I Rom rubano bambini? ''Una bufala''

Ida Palisi :: www.redattoresociale.it

14 Maggio 2008

Così Marco Nieli, presidente dell'Opera Nomadi di Napoli, sul caso del presunto rapimento della bambina di sei mesi a Ponticelli. ''E' un linciaggio scatenato dai media. Tanti casi si sono sgonfiati come neve al sole

Una condizione psicotica di massa: così Marco Nieli, presidente dell’Opera Nomadi di Napoli, definisce quanto sta accadendo dopo il presunto tentativo di rapimento della bambina di sei mesi da parte di una Rom di Ponticelli. L’accusa è soprattutto ai mass media, che starebbero strumentalizzando la situazione, cavalcando l’onda dell’emergenza sicurezza. Il rapimento di minore, dato già per certo, ha infatti causato reazioni violente nella popolazione locale – sassi, bottiglie incendiarie, aggressioni–e costretto la polizia a scortare fuori dal campo numerosi Rom sotto assedio.

Nieli, un ritorno all’idea dei Rom ladri di bambini…
Per me si tratta di una bufala, di un linciaggio scatenato dai media. Tanti casi di presunti rapimenti si sono sgonfiati come neve al sole. Ci sono stati precedenti analoghi a Firenze, Palermo, Lecco: nessun giudice ha mai dimostrato niente, e le accuse nel peggiore dei casi si sono ridotte a quelle di maltrattamenti ai minori, o di abbandono materiale e morale. Nel gennaio scorso a Scampia una famiglia Rom era stata accusata di sequestro di persona e di violenza di una ragazza rumena: l’accusato era stato un mio alunno, ho visto che si era sposato con la ragazza, sono stati tutti assolti. Anche se sulla questione della bambina non mi pronuncio, la presunzione di innocenza fino a prova contraria vale anche per un Rom. Ancora non mi risulta che ci sia stato un caso dimostrato di bambino rubato da una famiglia di Rom, anche se poi ovviamente le responsabilità sono sempre individuali. Aspetto fiducioso quanto deciderà la magistratura.

Intanto a Napoli c’è ancora un allarme sociale legato ai Rom.
Niente di nuovo. Si tratta di uno scenario già visto: i Rom sono gli stessi che stavano tre anni fa a Casoria, poi a Viale Cinzia e al Frullone. Non ci sono strumenti legislativi per integrarli: sono Rom senza residenza e senza contratto di lavoro regolare. La loro non è un’emergenza sicurezza ma umanitaria, dovuta a una politica sbagliata e cieca che ora, purtroppo, sta prendendo piede a livello nazionale. Si continua a non capire che siamo di fronte a un fenomeno strutturale di migrazioni a livello europeo. Sui media c’è uno scarto immenso rispetto alla realtà delle storie che raccogliamo sui campi. Ho letto che il sindaco Iervolino avrebbe dichiarato che la reazione della popolazione ’è comprensibile’: sono sicura che si tratta di un travisamento di quello che ha detto il sindaco realmente.
Però a Ponticelli si è scatenato l’inferno. Possibile che sia solo colpa di un’informazione sbagliata?
C’è un intreccio di responsabilità: è una miscela costruita ad hoc, a Ponticelli ci sono interessi economici che fanno gola alla camorra, come quelli legati a un progetto di costruzione di una città della scienza con fondi europei. Dall’altro lato c’è un problema di consenso politico che si costruisce sulla pelle degli ultimi: il tema della sicurezza porta voti. Poi siamo di fronte a un’insufficienza di sforzi di una parte delle istituzioni che dicono di voler preventivare programmi di accoglienza che poi non si realizzano e il risultato è questo. Per fortuna gli assessori competenti degli enti locali hanno mantenuto ferme le loro posizioni di accoglienza ma ora chiediamo con più forza che realizzano gli impegni presi: l’unica possibilità è la creazione di un nuovo centro di accoglienza a Ponticelli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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