Scuole multate dal fisco per i ritardi degli stipendi ai supplenti. SINDACATI IN
PANNE.
E' forse un caso unico al mondo ma è sintomatico di un singolare scollamento nella Pubblica Amministrazione del nostro paese.
L'Agenzia delle entrate è a caccia di quei dirigenti e
direttori scolastici che dal 2008 ad oggi non hanno regolarmente versato gli
oneri fiscali relativi agli stipendi dei supplenti temporanei. Danno all'erario
e conseguente multa ad personam.
Un settore della Pubblica Amministrazione fa la multa ai responsabili di un
altro settore della Pubblica Amministrazione. Anomalia tutta italiana.
Sono diversi anni che si protrae l'insana abitudine tragicomica dei "pagherò"
utilizzata da molte scuole insolventi verso i precari, verso l'Inps e verso il
Fisco.
I ritardi sono continuati anche dopo dicembre 2012 nonostante da quel mese i
pagamenti delle supplenze temporanee vengano effettuate direttamente dal Tesoro
su comunicazione dei dati stipendiali da parte degli istituti scolastici. Ma le
scuole dispongono di un budget predefinito. Quando, come spesso accade, esso
viene superato, i fondi disponibili devono essere integrati dal Ministero
dell'Istruzione.
Succede quindi che migliaia di docenti, amministrativi e collaboratori
scolastici, inseriti nelle graduatorie d'istituto svolgono incarichi di
supplenza e vengono retribuiti anche con ritardi fino a sei mesi. Allo stesso
modo, vengono versati in ritardo i contributi previdenziali e gli oneri fiscali
legati alle buste paga. Ritardi che violano una legge dello Stato.
Ritardi insostenibili per tutti i supplenti che
anticipano spese di viaggio, di affitto ed hanno una famiglia di mantenere.
Simone, un precario della scuola scrive sul
blog dei supplenti senza stipendio: "farsi prestare i soldi dai propri
genitori per andare a lavorare è veramente frustrante e nauseante nonostante io
abbia lavorato sempre"
Alcune grandi organizzazioni sindacali
sono scese in campo ieri per difendere i
dirigenti e i direttori scolastici dalle multe del Fisco e chiedono al ministro
dell'istruzione un provvedimento di legge che annulli ogni sanzione. Sappiamo
che molti dirigenti scolastici e direttori amministrativi sono comunque tutelati
da una polizza assicurativa personale contro inconvenienti di questo genere.
Fanno bene i sindacati a tutelare i dirigenti loro iscritti che hanno maggiore
forza contrattuale e di tesseramento rispetto a umili supplenti, ma viene
spontaneo chiedersi: perché si usano due pesi e due misure?
In base alla loro "mission statutaria", le organizzazioni di tutela non
dovrebbero avere a cuore migliaia di precari lesi nel loro diritto
costituzionale alla regolare retribuzione?
Domenico Ciardulli