Articolo tratto dal sito di Nigrizia http://www.nigrizia.it/doc.asp?ID=9672&IDCategoria=108
Finmeccanica per il Pentagono
Luciano Bertozzi
Finmeccanica, in cordata con la società statunitense L3 Communications, ha
vinto la commessa per gli aerei da trasporto del Pentagono. Un affare del valore
pari a sei miliardi di dollari, per la fornitura di 145 aerei C 27 J Spartan, di
cui 75 all'Esercito e 70 all'Aeronautica.
Una prima tranche del contratto prevede la consegna di 54 velivoli per un
ammontare di due miliardi di dollari. Gli aerei, che dovranno essere consegnati
entro il 2013 ad Esercito ed Aeronautica, potrebbero anche essere di più: la
previsione complessiva è riferita a 207 aerei da consegnare entro dieci anni,
per un importo globale superiore ai predetti sei miliardi di dollari.
Finmeccanica ha quindi colto un altro importante successo, dopo essersi
aggiudicata con Augusta Westland la gara per la fornitura degli elicotteri alla
Casa Bianca. Una vendita che ha trainato il record delle esportazioni militari
italiane, sancito recentemente dai dati ufficiali governativi.
Tuttavia, la legge 185 che regolamenta il commercio delle armi italiane, vieta
le esportazioni ai paesi belligeranti o i cui governi siano responsabili di
violazioni delle convenzioni internazionali dei diritti umani. Alla luce di tali
disposizioni l'Italia non potrebbe autorizzare la vendita degli aerei.
Washington ha guidato le guerre in Iraq ed Afghanistan, ha appoggiato l'esercito
etiope in Somalia, e, come afferma un recente rapporto del Consiglio di Europa,
si è macchiata delle Extraordinary Rendition, compreso il sequestro di persona
di Abu Omar.
Inoltre il programma elettorale dell'Unione ha previsto un rafforzamento dei
vincoli sulle vendite di armi ed il nostro paese ha approvato all'Assemblea
dell'ONU il Trattato sul commercio delle armi che rafforza i vincoli in materia
di questi trasferimenti. Il governo sembra in preda ad un conflitto di
interessi: è azionista di riferimento di Finmeccanica ed al contempo deve
applicare i vincoli previsti dalla legge. Tuttavia anche questa volta la lobby
delle armi ha prevalso. L'esecutivo, con la finanziaria 2007 ha fatto la scelta
politica di aumentare notevolmente le spese militari, inoltre nel 2006 le
vendite di armi "made in Italy" hanno registrato livelli record.
Le forze politiche e sociali avrebbero quindi ragione di chiedere un
ripensamento o almeno un chiarimento sull'affare appena concluso. La legge 185,
approvata nel 1990, prevederebbe la riconversione produttiva dal settore
militare a quello civile. Ma è ancora inattuata.