INFORTUNI SUL LAVORO E ISPEZIONI CON PREAVVISO
Tremenda la sciagura di Torino che ha reso torce umane un gruppo di operai al lavoro nel reparto tempere.
DAL BLOG DI PEPPE GRILLO
Io non lavoravo in una acciaieria, ma in una industria
ceramica. Ci ho lavorato per 18 anni, con turni di 6 giorni su 7, 10 ore al
giorno.1000 euro al mese.
Per gli infurtuni... un morto decapitato da un muletto, una ragazza con una
mano distrutta dalla pistola sparacolla a caldo, un ragazzo con il cranio
incastrato in un mulino di macinazione, un'uomo con mano maciullata da una
pressa, poi,altri ancora, schiacciati, scivolati, intossicati dal piombo.. non
li ricordo tutti. Ogni tanto veniva l'INAIL per un controllo. Il capo reparto
fermava la produzione, per farci pulire, ripristinava le barriere di sicurezza
(disattivate...fanno perdere tempo). Gli ispettori ci vedevano con i guanti, i
tappi, le scarpe. Sorridevano e andavano via. La mafia non è solo quella della
Calabria, è forte nella mia zona (comprensorio delle ceramiche sassolesi). Io
ho descritto quella che era la mia realtà. Il fatto è che non gli frega niente
a nessuno. Se ti fai male, per i padroni ed i sindacati, sei un coglione. Se
denunci, se fai nomi, te la fanno pagare. Liberi di non credermi e liberi di
farvi assumere in una bella industria ceramica. Io, che sono disoccupata, ho
il terrore di tornarci. La situazione nelle fabbriche non è spaventosa solo a
Torino. C'è la legge 626, ma viene applicata solo quando c'è da dare la colpa
a qualche operaio infortunatosi sul posto di lavoro. Dove lavoravo, nessuno è
stato mai risarcito dall'INAIL. Nemmeno mio suocero, che si è visto portare
via un braccio da una cinghia, alla Ceramiche Ragno. Noi operai siamo sporchi,
vestiti male, sempre pallidi e stanchi. A chi interessa un "popolo" così? A
nessuno. I poveretti, morti a Torino, spero che maledicano chi li ha costretti
a finire così e maledicano il nostro Paese, pieno di niente.. e quel poco è
putrido.
Forse Grillo è sincero, non lo sò, lui ha il coraggio e la voglia di dire. Io
non ho nè l'uno nè l'altro. Ho solo paura.