DA IL MANIFESTO 27 LUGLIO 2007

Intervista/1

Il pedagogista Benedetto Vertecchi:

«La scuola fa acqua da tutte le parti. Sviluppare una giusta valutazione»

«Gli insegnanti tornino a essere degli intellettuali»
Ci. Gu.
Roma
 

Benedetto Vertecchi, professore di pedagogia sperimentale all'università di Roma Tre, e uno delle massime autorità scientifiche nel campo della valutazione invita a leggere con attenzione i dati resi noti ieri dal ministero dell'Istruzione: «Il dato più rilevante riguarda certamente i non ammessi, probabilmente più numerosi nelle scuole private. E' un po' togliere il velo sugli imbrogli che sono stati commessi negli anni passati». Tuttavia Vertecchi non si entusiasma per il richiamo al rigore del ministero: «L'esame rischia di essere la panna finale su una torta immangiabile».
A cosa si riferisce, professore?
La scuola, soprattutto quella superiore, fa acqua da tutte le parti. Bisognerebbe fare un giro turistico nelle scuole del nostro paese: dalle classi i ragazzi entrano e escono come fossero al bar, si osserva un'incapacità della scuola nel coinvolgere gli studenti nel compito dell'apprendimento
Di chi è la colpa?
Alla scuola si è chiesto di fare tutto, tranne il suo compito. Quando la scuola diventa supplente della società civile, finisce per perdere la sua identità. Ricordo il '73 ela crisi petrolifera. Qualcuno ebbe l'idea di dire che la scuola avrebbe dovuto insegnare a risparmiare l'energia elettrica..Non ho nulla in contrario contro il risparmio dell'energia, ma dovrebbe essere la società a dare il buon esempio. L'insegnante perde credito quando diventa un tuttologo, impegnato a trasmette messaggi intrisi di moralismo. I ragazzi nell'adolescenza attravresano una fase in cui l'impegno intellettuale è una gratificazione. Se si passa a forme generiche di indottrinamento, scattano forme di ribellismo. A cui in genere si risponde con un'ulteriore dose di moralismo. Occorre un grosso richiamo affinché gli insegnanti tornino a far valere il loro ruolo di intellettuali.
Qual è la ricetta?
Non ne esitono di semplici. Sicuramente è necessario un grosso sostegno professionale: oggi in qualsiasi settore non ci si può accontentare della propria conoscenza iniziale
Cosa pensa delle proposte di inserire elementi di valutazione degli insegnanti?
Dipende. Finora sono stati pensati soprattutto in termini di conformità degli adempimenti. Ma la capacità di un insegnante diventa pregiata quando egli sa inserire elementi di innovazione. Difficili da valutare. Il fatto è che in Italia manca una cultura della valutazione: l'enfasi è sempre stata posta su logiche aziendaliste. Ma i prodotti azinedali sono di breve periodo, e anche l'utile che se ne deve trarre è di breve periodo. Diverso il mestiere dell'insegnante, che deve chiedersi cosa faranno i suoi ragazzi tra trenta o quarant'anni. Lo stesso vale per il tipo di giudizio dato ieri sugli esami di Stato. a poco vale considerare il maggior numero di bocciati. Meglio sarebbe studiare a campione le prove di maturità. potrebbero esserci delle sorprese positive sulla capacità degli studenti di affontare temi e problemi. Oppure si potrebbe chiedere agli insegnanti quali sono i loro obiettivi, e vedere se ce n'è traccia nelle prove svolte dagli studenti.