22.3.2007 17:29:00
Comunicato dell'Arci che chiede il massimo impegno al governo italiano per i due afgani in carcere
"Il sequestro Mastrogiacomo, purtroppo, non è finito. Non deve calare l'attenzione dei cittadini e delle cittadine italiane. Solidarizziamo con chi sta lavorando perché sia restituita la libertà a Ajmal Nashkbandi, giornalista e interprete afghano e a Rahmatullah Hanefi, responsabile della sicurezza dell'ospedale di Emergency a Lashkar Gah e mediatore durante il sequestro. Siamo vicini a Gino Strada e ad Emergency, che tanto hanno potuto fare per la liberazione di Mastrogiacomo grazie all'impegno umanitario e imparziale che da anni dedicano a tutto il popolo afghano: non è ammissibile che venga da loro pagato un prezzo per il lavoro preziosissimo che hanno messo in campo nei giorni scorsi". Questo il testo di un comunicato diffuso oggi dall'Arci, mediante Raffaella Bolini, responsabile dei progetti internazionali. "Confidiamo che le autorità italiane stiano facendo di tutto per la liberazione dei due detenuti - continua il comunicato - continuando sulla giusta strada che hanno imboccato sin dalle prime ore del sequestro".

da Il Velino

POL) Kabul, 007 italiani in rete con i servizi della Coalizione
 
Roma, 22 mar (Velino) - Sulla "scomparsa" di Rahmatullah Hanefi, capo del personale afgano e responsabile della sicurezza dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, e di Adjmal Nashkbandi, l’interprete che Daniele Mastrogiacomo ha visto "andare via libero" e di cui poi si sono perse le tracce subito dopo la liberazione, è in azione la nostra intelligence. Anche il Ros dei carabinieri che su delega della procura della Repubblica di Roma svolge attività rogatoriali sui sequestri degli italiani e sugli attentati contro i nostri militari, si tiene in stretto contatto con le autorità di polizia afgana per saperne di più. Se come pare, almeno uno dei due è stato "fermato" per essere interrogato dai servizi di sicurezza afgani, entro pochissimi giorni anche il procuratore aggiunto Franco Ionta avrà sul suo tavolo notizie più dettagliate del sequestro del giornalista italiano. Il "fermo" di Hanefi, se di fermo si tratta, servirà alla polizia afgana per fare un quadro più completo sul sequestro da aggiungere a quanto ha già rivelato Mastrogiacomo - che nel frattempo è stato riconvocato in procura con il direttore Ezio Mauro - anche in relazione alla liberazione del suo interprete. Il lavoro della polizia di Kabul verrà utilizzato anche dalla nostra magistratura. Le loro investigazioni sulle vicende in cui sono coinvolti italiani, infatti, fino ad oggi sono state fornite sempre, attraverso il Ros, anche a Ionta titolare delle diverse inchieste giudiziarie. Saranno indispensabili per emettere eventuali richieste di cattura internazionale contro quei "talebani" di cui si riuscirà ad individuare la indentità. Un po' come avvenne dopo le indagini sugli assassini della giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli.

Contemporaneamente i nostri servizi segreti sono in stato di massima allerta per il timore che altri sequestri di italiani possano essere realizzati e per seguire l'evolversi della situazione sia nella provincia di Helmand, dove la Nato cerca di bloccare i talebani del mullah Dudallah, sia in quella di Herat che è presidiata dalle truppe italiane e che potrebbe diventare teatro di scontri con i talebani che tentano di riparare più a Nord se trovano le frontiere pachistane bloccate. La struttura del Sismi a Kabul è stata recentemente rinnovata al vertice e potenziata con altri agenti e ciò per recuperare non soltanto efficienza ma anche la collaborazione degli altri servizi segreti dei paesi che fanno parte della coalizione internazionale antitalebani. Un lavoro di ricucitura voluto dal direttore del Sismi Bruno Branciforte che è già a buon punto ed ha dato ottimi risultati nel corso del sequestro del giornalista. Per la nostra intelligence è una lotta contro il tempo perché senza una rete spionistica integrata con quella degli alleati, dei pachistani e degli afgani i rischi per i nostri militari si moltiplicherebbero. Il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, ha intanto deciso di ascoltare, martedì prossimo, il ministro della Difesa Arturo Parisi e il direttore del Sismi. Una audizione indispensabile per capire, fra l'altro, se è vero che il Sismi è stato tenuto fuori dal sequestro del giornalista di Repubblica, come ha sostenuto in alcune interviste Gino Strada, e se ciò ha da un lato permesso la liberazione e dall'altro ha favorito uno "scambio di prigionieri" a tutto vantaggio dei sequestratori.
(vum) 22 mar 16:19

corriere della sera

Il presidente della Camera interviene dopo le critiche internazionali
Bertinotti: «Orgoglio per la trattativa»
«E' stata condotta come si doveva, utilizzando tutte le forze ufficiali e informali dentro un progetto guidato dal governo»
 
FIRENZE - Il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha replicato alle critiche mosse al governo italiano dagli Usa e da altri Paesi sulle modalità che hanno portato alla liberazione del giornalista della Repubblica: «Penso che ci sia una legittima rivendicazione di orgoglio nazionale nelle cose che sono state fatte» per liberare Daniele Mastrogiacomo. «È stata fatta - ha spiegato Bertinotti - la trattativa come si doveva, utilizzando tutte le forze ufficiali e informali dentro un progetto guidato dal governo. Penso - ha concluso il presidente della Camera - che possiamo dirci orgogliosi di questa operazione».
 
 
 
22 marzo 2007