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Scuola, correzioni "salvaprecari"

Ida Rotano,  04 dicembre 2006

Maggioranza e governo lavorano per le ultime modifiche alla finanziaria prima del voto al Senato: novità per la scuola, con le graduatorie "ad esaurimento", ma anche per i ticket ospedalieri, i costi della politica e l'imposta di successione. Dalla lotta all'evasione un circolo virtuoso a vantaggio delle famiglie indigenti e dei pensionati

Buone notizie dalla cabina di regia riunita al Senato sulla Finanziaria per mettere a punto le ultime modifiche alla manovra di bilancio 2007 e per sciogliere alcune delle principali questione ancora aperte. Costi della politica, estensione della franchigia sulle successioni anche ai fratelli e conviventi, norma sulle autostrade in relazione alla Pedemenontana, aliquota del 20 per cento sugli affitti per gli incapienti, ma anche la destinazione delle risorse fiscali derivanti principalmente dalla lotta all'evasione a investimenti sociali a vantaggio delle famiglie più indigenti con prole, agli incapienti e ai pensionati. Infine, la scuola, con una norma "salvasupplenti".

Ma andiamo con ordine. Il governo ha presentato un emendamento al comma 262 della Finanziaria che dovrebbe porre fine alla querelle sulle graduatorie provinciali permanenti (vale a dire quelle liste utilizzate per il reclutamento del 50 percento degli insegnanti assunti nella scuola). Il nuovo testo, sempre secondo le indiscrezioni, modifica la precedente formulazione - che prevedeva la cancellazione delle graduatorie permanenti a partire dall'anno scolastico 2010/2011 - nella versione più soft delle graduatorie "ad esaurimento". Vale a dire, le graduatorie permanenti, che al momento vedono presenti a livello nazionale 304 mila insegnanti abilitati, non verrebbero più cancellate nel giro di tre anni ma, anche in vista delle 150 mila assunzioni programmate dal governo Prodi, verrebbero congelate in attesa che tutti gli iscritti trovino una cattedra fissa. Insomma, la modifica metterebbe al sicuro i diritti maturati da coloro che avevano investito sull'insegnamento. Secondo le prime informazioni gli ultimi a potersi inserire in graduatoria saranno coloro che hanno iniziato un percorso di abilitazione (Ssis e corsi abilitanti riservati) o che sono già in possesso dell'abilitazione all'insegnamento. Dopo, l'esecutivo penserà un nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, attualmente reclutati per metà attraverso le graduatorie permanenti e per l'altro 50 per cento per mezzo dei concorsi a cattedre banditi ogni tre anni. L'auspicio del governo è che l'eventuale approvazione dell'emendamento in commissione bilancio di palazzo Madama produca la modifica del testo in aula.
Per Alba Sasso, questo emendamento rappresenta "una buona soluzione, assolutamente in linea con l'emendamento già proposto alla Camera da tutta l'Unione", "una soluzione che toglie ogni preoccupazione rispetto al fondamentale piano di assunzione di 150mila precari e soprattutto dà un importante coronamento alle battaglie politiche fatte già a partire dalla scorsa legislatura contro la precarizzazione dei rapporti di lavoro nella scuola italiana".
Certamente, rimane aperta la partita sulle modalità complessive di una riforma dei meccanismi di formazione e di reclutamento. Una riforma che è necessaria e su cui occorre già da subito avviare un confronto in modo da trovare soluzioni eque, condivise e utili alla scuola italiana. Buone anche le prime reazioni a caldo dei sindacati, che però preferiscono mantenere la cautela e continuare a vigilare sull'iter parlamentare della Finanziaria per non incorrere in sorprese dell'ultima ora. "Se verrà approvato, è un fatto sicuramente positivo per chi aspetta da anni l'immissione in ruolo - spiegano le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil -, ma si tratta solo di un punto della vertenza sulla scuola che resta aperta". Tant'è che le segreterie nazionali confermano il calendario delle mobilitazioni previste dal 6 al 17 dicembre. Tra le principali rivendicazioni. La centralità della scuola pubblica in ogni scelta ed in ogni stanziamento; un rapido avvio dei rinnovi contrattuali con lo sblocco dello 0,7 percento da utilizzare contrattualmente per incrementi retributivi destinati a tutti i lavoratori; un piano pluriennale di investimenti per la valorizzazione economica delle professionalità; la restituzione delle somme tolte ai bilanci delle scuole e, infine, interventi fiscali a sostegno del lavoro e delle spese professionali sostenute dai lavoratori della scuola.

Per quanto riguarda i "costi della politica", la maggioranza è al lavoro per arrivare ad una proposta unitaria dell'Unione che punti alla "semplificazione".
Nel corso della riunione tra gruppi parlamentari e governo, ha spiegato la capogruppo dell'Ulivo Anna Finocchiaro, "abbiamo raggiunto un risultato sulla destinazione delle maggiori entrate fiscali ad interventi sociali che sarà inserito in un emendamento del relatore all'articolo 1 della Finanziaria". Sono diversi i destinatari delle risorse, prosegue Finocchiaro, oltre alla riduzione delle tasse per tutti, i benefici andranno anche agli incapienti "che non potrebbero beneficiare della riduzione delle tasse perché già non le pagano", all'innalzamento delle pensioni minime, alle famiglie e ai bambini poveri. Quest'ultimi, secondo l'ultimo rapporto dell'Istat "hanno raggiunto il 60% in alcune regioni".
L'emendamento che si annunciava all'articolo 1, ovvero l'impegno per il governo a destinare il maggior gettito derivante dalla lotta all'evasione alla riduzione delle pressione fiscale nel prossimo futuro arriverà dunque, e sarà a firma del relatore, ma verrà rinviato alla legge delega che dovrà contemplare le nuove misure sul regime fiscale per le rendite finanziarie e che, secondo i piani del governo, dovrebbe essere varata a gennaio. Mentre l'aumento delle pensioni minime dovrebbe agganciare invece il treno delle modifiche al sistema previdenziale previste entro marzo. Entrambi i temi dovranno anche essere accolti in un ordine del giorno.

Infine, modifiche in vista anche sui ticket al pronto soccorso. Governo e maggioranza stanno "ragionando" soprattutto sull'alleggerimento o l'eliminazione del "codice verde". Senza perdere di vista la necessità di razionalizzare l'uso delle strutture pubbliche ma tenendo in maggior conto quel fenomeno che i sociologi chiamano "ansia sociale" e che colpisce la fasce più deboli. L'obiettivo è quello di trovare un punto di equilibrio ed evitare di incidere sull'efficienza delle strutture, tenendo conto di coloro che non hanno strumenti culturali per fare una scelta diversa.