DA RAINEWS24 11 LUGLIO 2007
L'Italia viene considerata il secondo
Paese europeo per il consumo di cocaina
dopo la Spagna, alla pari con il Regno Unito.
In Italia, e piu' nello specifico in Calabria, il controllo di tale sostanza
e' pressoche' completo appannaggio delle organizzazioni della 'ndrangheta. Se
per quanto attiene al mercato nazionale la 'ndrangheta risulta soprattutto
collegata con le organizzazioni di matrice mafiosa siciliane, campane e
pugliesi, per quanto riguarda quello estero si registra una forte operativita'
soprattutto sul mercato australiano ed albanese ma anche francese, tedesco,
russo, spagnolo, svizzero, della ex Jugoslavia, boliviano, statunitense e
canadese.
Un italiano su tre almeno una volta nella vita ha
fumato uno spinello
Dal 2001 al 2005 e' cresciuta del 10% (dal 22 al 32%) la percentuale di chi ha
fatto uso almeno una volta nella vita, negli ultimi dodici mesi o negli ultimi
trenta giorni di cannabis. Quanto a cocaina ed eroina, il consumo e' cresciuto
soprattutto tra gli utilizzatori occasionali e sporadici; nel caso degli
utilizzatori frequenti, per la prima si e' registrato un lieve aumento mentre
il consum della seconda e' rimasto stabile. E' il Lazio la regione col maggior
numero di consumatori (una o piu' volte negli ultimi dodici mesi) di sostanze
cannabinoidi (10,6%); alla Lombardia va il primato per la cocaina (4,7%) e
alla Liguria quello per l'eroina (0,7%).
Droga sempre meno cara ma anche meno pura
I prezzi delle sostanze stupefacenti, eccezion fatta per ectasy e LSD, nel
2006 hanno continuato a scendere, ma e' diminuita anche la loro purezza:
nell'ecstasy, ad esempio, la percentuale media di sostanza pura (MDMA)
riscontrata nei quantitativi analizzati nel 2006 e' scesa a poco piu' del 18%
contro circa il 28% del 2001.
Costi sociali
Il costo sociale del consumo di droghe illegali e' stimato, per il 2006, su 10
miliardi e mezzo di euro, pari allo 0,7% del Pil e all'1,2% della spesa delle
famiglie italiane.
Il calcolo dei costi a carico della società dovuti all'uso di stupefacenti
riguarda per il 65% l'applicazione della legge, per il 17% gli interventi
socio-sanitari e per il 18% la perdita di produttivita'.
Ferrero: indispensabile una legge
L'italia, insieme a Malta, e' l'unico paese a non essersi dotato entro il 2005
dell'organico piano di lotta alle droghe quadriennale previsto dall'Unione
Europea. Lo ha sottolineato il ministro della solidarieta' sociale Paolo
Ferrero. "Siamo in procinto di colmare un ritardo protrattosi per anni,
riportando l'Italia all'interno del comune lavoro europeo di contrasto alla
diffusione delle dipendenze, ha osservato il ministro.
Il piano rappresenta uno strumento fondamentale di progettazione partecipata e
condivisa, in cui si integreranno le azioni portate avanti in ognuno dei
rispettivi pilastri dell'intervento (lotta al traffico, prevenzione, cura e
riabilitazione, riduzione del danno) e costituira', inoltre, punto di
riferimento e di stimolo, gia' dal finire del 2007 e per tutto il 2008, per la
redazione o ridefinizione dei singoli piani regionali. Se ne ricava una
ulteriore conferma
dell'indispensabilita' di mettere mano alla Legge sulle droghe, cosi' come
concepita con la riforma del testo unico da parte della Legge 49/2006".