LA NOTIZIA QUI SOTTO EVIDENZIA LA GROSSA DIFFERENZA CHE ESISTE TRA LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DEL SETTORE COOPERATIVO NELLA PROVINCIA DI ROMA E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI NELLA PROVINCIA DI FORLI' CESENA.
CGIL CISL E UIL, FIRMATARI DI CONTRATTO NAZIONALE, A ROMA E NEL LAZIO NON HANNO MAI PORTATO AVANTI UNA TRATTATIVA SULL'ELEMENTO RETRIBUTIVO TERRITORIALE E SU ALTRE INDENNITA' DISCUSSE NELLA PROVINCIA ROMAGNOLA ANZI POTREMMO DIRE CHE NEL LAZIO ANCORA SIAMO ALLA PREISTORIA: CIOE' SU QUANDO E COME APPLICARE ALCUNE PARTI INAPPLICATE DEL CONTRATTO COLLETTIVO.
http://www.romagnaoggi.it/showarticle.php?articleID=229737§ion=news/Forli&storico=tutti
FORLI’ -
AGCI,
Confcooperative e Legacoop Forlì-Cesena con una lettera aperta alle istituzioni
riaprono il tema del rapporto con i sindacati, a due settimane dallo sciopero
dei lavoratori delle cooperative sociali che ha interrotto il tavolo per il
rinnovo del contratto provinciale di settore.
«Riconfermiamo le significative disponibilità proposte in merito alla
corresponsione dell'elemento retributivo territoriale, all'aumento
dell'indennità di soggiorno e al riconoscimento dell'utilizzo di mezzo proprio»,
scrivono Mauro Pasolini (Legacoop), Amedeo Scozzoli (Confcooperative) e Valter
Rusticali (AGCI). Niente spazio, invece, per «richieste incoerenti rispetto
alle concrete disponibilità di un settore che lavora a marginalità pressoché
nulle e che si trova a dover scontare, lavorando su appalti pubblici, tagli che
le stesse Istituzioni hanno subito».
Dopo aver ribadito il rispetto per il ruolo e la funzione del sindacato, e aver
riconfermato la disponibilità al dialogo e al confronto, le tre Centrali si
domandano però se dietro alla radicalizzazione dello scontro non si nasconda una
logica pericolosa, «quella che auspica il ritorno in capo al pubblico di parti
importanti della filiera del Welfare», come sta accadendo in alcune province
limitrofe.
«Se questa preoccupazione trovasse conferma – si legge nella nota - saremmo in
presenza di posizioni antistoriche rispetto alla prassi di privatizzazione dei
servizi, e devastanti per l'equilibrio della intera rete di Welfare
territoriale, come per i livelli occupazionali e di tutela nelle nostre
cooperative».