http://www.valori.it/italian/finanza-globale.php?idnews=400 - 23/09/2008
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LA TRUFFA DEI PRODOTTI
DERIVATI E LE CONNIVENZE DEI GOVERNI
In questi giorni molti lavoratori e lavoratrici si
stanno chiedendo cosa stia succedendo nell'economia mondiale. Lo scenario a cui
stiamo assistendo è il seguente: alcune grandi banche hanno fallito, altre si
accingono a portare i libri in tribunale, talune vengono salvate o tramite
l'incorporazione in altri istituti o attraverso l'intervento delle banche
centrali e dei governi nazionali. In quest'ultimo caso possiamo parlare di vere
e proprie nazionalizzazioni. Il fallimento della Lehman Brothers e la
nazionalizzazione delle due grandi agenzie Fannie Mae e Freddie Mac che
gestivano oltre il 50% del mercato dei mutui USA segnano simbolicamente la fine
di un modello di sviluppo. La prima era passata indenne alla crisi del '29
mentre le altre due vennero costituite dopo la grande depressione per
risollevare le sorti del mercato immobiliare. Per avere un quadro più esauriente
della situazione è il caso di menzionare l'incorporazione della Bear Stearns da
parte della JP Morgan con l'apporto di due miliardi di dollari da parte della
Federal Reserve (Banca centrale americana) e della Merrill Lynch da parte della
Bank of America, il recentissimo salvataggio del più grande istituto
assicurativo del mondo l'Aig da parte della Federal Reserve e del Tesoro
americano nonché il crollo in borsa della Morgan Stanley e della Goldman Sachs.
La lista potrebbe continuare e sicuramente nei prossimi giorni assisteremo ad
ulteriori sconvolgimenti del panorama finanziario e non solo.
Aldilà delle specifiche attività che caratterizzano i singoli istituti esiste un
terreno comune: i prodotti derivati. Fannie Mae e Freddie Mac acquistano i mutui
concessi dalle varie istituzioni finanziarie subentrando nei crediti vantati da
quest'ultime nei confronti dei privati cittadini. Ovviamente il prezzo dei
crediti rilevati è inferiore al loro valore nominale. A questo punto i crediti
vengono trasformati in obbligazioni strutturate (prodotti derivati chiamati cdo)
e vendute sul mercato a fondi pensioni, istituti di credito etc.. A sua volta
gli acquirenti si rivolgono alle assicurazioni come Aig per premunirsi dal
rischio di fallimento delle società che hanno emesso le obbligazioni ed
ottengono altra carta straccia ossia prodotti derivati denominati cds. Ma Aig a
questo punto se qualcuno fallisce dove li prende i fondi per pagare? Semplice
emette altre obbligazioni. In buona sostanza a fronte di 1 euro di metallo ne
girano 10 di carta straccia e ciò consente di fare utili da capogiro a tutti i
commensali, sino a che il meccanismo non si inceppa e ci si rende conto che ci
troviamo ne più ne meno che di fronte ad una catena di Sant'Antonio
semplicemente più sofisticata, a scala planetaria e per importi pari a circa 15
volte il PIL di tutto il mondo. Per intenderci, la catena sta continuando, gli
85 miliardi di dollari dati dalla banca centrale americana (le cui casse ormai
sono quasi vuote) altro non sono che un prestito fatto dal Tesoro americano, che
ha preso possesso dell'80% delle azioni della società, a fronte del quale dovrà
emettere nuove obbligazioni!!!! Fannie e Freddie gestiscono 5.200 miliardi di
dollari pari ad un terzo del PIL americano, dunque i duecento miliardi di
dollari iniettati dalla Fed rischiano solo di essere l'antipasto di un banchetto
i cui costi saranno scaricati sulle spalle delle classi lavoratrici del pianeta
(è evidente che l'acquisizione dei pacchetti di carta straccia è avvenuta da
parte di tutti i paesi del mondo). Dunque siamo tutti sulla stessa barca? No in
questi anni queste due società hanno usufruito di straordinarie agevolazioni
fiscali pari agli utili realizzati che sono stati intascati dagli azionisti
(parliamo di circa 240 miliardi di dollari), gli stessi che oggi scaricano sul
bilancio pubblico americano il conto delle loro ruberie.
E' ovvio che per arrivare ad una simile follia occorreva che tutti lavorassero
nella stessa direzione: governi e mondo della finanza in tutta la sua più ampia
accezione. Infatti la Banca centrale americana, mentre si distribuivano mutui a
pioggia ed il prezzo degli immobili raggiungeva quotazioni fuori dalla realtà,
anzichè frenare procedeva ad una riduzione continua dei tassi d'interesse
portandoli sino all'1%, per paura che il mercato dei mutui e degli immobili
subissero una contrazione ed il gioco venisse scoperto. La politica dello
struzzo lungi dal risolvere il problema lo ha ingigantito e spostandolo soltanto
temporalmente.
Ma se il problema è solo americano, come asseriscono alcuni, perché crollano in
borsa anche le banche europee? La risposta è semplice le interconnessioni tra la
finanza americana ed europea sono molto più ramificate e complesse di quanto non
si dica e le banche europee hanno acquistato grandi quantità di prodotti
derivati.
Un ragionamento a parte meritano i fondi pensioni. Sia il Fonchim (chimici) che
il Cometa (metalmeccanici) hanno in portafoglio obbligazioni Lehman Brothers per
importi pari rispettivamente a 3.650.000 euro e 3.850.000. Se è vero che
l'incidenza sul patrimonio è ancora bassa (0,2%-0,1%), è evidente che di fronte
ad ulteriori fallimenti tale percentuale aumenterà con effetti nefasti sulle
pensioni future dei lavoratori, che, dopo aver assistito al massacro della
previdenza pubblica orchestrata dai vari governi succedutisi, oggi rischiano
anche la previdenza integrativa. In buona sostanza non esiste più alcuna
certezza per il posto di lavoro e per la pensione.
Ma una volta svelata la tecnica con il quale si sta compiendo la più grande
truffa della storia ai danni del mondo del lavoro dipendente, nella sola
Manhattan sono stati licenziati più di 100.000 lavoratori e lavoratrici bancari,
non abbiamo ancora capito le ragioni profonde per cui siamo arrivati a questo
punto e soprattutto perché l'economia è dominata dalla finanza. Seppur le
dinamiche esposte sono complesse le ragioni sono molto semplici. Gli azionisti
investono i propri capitali esclusivamente seguendo un principio: la massima
valorizzazione del capitale. Normalmente, salvo casi di monopolio in settori
come cardini come l'energia dove infatti i profitti sono superiori alla media,
quando un settore merceologico realizza alti profitti i capitali si spostano
immediatamente sino a che l'offerta diviene eccessiva rispetto alla domanda, i
prezzi diminuiscono ed il livello dei profitti si adegua a quello degli altri
settori di merci o servizi. Quando l'economia reale non riesce più a valorizzare
i capitali in quanto i consumi scendono e la concorrenza internazionale è sempre
più estesa ed agguerrita la finanza diviene una sorta di paradiso. Ma c'è
un'altra particolarità nella finanza. Il meccanismo di livellamento dei profitti
non funziona per una ragione molto semplice, la possibilità di vendita di
prodotti finanziari è pressochè illimitata. Non esiste nessuna merce che ha un
fatturato pari a 15 volte il PIL del mondo come nel caso dei soli prodotti
derivati. Se a questo aggiungete governi e banche centrali ubbidienti pronti a
fare politiche monetarie e fiscali che amplificano i profitti il gioco e fatto.
E' importante a questo punto comprendere quale debba essere l'atteggiamento dei
lavoratori di fronte ad un evento di tale portata che avrà sicuramente
ripercussioni pesantissime anche nell'economia reale. Dopo la crisi del '29 il
PIL americano crollo del 30%. La gravità di questa crisi, per la portata delle
masse monetarie in oggetto, per l'interconnessione di tutte l'economie del
mondo, la Cina è il primo paese esposto con gli USA, e soprattutto per i legami
indissolubili tra finanza ed economia reale alimentati dalla normativa emanata
negli ultimi venti anni, sarà sicuramente maggiore di quella del '29. A cui
segui la seconda guerra mondiale per una nuova spartizione del pianeta. I
lavoratori e le lavoratrici debbono separare il proprio destino da quello degli
attuali padroni del mondo, che con la loro avidità hanno compiuto la più grande
rapina della storia dell'umanità (altro che tangentopoli) ed oggi vogliono far
pagare a noi il conto.
Dobbiamo riprendere a lottare per una pensione pubblica e rimandare al mittente
la legge del TFR nei fondi pensioni, dobbiamo chiedere intransigentemente
l'aumento dei salari oltre l'inflazione e respingere senza esitazioni qualsiasi
controriforma dei contratti nazionali che peggiori ulteriormente il nostro
potere di acquisto, dobbiamo lottare affinchè si proceda alla nazionalizzazione
di tutti i settori strategici del paese per ridurre l'impatto occupazionale
derivante dalla crisi, nessun regalo di Alitalia a coloro che si presentano come
i salvatori della patria dopo lo scempio che gli stessi hanno compiuto in
Telecom dilapidandola, frazionandola e lasciandola con ben 43 miliardi di euro
di debiti, occorre lavorare seriamente alla formazione di un vero sindacato
internazionale che abbia la capacità di contrastare a livello globale l'azione
nefasta delle banche centrali e dei governi liberisti che ci hanno portato a
questa drammatica situazione, e per ultimo e non certo in ordine di importanza
dobbiamo contrastare senza tregua qualsiasi spinta guerrafondaia tesa ad una
nuova spartizione del pianeta.
Daniele Canti - Direttivo Nazionale Fisac-CGIL
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