La Repubblica online 26 marzo 2007
 
ESTERI

Nessuna notizia sull'interprete e sul responsabile dell'ospedale di Lashkar-Gah
Migliaia di persone sottoscrivono l'istanza dell'organizzazione umanitaria

Afghanistan, appello di Emergency
"Liberate Adjmal e Rahmatullah"

La madre e la sorella di Mastrogiacomo si associano alle parole dell'associazione di Gino Strada
"Dopo l'immensa gioia per il rilascio, l'angoscia per queste altre due persone"

<B>Afghanistan, appello di Emergency<br>"Liberate Adjmal e Rahmatullah"</B>

La manifestazione di Emergency a Roma, davanti al Campidoglio

ROMA - Sono trascorsi ormai otto giorni dal rilascio dell'inviato della Repubblica Daniele Mastrogiacomo, e ancora non si conosce la sorte del suo interprete Adjmal Nashkbandi, catturato dai talebani insieme al giornalista, nè di Rahmatullah Hanefi, responsabile afgano dell'ospedale Emergency a Lashkargah, in mano alle forze governative afgane.

Gigantografia al Campidoglio.
Per non dimenticare, la gigantografia di Nashkbandi, è stata appesa alla scalinata del palazzo Senatorio, a Roma, proprio dove campeggiava fino ad una settimana fa, l'immagine del volto di Daniele Mastrogiacomo ancora in mano ai talebani. "Adjmal Nashkbandi, per la sua libertà" è scritto sulla grande foto che domina sulla piazza del Campidoglio.

L'appello di Emergency. Emergency lancia un appello per la liberazione del collaboratore afgano Hanefi ancora trattenuto dai servizi di sicurezza afgani: "Non è accettabile che il prezzo della liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un coraggioso cittadino afgano e da Emergency'', è scritto nell'appello. "Contro Rahmatullah Hanefi non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun documento che comprovi la sua detenzione". Alcuni afgani, che lavorano nel posto in cui il responsabile dell'ospedale afgano è rinchiuso, hanno detto ai responsabili di Emergency ''che lo stanno interrogando e torturando con cavi elettrici''.

"Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo", è scritto ancora nell'appello di Emergency. "Abbiamo ripetutamente chiesto al Governo italiano - denuncia Emergency - di impegnarsi per l'immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato che l'avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le parola data''.

La madre e la sorella di Mastrogiacomo . E all'appello per la liberazione del collaboratore di Emergency e dell'interprete afgano si associano anche la madre e la sorella maggiore dell'inviato di Repubblica. "Dal profondo del mio animo e con il cuore di una madre gonfio di dolore - ha detto la madre di Daniele Mastrogiacomo - parlo a chi detiene Adjmal Nashkbandi e Rahmatullah Hanefi affinchè siano rilasciati al più presto". A favore della liberazione dei due afgani ha parlato anche Maria Laura Mastrogiacomo, sorella dell'inviato, medico pediatra, sposata con un senegalese musulmano e da 25 anni residente in Africa: "Dopo l'immensa gioia che ho provato per la liberazione di mio fratello, adesso provo una nuova angoscia per la sorte di quei uomini. Adjmal Nashkbandi è un giornalista come Daniele: abbiamo bisogno di persone come lui che rischiano la vita per permettere a tutti di avere una visione completa ed obiettiva della realtà. Rahmatullah Hanefi è un uomo che, come me, lavora nella sanità per curare ovunque e soprattutto là dove l'accesso alla salute è quasi impossibile. Liberateli!"