La morte di un uomo su una panchina non diamo la colpa a chi amministra |
Cara Maria Latella, Per
me è un giorno triste quando una vita si spegne di stenti su una panchina.
Oggi è stato trovato privo di vita su una panchina di Piazzale della Radio
un uomo di origine polacca di 46 anni. Ci siamo ritrovati tante volte in
questa Sua rubrica a trattare l' eccessivo numero di persone senza fissa
dimora, giovani e meno giovani, che muoiono negli angoli centrali della
città o sotto i ponti. Fatalismo? Conseguenza inevitabile di trasformazioni
sociali e di migrazioni? Io penso che, come per i tanti morti sul lavoro,
anche in questo caso si tratti di tragedie evitabili. Basterebbe un
cambiamento nelle azioni di sistema del welfare cittadino e del Piano
Regolatore Sociale. Questi eventi rivelano sempre di più l' inadeguatezza
della rete di accoglienza esistente. Non possiamo non riflettere su questo,
anche perchè le temperature previste della stagione appena iniziata inducono
alla massima attenzione verso i cittadini svantaggiati.
Domenico Ciardulli Io non so se ogni volta che la vita di un uomo senza
casa né lavoro finisce su una panchina o lungo i binari di una stazione o in
una baracca incendiata, insomma in uno dei tanti luoghi simbolo di esistenze
da marginali, non so, dicevo, se sia sempre giusto dare la colpa a qualcuno.
Mi scusi, signor Ciardulli, ma neppure nel migliore dei
mondi possibili si può inseguire ovunque ogni singola infelicità, tutto
migliorare, tutto risolvere. Tra il colpevolizzarsi per tutto ciò che di
ingiusto accade e lo scrollare le spalle con indifferenza, c' è, ci dev'
essere, uno spazio di solidale partecipazione. Ma, anche, di realistica
presa d' atto. Certo che molto si può fare per non lasciare solo un uomo
disperato. Ed è banale osservare che se aumentano gli immigrati sbandati,
forse è bene riconsiderare il tema nell' attuale dimensione. Giusto dire che
serve riflettere. Ma è anche onesto dirsi che con dei limiti bisogna fare i
conti. Anche con l' amministrazione pubblica più solidale e perfetta.
mlatella@rcs.it |