Educatori: Albo Si e Albo No. Il parere di un professionista.

alboroSull’istituzione dell’Albo degli Educatori Professionali, introdotto dalla legge Lorenzin, riportiamo di seguito un articolo dell’educatore professionale Fabio Ruta **.

 Sono sempre stato scettico sulla utilità degli albi-ordini professionali.
E considero che sia auspicabile una loro sostanziale riforma, se non la abolizione tout court.
Mi paiono – in generale – istituzioni burocratiche non essenziali: non è attraverso un albo/ordine che si afferma davvero il valore di una professione.
O almeno, questa è sempre stata la opinione di un liberal progressista di strada come me.
In queste settimane viene istituto l’albo dell’educatore socio sanitario.
Scelta da tempo auspicata ed invocata dalla associazione Anep.
A questo traguardo non si associa affatto purtroppo una maggiore unità, forza, rilevanza nei contratti nazionali, degli educatori professionali.
Al contrario l’istituzione dell’albo, così come concepita, rischia di certificare ed esasperare la “balcanizzazione” della nostra professione: creando educatori di serie a e di serie b.
Verranno esclusi (se non interverranno auspicabili modifiche e novità) dalla iscrizione all’albo sia coloro che hanno ottenuto il titolo in corsi regionali post 1999, sia i laureati in scienze dell’educazione ed i pedagogisti provenienti dalle Facoltà di Scienze della Formazione.
In pratica verrebbero avvantaggiati proprio coloro che posseggono una formazione più datata (e che sono usciti da corsi post diploma regionali molto tempo fa) e gli educatori sfornati dai corsi istituiti nelle Facoltà di Medicina (probabilmente molti meno di quelli laureati in sde, che in gran numero lavorano già da tempo in servizi pubblici e privati sanitari o a compartecipazione sanitaria). In questo modo in grande misura sarebbero penalizzati invece gli educatori più giovani e quelli in possesso di alte specializzazioni provenienti dai corsi di laurea in sde e da quelli specialistici o magistrali che riconoscono la qualifica di pedagogista.
Tutti costoro vedrebbero fortemente ristretti gli ambiti di acceso alla professione e sarebbero esclusi dal settore sanitario.
A differenza di colleghi, magari molto più age’, fuoriusciti da corsi post diploma ai tempi della lira.
Per queste ragioni è necessario che intervengano perlomeno alcune modifiche e correzioni:
1) Attraverso un decreto di equivalenza o equipollenza che riconosca i titoli regionali di Ep rilasciati dopo il 1999;
2) Estendendo anche agli educatori laureati in Sde ed ai pedagogisti l’accesso all’albo, oppure chiarendo che anche queste figure possono lavorare in ambito sanitario con funzioni educative, in collaborazione con altre figure professionali.

**Chi è Fabio Ruta? Sul suo profilo traccia così la sua biografia professionale:

Ho iniziato a fare l’educatore in comunità psichiatriche che avevo poco più di vent’anni e il titolo magistrale più un diploma come assistente di comunità infantili. Poi ho fatto il corso di riqualificazione per educatori professionali in Regione Lombardia ( post 1999), la laurea in sde e la laurea specialistica in Consulenza Pedagogica e Ricerca Educativa ( conseguendo tutte e tre le volte 110 e lode). Ora dopo circa un quarto di secolo di lavoro come educatore con esperienza con utenza psichiatrica, disabilità, minori, nel settore del privato sociale prima e poi dell’impiego pubblici…..non posso nemmeno iscrivermi all’albo. Mentre colleghe che hanno solamente il titolo di Educatore regionale post diploma conseguito qualche anno prima di me possono farlo. Inoltre ricordo bene che ,quando vennero istituiti i corsi nella Facoltà di Medicina, erano in molti gli educatori storici ad essere contrari. Dicendo che lo statuto epistemologico dell’educatore era più attinente alle scienze sociali e pedagogiche, all’ambito umanistico, filosofico, antropologico. Io sono rimasto fermamente di quell’avviso.

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Blogger autodidatta, Educatore Professionale con Laurea Magistrale in Management del Servizio Sociale a Indirizzo Formativo Europeo; Master in Tutela Internazionale dei Diritti Umani. Profilo corrente: Ata nella Scuola Pubblica. Inserito nelle Graduatorie d'Istituto 3a fascia per l'insegnamento di "Filosofia e Scienze Umane"

10 Commenti

  1. Sono educatore dal 1989 presso Ipab di Vicenza con sanatoria avvenuta con dgr 5526 del 25.9.1992 in seguito a formazione ed aggiornamento
    Ho diploma di maturita’di assistente per comunita’ infantili e un corso regionale semestrale residenziale di animatore socio culturale conseguito presso casa di riposo OIC. Ho 59 anni di eta’ e 39 di contributi tra due anni e mezzo vado in oensione. Mi obbligano ad iscrivermi all’albo, mi coordina in ccs infermiere io mi sento una figura con valenza pedagogica.
    Fra l’ altro mi sembra di buttare via i miei soldi per niente con questa iscrizione obbligata.
    Cosa posso fare?

  2. Salve, sono un’ Educatrice Professionale Socio Pedagogica e a tutt’oggi non riesco a capire se devo iscrivermi all’Albo, ho lavorato per oltre 10 anni, come OSS in una Comunità Alloggio con disabili intellettivi, dopo la laurea triennale (L19), ho svolto attività di coordinamento presso un servizio diurno per disabili fisico-motori,ora svolgo supplenze nella scuola primaria e collaboro, con prestazioni occasionali, con un’assoc. per disabili. Vorrei sapere se mi è concessa la possibilità di iscrizione all’Albo data l’esperienza maturata con 15 anni di attività.Grazie

  3. Educatore e svolgo la professione da 32 anni, ora mi vogliono imporre l’iscrizione ad un albo professionale per ottenere cosa? L’unica cosa certa di questa operazione è l’aggravio economico che va a pesare su una professione non certo ricca e spesso precaria. Personalmente non ho nessuna intenzione di iscrivermi, accettando passivamente questo obbligo.

  4. Sono perfettamente d’accordo con i commenti precedenti, l’albo non porta alcun beneficio, è solo un “pizzo” da pagare alla burocrazia parassita dello stato.
    Ho consultato i sindacati e mi dicono che sarebbe obbligatorio solo per chi lavora in strutture sanitarie (cioè ASL o Ospedali). Nel sito dell’ANEP c’è invece scritto nelle FAQ che è obbligatorio per tutti. Delle due l’una: o il sindacato mente, oppure mente l’ANEP, che tra l’altro in questo modo fa buttare soldi (circa 300 Euro per il primo anno) ad una categoria di operatori che di soldi ne ha veramente pochi… (commento del moderatore: secondo la legge Lorenzin devono iscriversi gli educatori SNT2 e le lauree equipollenti rispondenti ai requisiti del DM 520/98 e successive mod.)

  5. penso che l’iscrizione all’albo sia solo una tassa che “qualcuno” intaschera’. MA QUALE ALBO se dovremmo usare quello dei radiologi???? Non esiste, che io sappia, l’albo degli educatori!!!! Lavoro da 29 anni e ADESSO rischio di esercitare abusivamente e una sanzione pecuniaria???? E pagare, questo anno, pure la tassa dell’anno scorso? MA IN REALTA’ COSA ACCADE SE NON MI ISCRIVO? Grazie.

  6. Scusate, ma se l’iscrizione ad un albo risulta scomoda o discutibile se obbligati o no, come si può essere certi che in EP abbia studiato e sia in grado di svolgere quella professione?

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