Afghanistan - - 23.3.2007
Rahmatullah e Adjmal
Preoccupazione per il manager di Emergency e l'interprete di Mastrogiacomo
Da lunedì 19 non si hanno notizie di Adjmal Nashkbandi, l'interprete afgano che era con Daniele Mastrogiacomo. Adjmal dovrebbe essere stato liberato insieme a Daniele Mastrogiacomo, a detta dello stesso inviato de La Repubblica che lo ha visto allontanarsi libero dai loro carcerieri. Alcuni dicono che sia ancora nelle mani dei Talebani. Il giornalista pachistano Rahimullah Yusufzai, in una intervista con  mullah Dadullah riportata dal settimanale tedesco Der Spiegel, riferisce che mullah Dadullah avrebbe dichiarato di detenere ancora Nashkbandi, per scambiarlo con un altro prigioniero del governo afgano, Mohammed Hanifi. Altri sostengono che sia nelle mani, come Rahmatullah Hanefi, dei servizi di sicurezza afgani. Lo hanno confermato, in modo informale, anche i Ros dei carabinieri che operano a Kabul.
 
 
Da martedì 20 non si hanno notizie di Rahmatullah Hanefi, manager dell'ospedale di Emergency a Lashkargah. E' stato prelevato senza nessuna giustificazione legale né tantomeno ufficiale dai servizi di sicurezza afgani alle 5.30 di martedì mattina, davanti alle case dello staff di Emergency, e da allora è stato trattenuto senza possibilità di comunicare e senza che alcuna informazione sulla sua detenzione e sui motivi che l'hanno determinata fosse comunicata alla sua famiglia o a Emergency. Solo le pressioni dell'ambasciatore italiano a Kabul, Ettore Sequi, hanno permesso di avere una conferma che Rahmatullah Hanefi si trova nella sede del National Security Department a Lashkargah per essere interrogato. 
 

Emergency ha ribadito, in una nota diffusa giovedì, la sua “estrema preoccupazione per il perdurare incomprensibile della detenzione di Rahamtullah Hanefi” e per la sorte di Adjmal Nashkbandi. La cosa importante è che non cali l'attenzione sulla sorte di queste due persone, e che non cali in generale l'attenzione sulla realtà di un paese che non è un pezzo di una carta geografica, ma un luogo reale dove milioni di persone stanno da decenni subendo la guerra.