La manifestazione di Emergency a Roma, davanti al Campidoglio
ROMA - Sono trascorsi ormai
otto giorni dal rilascio dell'inviato della Repubblica Daniele
Mastrogiacomo, e ancora non si conosce la sorte del suo interprete Adjmal
Nashkbandi, catturato dai talebani insieme al giornalista, nè di Rahmatullah
Hanefi, responsabile afgano dell'ospedale Emergency a Lashkargah, in mano alle
forze governative afgane.
Gigantografia al Campidoglio. Per non dimenticare, la
gigantografia di Nashkbandi, è stata appesa alla scalinata del
palazzo Senatorio, a Roma, proprio dove campeggiava fino ad una settimana fa,
l'immagine del volto di Daniele Mastrogiacomo ancora in mano ai talebani. "Adjmal
Nashkbandi, per la sua libertà" è scritto sulla grande foto che domina sulla
piazza del Campidoglio.
L'appello di Emergency. Emergency lancia un
appello
per la liberazione del collaboratore afgano Hanefi ancora trattenuto dai
servizi di sicurezza afgani: "Non è accettabile che il prezzo della
liberazione del cittadino italiano Daniele Mastrogiacomo venga pagato da un
coraggioso cittadino afgano e da Emergency'', è scritto nell'appello. "Contro
Rahmatullah Hanefi non è stata formulata nessuna accusa, non esiste alcun
documento che comprovi la sua detenzione". Alcuni afgani, che lavorano nel
posto in cui il responsabile dell'ospedale afgano è rinchiuso, hanno detto ai
responsabili di Emergency ''che lo stanno interrogando e torturando con cavi
elettrici''.
"Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele
Mastrogiacomo", è scritto ancora nell'appello di Emergency. "Abbiamo
ripetutamente chiesto al Governo italiano - denuncia Emergency - di impegnarsi
per l'immediato rilascio di Rahmatullah Hanefi e il governo ci ha assicurato
che l'avrebbe fatto. Chiediamo con forza al Governo italiano di rispettare le
parola data''.
La madre e la sorella di Mastrogiacomo . E all'appello per la
liberazione del collaboratore di Emergency e dell'interprete afgano si
associano anche la madre e la sorella maggiore dell'inviato di Repubblica.
"Dal profondo del mio animo e con il cuore di una madre gonfio di dolore - ha
detto la madre di Daniele Mastrogiacomo - parlo a chi detiene Adjmal
Nashkbandi e Rahmatullah Hanefi affinchè siano rilasciati al più presto". A
favore della liberazione dei due afgani ha parlato anche Maria Laura
Mastrogiacomo, sorella dell'inviato, medico pediatra, sposata con un
senegalese musulmano e da 25 anni residente in Africa: "Dopo l'immensa gioia
che ho provato per la liberazione di mio fratello, adesso provo una nuova
angoscia per la sorte di quei uomini. Adjmal Nashkbandi è un giornalista come
Daniele: abbiamo bisogno di persone come lui che rischiano la vita per
permettere a tutti di avere una visione completa ed obiettiva della realtà.
Rahmatullah Hanefi è un uomo che, come me, lavora nella sanità per curare
ovunque e soprattutto là dove l'accesso alla salute è quasi impossibile.
Liberateli!"