COMUNITA' ALLOGGIO PER DISABILI CASA GIALLA "IL CASO DI PAOLO ROSA"
Vorrei intervenire sul dibattito
che si aperto sul corriere della sera riguardo la Comunità alloggio per disabili
"Casa gialla". Sono un operatore sociale ed ho letto la replica di Ileana
Argentin alla sorella di Paolo Rosa. Non metto in dubbio la buona fede della
delegata del Sindaco ma vorrei far presente che in diversi servizi residenziali
per persone svantaggiate, nonostante i controlli, dopo anni in cui il
Dipartimento V forse è stato distratto, si è arrivati alla chiusura
("forzata"?). Cito due esempi: Nel dicembre 2004 il Sindaco, su sollecitazione
dei NAS, ha ordinato la chiusura di un'intera ala della casa di riposo comunale
Roma 1 (Giustiniana).
Intorno al 2005/2006 sono state chiuse, per motivi di igiene e sicurezza, le
strutture di accoglienza per nuclei madre-bambino di via della Nocetta 227 e di
via del Casaletto 400. Quest'ultima, composta da locali seminterrati con la luce
dipinta sui muri, era stata inaugurata due anni prima con un certo clamore sui
telegiornali regionali.
Riguardo alle residenze per le persone disabili, sarebbe interessante se,
attraverso una commissione paritetica (Comune, famiglie, sindacati), si
potessero controllare i turni lavorativi e i registri paga degli ultimi 4 anni
nelle comunità alloggio convenzionate (ad esempio Tor di Nona) per verificare a
quali ritmi di lavoro siano stati sottoposti gli assistenti delle cooperative, e
con quale retribuzione.
La qualità del servizio passa
attraverso la qualità del lavoro. Almeno questo, spero, che la delegata del
Sindaco per l'Handicap lo possa condividere.
Domenico Ciardulli