale. Ieri mattina all'alba è stato tra i poliziotti intervenuti dove sono morte le due irlandesi. «Il Lungotevere è la tipica via che di notte si trasforma in una specie di autostrada con velocità elevatissime». Ogni sera a Roma ci sono 40-45 pattuglie della polizia municipale, ma «dall'anno scorso dopo le 22 non possiamo più operare controlli - spiega Giannini - perché non siamo armati. Lo può fare solo la polizia di stato che però di notte ha solo dalle 13 alle 15 pattuglie su strada». I controlli sarebbero importanti soprattutto, secondo il poliziotto, «se potessimo utilizzare l'alcol test mentre oggi siamo dotati solo di etilometro e interveniamo solo a incidente avvenuto». Ma non si tratta soltanto di fermare e controllare gli automobilisti. Perché prima di tutto andrebbero messe in sicurezza le strade. Anche su questo il sindacato della municipale ha un lungo elenco di proposte: «Divieto di svolta a sinistra nelle intersezioni, guard-rail a doppia onda, rotatorie dove possibile al posto degli impianti semaforici in molti grandi incroci, marciapiedi protetti da strutture parapedonali, impianti fissi di autovelox nei tratti dove sono avvenuti più incidenti proprio a causa dell'eccessiva velocità». E poi la manutenzione. Altro tasto dolente a Roma, su cui ci sono state aspre polemiche contro la giunta guidata da Veltroni. Che nel novembre 2006 ha deciso di prendere il toro per le corna affidando la manutenzione di 800 chilometri di strada (quelle a alto scorrimento) al consorzio Romeo Gestioni con un maxiappalto di 576 milioni di euro. Operazione chiaritasi con una pronuncia del Tar a favore della Romeo solo a febbraio, dopo che la terza classificata aveva accusato il consorzio di conflitto di interessi. Comunque: «I cittadini vorrebbero semplicemente che le cose fossero fatte con buonsenso e che a Roma non ci fossero i crateri per strada», dice il presidente dell'Associazione «Occhio alla Buca»Massimo Mancini «invece non è così visto che nessuno controlla. Succedono cose allucinanti, tipo vedere le ditte asfaltare sotto la pioggia». Ma i problemi sono anche altri. Come il fatto, ricorda il presidente dell'Associazione Diritti Pedoni Vito De Russis «che a Roma solo il 18,4% della mobilità avviene con il mezzo pubblico. Tutto il resto è traffico privato. E il traffico privato genera incidenti. O si interviene su questo, o le nostre città continueranno a essere assassine». Roma che già nel 2005 deteneva il primato mondiale di macchine private con 950 veicoli su 1000 abitanti, l'anno dopo ne ha immatricolate 346 mila, come tutta l'Austria. «A ciò - continua De Russis - va aggiunta una segnaletica scarsissima. Non sarà un caso che il 64% dei pedoni muore sulle strisce pedonali: sono evidenziate male». L'Associazione sta incontrando tutti in sindaci della provincia per invitarli a «rompere il silenzio». «Ho incontrato anche Rutelli - dice De Russis gli ho proposto di imporre il lutto cittadino ogni qualvolta c'è una vittima su strada. Mi ha risposto che si può indire una giornata, altrimenti bisognerebbe avere il lutto cittadino tutti i giorni. Ma che ciò non accada è esattamente compito dell'amministrazione».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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