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USA : malato mentale ruba due bottiglie e finisce in carcere a vita
di Rico Guillermo*

Una corte d'appello federale USA ha condannato mercoledi' un malato mentale al carcere per 25 anni o a vita per aver asportato due bottiglie di liquore da un negozio nel sud della California, una sentenza che un giudice dissenziente ha definito "barbara".

Con 2 voti contro 1, la nona Corte d'Appello di San Francisco ha confermato la sentenza del giudice di una contea di Los Angeles che ha condannato l'uomo per il furto di due bottiglie di liquore del valore di 62 dollari nel luglio 1999. Joshua, che e' stato riconosciuto schizofrenico paranoide, era stato condannato per furto cinque volte dal 1974 ed era poi stato dentro e fuori dalle prigioni e dagli ospedali per cure mentali.

Il suo avvocato ha sostenuto che la sentenza violerebbe il divieto costituzionale di punizione crudele ed insolita. Ma le decisioni dei giudici federali emesse a maggioranza dalla corte su questioni penali, secondo una legge del 1996, possono essere capovolte soltanto se violano chiaramente i campioni costituzionali che sono stati stabiliti dalla Corte suprema degli Stati Uniti.

L'alta corte ha stabilito che i giudici e le giurie nei casi di pena di morte devono considerare la malattia mentale dell'imputato, ma non ha detto nulla per altri casi. In assenza "di una decisione della Corte suprema che stabilisce chiaramente che la malattia mentale rende una sentenza non capitale incostituzionale - hanno detto i giudici favorevoli alla condanna - una corte inferiore non ha autorita' per intervenire".

Il caso e' solo l'ultimo di una serie di sentenze controverse dovute all'applicazione di una legge californiana del 1994 che prescrive tale severa condanna per chiunque - gia' condannato a due crimini gravi o violenti in precedenza - commetta un terzo crimine (la legge dei tre colpi – tre strikes). La legge era stata al vaglio della Corte suprema USA, la quale l'aveva mantenuta. Ma qualche sentenza ha comminato sentenze da 25 anni o a vita anche in caso non vi fossero dimostrate violenze nei reati commessi dall'imputato.

E' il caso di Joshua, il cui avvocato difensore ha sottolineato che nessuna delle precedenti condanne di Joshua fa riferimento a violenze commesse ed ha detto che chiedera' alla corte d'appello un completo riesame, sottolineando che la capacita' del suo assistito di controllare i suoi impulsi e' stata danneggiata seriamente a causa della sua malattia mentale, per cui il fatto che sia recidivo non e' una scelta cosciente.

Nel parere di dissenso, il terzo giudice, Warren Ferguson, ha detto che la Corte suprema ha annullato le sentenze detentive che ha trovato essere troppo severe rispetto alla gravita' del crimine e del ruolo dell'imputato. Ha detto che era risaputo che "la malattia mentale inficia pesantemente la colpevolezza dell'individuo". Condannare un uomo schizofrenico al carcere a vita per aver rubato oggetti per 62 dollari "e' inconstituzionale", ha concluso Ferguson.

* si ringrazia Claudio Giusti