Così Marco Nieli, presidente dell'Opera Nomadi di Napoli, sul caso del presunto rapimento della bambina di sei mesi a Ponticelli. ''E' un linciaggio scatenato dai media. Tanti casi si sono sgonfiati come neve al sole
Una condizione psicotica di massa: così Marco Nieli, presidente dell’Opera Nomadi di Napoli, definisce quanto sta accadendo dopo il presunto tentativo di rapimento della bambina di sei mesi da parte di una Rom di Ponticelli. L’accusa è soprattutto ai mass media, che starebbero strumentalizzando la situazione, cavalcando l’onda dell’emergenza sicurezza. Il rapimento di minore, dato già per certo, ha infatti causato reazioni violente nella popolazione locale – sassi, bottiglie incendiarie, aggressioni–e costretto la polizia a scortare fuori dal campo numerosi Rom sotto assedio.
Nieli,
un ritorno all’idea dei Rom ladri di bambini…
Per me si tratta di una bufala, di un linciaggio scatenato dai media. Tanti
casi di presunti rapimenti si sono sgonfiati come neve al sole. Ci sono stati
precedenti analoghi a Firenze, Palermo, Lecco: nessun giudice ha mai
dimostrato niente, e le accuse nel peggiore dei casi si sono ridotte a quelle
di maltrattamenti ai minori, o di abbandono materiale e morale. Nel gennaio
scorso a Scampia una famiglia Rom era stata accusata di sequestro di persona e
di violenza di una ragazza rumena: l’accusato era stato un mio alunno, ho
visto che si era sposato con la ragazza, sono stati tutti assolti. Anche se
sulla questione della bambina non mi pronuncio, la presunzione di innocenza
fino a prova contraria vale anche per un Rom. Ancora non mi risulta che ci sia
stato un caso dimostrato di bambino rubato da una famiglia di Rom, anche se
poi ovviamente le responsabilità sono sempre individuali. Aspetto fiducioso
quanto deciderà la magistratura.
Intanto a Napoli c’è ancora un
allarme sociale legato ai Rom.
Niente di nuovo. Si tratta di uno scenario già visto: i Rom sono gli
stessi che stavano tre anni fa a Casoria, poi a Viale Cinzia e al Frullone.
Non ci sono strumenti legislativi per integrarli: sono Rom senza residenza e
senza contratto di lavoro regolare. La loro non è un’emergenza sicurezza ma
umanitaria, dovuta a una politica sbagliata e cieca che ora, purtroppo, sta
prendendo piede a livello nazionale. Si continua a non capire che siamo di
fronte a un fenomeno strutturale di migrazioni a livello europeo. Sui media
c’è uno scarto immenso rispetto alla realtà delle storie che raccogliamo sui
campi. Ho letto che il sindaco Iervolino avrebbe dichiarato che la reazione
della popolazione ’è comprensibile’: sono sicura che si tratta di un
travisamento di quello che ha detto il sindaco realmente.
Però a Ponticelli si è scatenato l’inferno. Possibile che sia solo colpa di
un’informazione sbagliata?
C’è un intreccio di responsabilità: è una miscela costruita ad hoc, a
Ponticelli ci sono interessi economici che fanno gola alla camorra, come
quelli legati a un progetto di costruzione di una città della scienza con
fondi europei. Dall’altro lato c’è un problema di consenso politico che si
costruisce sulla pelle degli ultimi: il tema della sicurezza porta voti. Poi
siamo di fronte a un’insufficienza di sforzi di una parte delle istituzioni
che dicono di voler preventivare programmi di accoglienza che poi non si
realizzano e il risultato è questo. Per fortuna gli assessori competenti degli
enti locali hanno mantenuto ferme le loro posizioni di accoglienza ma ora
chiediamo con più forza che realizzano gli impegni presi: l’unica possibilità
è la creazione di un nuovo centro di accoglienza a Ponticelli.