OGGETTO: Detenuto suicida. Informazioni raccolte dal Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Roma, Gianfranco Spadaccia

 

Il detenuto G.M. di 57 anni era stato trasferito dal carcere di Regina Coeli al carcere di Rebibbia Nuovo Complesso a settembre.

A causa delle sue condizioni di salute – era affetto da numerose patologie e aveva difficoltà di deambulazione – era stato subito assegnato all’infermeria del carcere.

Scontava una pena per reati contro il patrimonio.

Era una persona sola, non usufruiva del diritto di telefonare all’esterno del carcere, né riceveva pacchi né faceva colloqui.

Essendo rientrato nel diritto all’indulto, i giudici di sorveglianza stavano esaminando la sua situazione. In vista della probabile ammissione a misure alternative al carcere nei prossimi gironi avrebbe dovuto incontrare il CTU (Commissione che assiste i detenuti ammessi a queste misure).

Non aveva dato segni particolari di depressione.

Ha atteso per suicidarsi un’ora della notte in cui gli altri dormivano profondamente.

Non sembra possano sussistere dubbi circa il suicidio.

 

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